TELECOM: IMPOVERITA DI 60 MILIARDI DI EURO. RETRIBUZIONI SCANDALOSE ED IMMOBILI SACCHEGGIATI IL CAPOLAVORO DI TRONCHETTI.

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TRONCHETTI VS LA REPUBBLICA - BERNABÈ, INVECE DI LICENZIARE 5 MILA DIPENDENTI, DOVEVA PORTARE TRONCHETTI IN TRIBUNALE. MA HA UBBIDITO ALL’ACCORDO GERONZI-BAZOLI – PUBBLICATE TUTTO MA NON I “SI DICE”… 1 – E BERNABÈ, INVECE CHE FARE AZIONI DI RESPONSABILITÀ CONTRO TRONCHETTI, HA UBBIDITO ALL’ACCORDO GERONZI-BAZOLI Giovanni Pons per La Repubblica Dal 1998 a oggi la Telecom si è impoverita di circa 60 miliardi di euro, a causa di lauti dividendi pagati agli azionisti, maggior indebitamento dovuto alla scalata del 1999, e minor perimetro per gli asset e le aziende vendute dal 2001 in poi a prezzi in seguito rivelatisi troppo bassi. Dal 2001 al 2007 i dieci top manager dell´azienda hanno portato a casa quasi 150 milioni comprese le buonuscite "scandalose" di Buora e Ruggiero. Le 70 cosiddette risorse strategiche costano a Telecom circa 40 milioni all´anno. Con questi numeri così eclatanti l´unica soluzione che Bernabè ha trovato per risollevare l´azienda è quella di tagliare il personale di 5 mila unità, cioè la parte debole della catena. È questo il prezzo da pagare per il gentlemen´s agreement tra Bazoli e Geronzi volto a non gettar fango sulla gestione precedente, quella di Tronchetti Provera. E Bernabè, invece che fare azioni di responsabilità, ha ubbidito. Marco 'Telecom' Provera 2 – SE PONS HA RIVELAZIONI SENSAZIONALI, MA VERE, LE PUBBLICHI. MA NON I “SI DICE” Lettera di Marco Tronchetti Provera a La Repubblica Gentile direttore, desidero fare alcune considerazioni in merito ai contenuti della rubrica "Affari in Piazza" pubblicata ieri a firma di Giovanni Pons. Sulle vicende di Telecom Italia esistono i fatti e poi le falsità credibili. Certo, esistono anche gli errori, sicuramente anche i miei. I fatti. Durante la nostra gestione, il fatturato e i risultati gestionali delle attività nazionali e internazionali di Telecom Italia sono migliorati. In termini di ricavi, le attività internazionali della società sono passate dall´11,9% del totale nel 2001 al 16,2% nel 2006. Nel corso della nostra gestione, inoltre, è stata negoziata una call option su Telecom Argentina che se esercitata, secondo quelle che erano le nostre stime, nel 2009 avrebbe potuto consentire a Telecom di portare il peso dell´internazionale sui ricavi al 31%. Le cessioni hanno riguardato prevalentemente partecipazioni estere di minoranza (certo, col senno di poi, alcune operazioni avrebbero potuto chiudersi a prezzi più alti, mentre per altre il prezzo di vendita è stato molto buono) con l´obiettivo di ridurre l´indebitamento del Gruppo (passato dai 43 miliardi di euro del settembre 2001 ai 29,5 di fine 2004, poi risalito per la fusione Telecom-TIM - operazione riconosciuta industrialmente valida da tutti - e comunque con un ratio, a fine 2006, in linea con quello di Telefonica). I dividendi sono andati a tutti gli azionisti e non hanno compromesso gli investimenti, considerato che sotto la nostra gestione Telecom Italia è stato l´operatore tlc europeo che ha maggiormente investito rispetto al fatturato e ha registrato la maggiore produttività per addetto. La rete di Telecom è stata definita nel 2004 una delle più avanzate in Europa dagli analisti di Morgan Stanley e nel 2006 la relazione di Agcom, citando la Commissione europea, ha riconosciuto che Telecom era all´avanguardia nella fornitura di servizi innovativi nella telefonia mobile, nell´unbundling e nella banda larga (quest´ultima cresciuta del 187% nei due anni precedenti). Le buonuscite "scandalose" non sono state negoziate né concordate sotto la nostra gestione, mentre i miei emolumenti (privi di stock option o buonuscite) sono stati in linea con quelli del settore. Anche le visioni più critiche non possono ignorare questi fatti. Le falsità credibili sono, invece, il risultato della rappresentazione parziale e a volte artefatta di quanto sopra. Sono riportate senza adeguati approfondimenti e in molti casi sono fondate sui "si dice", su indiscrezioni "autorevoli" ma sempre anonime. Io invece le rispondo mettendoci il mio nome. Di falsità sulla nostra gestione ne sono state dette molte. Non c´è stato mai nessun "gentlemen´s agreement" perché, come penso di aver dimostrato, non sono incline a certi "negoziati" e soprattutto perché non c´era bisogno di accordarsi su nulla. Non c´è nulla da nascondere, nulla da scoperchiare. Credo che nessuna società sia stata in questi anni sotto i riflettori come Telecom Italia. Anche volendo, sarebbe stato difficile occultare alcunché. Le ricordo che siamo stati noi a trovare quello che non andava: lo abbiamo scritto nei bilanci, come nel caso delle svalutazioni di asset per 12 miliardi di euro, o denunciato alla magistratura. Dove sarebbero le "taroccature" gestionali e finanziarie che i revisori, il collegio sindacale, i comitati audit e i Consigli di amministrazione (composti per la maggioranza da consiglieri indipendenti), gli audit interni effettuati dopo la mia gestione, la Consob e la SEC, non hanno mai trovato e che meriterebbero azioni di responsabilità per la precedente gestione? Nel mio operato, che rimane ovviamente aperto a tutte le critiche possibili, non c´è nulla da nascondere. Se il dottor Pons o altri sono in possesso di informazioni scottanti o di rivelazioni sensazionali, ma vere, devono pubblicarle. Nell´interesse dei lettori e del mercato. Se il dottor Pons desidera approfondire i suoi dubbi, avere il mio punto di vista sulle sue critiche, sa bene che oggi, come in passato, non mi sottrarrò. Con una dose spero non eccessiva di ottimismo rimango a sua disposizione. RISPOSTA DI GIOVANNI PONS I gentlemen´s agreement, in quanto patti tra gentiluomini, sono per loro natura verbali e non scritti, men che meno negli atti dei cda. Dunque o qualcuno dei diretti interessati "ammette" il tacito accordo oppure il fatto sarà sempre smentibile, come puntualmente il dottor Tronchetti ha fatto (ma non abbiamo sentito la voce di Bazoli e Geronzi). Proprio per questo motivo abbiamo scelto la formula dell´indiscrezione nella rubrica "Affari in Piazza" per riferire ai lettori considerazioni sentite più volte dalla viva voce di autorevoli partecipanti all´azionariato di Telecom. E che dal mio punto di vista potrebbero spiegare molti comportamenti degli ultimi mesi di gestione della società. Se avremo ulteriori elementi in materia non tarderemo ad aggiornare i nostri lettori.

09/06/2008

Documento n.7333

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