TERREMOTO ABRUZZO: OSPEDALE SAN SALVATORE COSTRUITO DA COGEFAR-IMPREGILO

in Articoli e studi
Terremoto Abruzzo. L'ospedale dell'Aquila senza agibilità e non censito nelle mappe catastali Martedì 14 Aprile 2009 08:17 di Alessandro Ambrosin ROMA - Una delle prime cose che appare nel sito web del presidio ospedaliero "San Salvatore" di Coppito in provincia dell'Aquila è la Carta dei servizi al cittadino, cioè la promozione e la tutela del Diritto alla Salute dei cittadini. Peccato però che l'ospedale in questione, costruito nel 2000 si sia sgretolato dopo la violenta scossa sismica delle 3,32 il 7 aprile. Oggi si scopre che il nosocomio ormai inagibile non solo è abusivo, cioè non avrebbe potuto nemmeno essere aperto al pubblico, ma non dispone del certificato di agibilità e, ciliegina sulla torta, non risulta nemmeno censito nelle mappe catastali. Insomma uno scandalo sullo scandalo emerge dalle macerie di questo ospedale che nove anni fa fu inaugurato dopo 42 anni rispetto al suo progetto originale datato 1967. Una struttura costata alle tasche dei contribuenti ben 200miliardi di vecchie lire. L'edificio fu portato a termine dalla società Impregilo, ormai monopolista per eccellenza delle grandi opere, che ha vinto la gara d'appalto anche per la Tav e per il Ponte di Messina. Secondo l'indagine della Procura, che ha aperto un'inchiesta contro ignoti per disastro e omicidio colposo plurimo, sugli oltre 20mila edifici lesionati dal sisma, fu proprio Paolo Menduni, all'epoca direttore generale che decise comunque di aprire i battenti dell'ospedale nel 2000, senza richiedere un attestato di agibilità, obbligatorio per legge. E proprio a fronte di questa fondamentale mancanza negli anni successivi furono spesi per le manutenzioni 16miliardi di euro di fondi pubblici, per portare a termine dei lavori ancora in corso d'opera proprio per la mancanza di questo importante documento che attesta l'agibilità del nosocomio. C'è da ricordare che la storia della struttura ospedaliera è costellata da una serie di episodi a dir poco inquietanti. La principale gara d'appalto fu vinta nel 1991 dalla Cogefar Impresit, che poi diventò Impregilo. La commessa iniziale di 74miliardi di lire fu assegnata dalla Regione Abruzzo, e successivamente grazie alla testimonianza di Enzo Papi manager della Cogefar emerse una verità fatta di mazzette e tangenti pagate per l'acquisizione di certi appalti. In manette finì proprio il governatore della regione, il democristiano Rocco Salini. Come è ben noto le gare d'appalto fruttano e spesso gli speculatori edili puntano al ribasso per acquisire materiali a prezzi ridotti e così anche questa struttura che avrebbe dovuto salvare delle vite umane è diventato il simbolo della vergogna. Nel frattempo anche l'attuale consiglio della Regione Abruzzo ha precisato che si costituirà parte civile contro qualora dall'inchiesta emergano responsabilità evidenti sui crolli. Tuttavia rimane sbalorditivo come sia stato possibile eludere per così tanti anni delle leggi edilizie in un territorio, tra l'altro, ad alta attività sismica come quello abruzzese. Indubbio che adesso l'occhio è puntato specialmente sulle prossime gare d'appalto che dovranno avviare la ricostruzione dei centri storici come quello dell'Aquila e dei comuni limitrofi. Gare che considerando la vicenda dell'ospedale aquilano alimenta ulteriormente lo scetticismo. In Italia le storie di collusioni tra criminalità e istituzioni, tra mazzette e favoritismi rimane purtroppo un'abitudine diffusa. Un primato negativo che nella classifica 2008 stilata dalla Transparency International, l'organizzazione non governativa che promuove la trasparenza e lotta contro la corruzione, all'Italia fu assegnato il 55° posto, come uno dei paesi a maggior a rischio di integrità pubblica. In pratica tra gli ultimi posti per scarsa trasparenza e un'elevasta corruzione specialmente nel settore pubblico. Secondo i parametri della Banca Mondiale che ha messo il bilancio pubblico con gli sprechi irresponsabili, in Italia si bruciano 50 miliardi di euro all'anno. Soldi per lo più stornati dai settori pubblici a favore delle speculazioni e degli arricchimenti personali.

14/04/2009

Documento n.7868

Sostieni i consumatori, sostieni ADUSBEF!

Puoi sostenere ADUSBEF anche attraverso il 5 x 1000: in fase di dichiarazione, indica il codice fiscale 03638881007

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK