SUB-PRIME: INTERVISTA AL SENATORE ELIO LANNUTTI. DRAGHI,BERNANKE,TRICHET E LA CRICCA FINANZIARIA,DOVREBBERO RISPONDERE DI CRIMINI CONTRO L'UMANITA'

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SUB-PRIME, UN ANNO DOPO. RISPARMIO & FUTURO INTERVISTA ELIO LANNUTTI, PRESIDENTE DELL’ADUSBEF E SENATORE DELL’ITALIA DEI VALORI. Il 7 agosto di un anno fa è scoppiata la bolla immobiliare che, accoppiata alla crisi dei mutui americani sub prime e affiancata alla crisi del credito e dei prodotti derivati, ha bruciato tra i 1.000 ed i 3.000 miliardi di dollari, falcidiando i bilanci di primarie banche, alcune delle quali salvate dalla bancarotta con gli interventi statali a carico dei contribuenti americani (Bear Stearns, protetta dal segretario del Tesoro Usa Paulson, già Ceo di Goldman Sachs), o nazionalizzate da governi ispirati al liberismo (come la banca inglese Northern Rock). Gli sconquassi ed i disastri creati dai manutengoli del potere finanziario (Governatori Centrali, banche di affari, agenzie di rating) - che hanno impoverito ancora di più centinaia di milioni di famiglie alle prese con un costo della vita aumentato, impossibilitate ad onorare rate di mutuo raddoppiate - si riverberano anche sulla crescita economica mondiale alle prese con fenomeni di stagflazione, (pericolosa miscela di alta inflazione e contemporanea recessione), bassa crescita e stagnazione, pari, se non superiore per intensità e durata, alla grande depressione del 1929. Se il mercato globalizzato si fosse dotato di regole certe e di un Tribunale Internazionale, analogo a quello che regola i crimini di guerra, posto a giudicare i comportamenti dei suoi principali attori - ha affermato il senatore dipietrista Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef - Mario Draghi, Alan Greenspan, Ben Bernanke, Jean Claude Trichet e la cricca finanziaria delle banche di affari e delle agenzie di rating, dovrebbero essere chiamati alla sbarra per crimini reiterati contro l’umanità. In questa breve intervista esclusiva, il senatore Lannutti risponde alle domande di Risparmio & Futuro, periodico dell’Adusbef. Domanda: senatore Lannutti. Di chi sono le responsabilità della crisi dei sub-prime ? Risposta. Molti i fattori che hanno scatenato la crisi, ma la responsabile principale è certamente di una cupola para-mafiosa, alla quale sono stati attribuiti poteri enormi (privi di responsabilità) che non sono assegnati neppure ai governi legittimati dalla volontà popolare. Questa oligarchia finanziaria composta da banchieri centrali, banche di affari ed agenzie di rating, che opera al di fuori di qualsiasi regola in rapporti incestuosi, governa i destini del mondo ed attenta alla sovranità degli stati ed alla ricchezza delle Nazioni. Se il mercato globalizzato si fosse dotato di regole certe e di un Tribunale Internazionale, analogo a quello che regola i crimini di guerra, posto a giudicare i comportamenti dei suoi principali attori, Mario Draghi, Alan Greenspan, Ben Bernanke, Jean Claude Trichet e la cricca finanziaria delle banche di affari e delle agenzie di rating, dovrebbero essere chiamati alla sbarra per crimini reiterati contro l’umanità D. Ha pubblicato di recente “La Repubblica delle Banche”, a suffragio delle sue tesi. Cosa dovrebbero fare i governi per tutelarsi da questa oligarchia ? R. E’ da questa cupola para-mafiosa, più forte dei poteri costituiti che i governi democratici devono imparare a difendersi. Basti pensare ai Draghi (Governatore Bankitalia) ed ai Trichet (BCE), che dopo aver disseminato macerie, crack finanziari e bolle speculative sul loro cammino, impongono che i costi della crisi siano addossati ai lavoratori ed ai pensionati con l’imposizione di tetti programmati dell’inflazione all’1,7%, mentre quella ufficiale è in Italia al 4,1% e quella reale è superiore al 10%. Questi manutengoli del potere finanziario, principalmente con la leva dei tassi di interessi e del costo del denaro, stanno affamando le classi lavoratrici e perfino il ceto medio, che prima o poi dovrà ribellarsi al giogo dell’oligarchia. Le organizzazioni sindacali non hanno certo bisogno di consigli, riuscendo spesso a sbagliare da soli, ma se mi posso permettere un suggerimento, devono cominciare ad indirizzare le loro proteste non soltanto fuori dalle fabbriche e nei luoghi di lavoro, per i rinnovi contrattuali, ma sotto le sedi delle banche centrali a Francoforte, Kaiserstrasse, 29 ed in Via Nazionale, 91 a Roma. D.Dopo “I Furbetti del Quartierino” ha appena pubblicato il suo settimo libro. Quali gli argomenti ? R. Nella “Repubblica delle Banche”, fatti e misfatti del sistema bancario con il concorso del controllore, dove il controllore è la Banca d’Italia, un libro impreziosito da una graffiante prefazione di Beppe Grillo, appena pubblicato per Arianna Editrice, descrivo ed analizzo le malefatte del potere bancario globale, dalle grandi banche di affari, indagate dalla Procura della Repubblica di Pescara per una gigantesca frode fiscale ai danni dello Stato per un controvalore di 4,3 miliardi di euro, con il Governatore Draghi impelagato ai tempi di Goldman Sachs, ribattezzato in un capitolo “Er Super Mario de Noantri” , di cui nessuno parla, al figlio del presidente della Consob Lamberto Cardia, l’avvocato Marco Cardia Junior, a libro paga delle aziende vigilate, dalla ex Banca Popolare di Lodi a Salvatore Ligresti. Ma dedico un capitolo anche al monopolio delle tre sorelle del rating, le agenzie Fitch, Moody’s, Standard & Poor’s, spesso azioniste delle grandi banche di affari in rapporti incestuosi, che emettevano la tripla “A”, il massimo dell’affidabilità finanziaria a sub-prime già all’origine avariati, cartolarizzati ed immessi sui circuiti finanziari globali. D. Ma fino a qualche tempo fa, alcuni governatori non gettavano acqua sul fuoco per rassicurare i mercati? R. Si. Il capo dei ”pompieri” si chiama Mario Draghi, poi convertitosi di recente sulla Via di Damasco, presidente del Forum di Stabilità Finanziaria. Nonostante dal 9 agosto 2007 le banche centrali avessero pompato liquidità sui mercati, per centinaia di miliardi di euro, per tentare di rassicurare i mercati, che sortivano l’effetto contrario, “Er Super Mario de Noantri”, ha sempre negato l’evidenza della crisi. Ha sempre cercato di gettare acqua sul fuoco, affermando che non vi erano preoccupazioni e che il sistema bancario è solido, quando in realtà sono stati impiegati miliardi di dollari per attenuarne gli effetti, senza riuscirvi. Parafrasando il ministro Tremonti, cercava di curare la broncopolmonite dei mercati, con l’acido acetilenico, per non ammettere le sue gravissime responsabilità. Questi oligarchi alla Draghi, Trichet, Greenspan e Bernanke, i maggiori artefici della crisi, banchettano sui disastri da loro stessi provocati mediante la creazione del denaro dal nulla, ossia quegli strumenti derivati arrivati a 700.000 miliardi di dollari (solo quelli fuori bilancio), contro un Pil mondiale,che misura l’economia reale,di 45.000 miliardi di dollari. D. Proprio Giulio Tremonti, ha definito i derivati la peste del XXI Secolo… R. Sono lieto che il ministro dell’Economia abbia compreso, seppur in ritardo, gli effetti catastrofici dei prodotti derivati, che se non sbaglio, fino a qualche tempo prima, annoverava tra i migliori strumenti di finanza creativa. Probabilmente deve aver ripassato il capitolo dei Promessi Sposi che Alessanrdo Manzoni dedica ai monatti ed agli untori. Scherzi a parte, il ministro ha copiato di sana pianta le proposte avanzate da oltre un decennio dal sottoscritto e dal Prof. Paolo Raimondi, in merito alla necessità di un nuovo ordine monetario, una Nuova Bretton Woods per ridisegnare gli assetti monetari. Ma non vorremmo che le sue proposte fossero solo buone intenzioni, il solito spot pubblicitario analogo alla Robin Tax, che invece di aiutare le famiglie impoverite, finisce per togliere ai poveri per dare ai ricchi mediante il meccanismo della “traslazione”. Se voleva davvero aiutare le famiglie impoverite, invece della carta di povertà, doveva abrogare la commissione di massimo scoperto, un pizzo imposto dal sistema bancario che grava su pensionati, imprese e gli utenti creditizi, abbattere la pressione fiscale che continua spaventosamente ad aumentare, difendere la class action, rinviata alle calende greche sotto diretta dettatura di banche, assicurazioni e Confindustria. Su una Nuova Bretton Woods, non pretendiamo dal ministro Tremonti i diritti di autore, ma che almeno inserisca seriamente, al prossimo G8 organizzato dall’Italia alla Maddalena dal 1 luglio 2009, un ordine del giorno per sottrarre alla cupola paramafiosa dell’oligarchia finanziaria quei poteri di vita o di morte sui popoli e sulle Nazioni. Staremo a vedere se Tremonti e altri esponenti del Governo, come il ministro Frattini,che di recente ha pure auspicato una Nuova Bretton Woods, avranno il coraggio,oppure - parafrasando sempre Manzoni e Don Abbondio… “se uno il coraggio non lo ha, non se lo può dare”. Intervista a cura di A.L. Roma,7 agosto 2008

07/08/2008

Documento n.7451

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