TORNA PRODI E BLOCCA LA GRANDE PURGA ALLA RAI.TUTTI CON IL CAPPELLO IN MANO DAL CAVALIERE

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TORNA PRODI E BLOCCA L’OPERAZIONE "GRANDE PURGA" ALLA RAI-CORRIERE BY BERLUSCONI - MA GLI EX POTERI FORTI NON POSSONO PERMETTERSI PIÙ UN’INFORMAZIONE ANTI GOVERNATIVA - SVIGORITI DALLA CRISI, SON TUTTI IN FILA COL PIATTINO IN MANO DAVANTI ALLA PORTA DEL CAV. - La mejo sit-com prodotta da viale Mazzini si chiama "Un presidente per la Rai". A un Paese sprofondato nella disoccupazione, non gliene può frega' de meno ma nel Palazzi se ne impipano della casa che brucia e pensano solo a chi nominare in un ruolo che non ha nessun potere esecutivo. Così i nostri eroi si scannano da mesi, con il sottopensiero che al Pd rinviare sine die la soluzione non può che essere una cuccagna: tutto rimane fermo, con i propri uomini nelle posizione chiave, da Cappon a Riotta, sperando di tirare avanti fino alle Europee di giugno. Intanto lo stop attuale della Rai è di natura clinica. Nel senso di cartella. Il presidente della commissione di Vigilanza l'antico Sergio Zavoli è entrato infatti in clinica per risolvere un'ernia del disco e ne avrà ancora per dieci giorni. Campa cavallo. Per ora, i nomi che galleggiano sono i soliti: il 78enne Cheli, ex presidente dell'Authority, e appunto Zavoli (83 anni). Come di dice, 'lardo ai giovani'... Sull'altro fronte caldo delle sceneggiate italiche, vale a dire Corriere della Sera-Rcs, la situazione, come si dice, è fluida. Ma anche avvincente per capire lo stato dell'arte del potere tricolore. Messi in ginocchio i poteri forti dalla débacle delle banche madoffizzate, ora Berlusconi si vuole togliere qualche soddisfazione nei confronti di chi lo sempre schizzato e sbertucciato come un dittatore nemeno degno dello stato libero di Bananas.Eccoli tutti in fila, non in linea, e col piattino in mano, i vari Profumo, Marpionne, Montezemolo, per non parlare del debenedettino Corrado Passera che è stato il primo a fare il salto della quaglia con Alitalia-Air One. Eccoli bussare alla porta del Cavaliere del Cialis che, col sorriso stampato dello squalo, aspetta il bacio della suola per aprire i cordoni della borsa. Doppia libidine: perché la situazione è talmente fallimentare che sono gli stessi imprenditori a consegnare nel cortile di palazzo Grazioli le teste di chi picchia da sempre sulla capoccia cremolata di Silvio. (Essì: disturbare oggi il manovratore vuol dire saltare in aria davvero, quindi chissenefrega se l'informazione in mano ai poteri fottuti deve ingoiare la purga e 'riposizionarsi' per far contento il brambilla di Arcore. Come si dice? Primun vivere. Secundum, sopravvivere.) BERLUSCONI VELTRONI ZAVOLI Tutta 'sta pippa è per dire che il prossimo valzer delle nomine al vertice delle principali testate (dal Corriere a La Stampa, passando anche per La Repubblica di un CDB in sofferenza, dall'editoria all'energia) vedrà di sicuro cadere delle eminenti capocce. A partire da quella che Berlusconi vorrebbe decapitare con le sue manine, alias Paolino Mieli. Il 'Pitone' di via Solferino, malgrado le proteste, è stato archiviato senza tanti riguardi da tutti i soci Rcs, compreso il suo compare di merende Monteprezzemolo. Il superdotato Luca, ha capito subito l'aria che tira da Arcore e si è alleato con il doppiogiochista Passera per lanciare la proposta furbetta di Riotta che prevede 'Saponetta' Mieli alla presidenza dei Quotidiani Rcs, con il suo compenso milionario intatto. Ma la candidatura del flessibile Riotta, malgrado i ripetuti contatti con Geronzi e il suo staff (conta anche un fan del calibro di Paolino Bonaiuti) è stato subito cestinato perché a palazzo Grazioli è stato liquidato come una semplice "protesi" di Mieli, quindi: qual è il cambiamento? Ma nella giornata di ieri è successo qualcosa che ha fatto comprendere il gioco duro del presidente di Banca Intesa Bazoli (che aveva minacciato di uscire dal patto in caso di una direzione di Carlo Rossella), vale a dire il rientro in politica del puzzone Prodi (in pompa magna: tessera Pd e ospitata stasera da Fabiolo Fazio). Parlando con Su-Dario Franceschini, che si è subito e completanente allineato alle tesi economiche politiche e mediatiche del Prof di Bologna e della moglie consigliera, la tesi di Romano suonerebbe così: un Corriere e una Rai in mano a Berlusconi sono "bestemmie istituzionali". E quindi, in queste ore, il messaggio di stop al suo banchiere di riferimento, Bazoli, king-maker delle nomine al Corriere con l'azzurro Geronzi, è stato molto forte. Voci autorevoli affermano che mercoledì alla riunione del patto Rcs ci sarà fumata bianca per la scelta del direttore, da una parte; dall'altra, la comitiva dei 17 pattisti dovrà indicare il presidente (la riconferma del notaio Marchetti è certa) mentre sull'ad Perricone si aprirà un dibattito perché il Corrierone, se va avanti così disastrosamente, rischia davvero di non pervenire prossimamente in edicola. Per il nostro "Saponetta" (così l'Avvocato Agnelli nomignolò Mielig) si prolunga l'agonia fino ad aprile quando si riunirà l'assemblea dei soci. I Grandi Vecchi Geronzi e Bazoli hanno l'incarico di sbrogliare la matassa. Ingarbugliatissima visto che quelli cari al placet di Berlusconi non incassano il gradimento dell'altra sponda (Guido Gentili e Roberto Napoletano, malgrado quest'ultimo arruolato per la prima pagina del 'Messaggero' firme del calibro di Prodi, Ciampi, D'Alema, Tremonti). Da parte sua, aggrappato alla poltrona e a Tremonti, Mieli si è detto disponibile a restare ancora per un anno e poi andarsene di sua spontanea volontà. Ma chi ha il coraggio di andarlo a riferire al "Dittatore" de' noantri? Nessuno. Se "La Repubblica", trapassato Caracciolo, passato Marco Benedetto, dovrà subire prossimamente una drastica 'ristrutturazione' di personale e di formato, con un Ezio Mauro che non vede l'ora, dopo 13 anni, di andare a fare il corrispondente a Washington, sul fronte torinese di Marpionne-Elkann, per andare incontro agli "sforzi del governo" (leggi: rottamazione) si prevedono invece pesantissimi mutamenti a La Stampa. Del tipo: trasfigurazione dell'ottimo ma politicamente urticante giornale confezionato da Giulio Anselmi (che mira all'Ansa) con un quotidiano formato regionale (Piemonte-Liguria-Sardegna, magari in fusione con il Secolo XIX di Carletto Perrone) per consegnarlo in mano al giovane e vispo Mattia Feltri.

15/03/2009

Documento n.7819

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