Senato. Manovra e Marcia degli onesti. Intervento di E. Lannutti. 14-9-2011

in Articoli e studi
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Lannutti. Ne ha facoltà. LANNUTTI (IdV). Signor Presidente, onorevoli colleghi, la discussione sulla manovra di assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziare 2011 ed il rendiconto generale dell'amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziare 2010 arriva in Aula proprio nel giorno in cui l'ultimo bollettino di Bankitalia registra l'ennesima impennata del debito pubblico italiano, che è salito nuovamente a luglio scorso raggiungendo il livello record di 1.911,807 miliardi di euro, (ossia 10 miliardi di euro in più rispetto a giugno quando, per la prima volta, aveva superato la barriera dei 1.900 miliardi di euro) con un gravame di 31.863 euro a carico di ognuno dei 60 milioni di residenti, compresi i nascituri, e un fardello di quasi 87.000 euro su ogni famiglia. Il Governo, a parte le chiacchiere e le manovre seriali imposte dopo il commissariamento da parte della Banca centrale europea, non sta affrontando la riduzione del debito pubblico - questo è il problema - a cominciare dalla vendita di oro e riserve di Bankitalia, che non sono dei banchieri centrali ma del popolo italiano, con misure analoghe a quelle degli altri Paesi, anche per calmierare il prezzo dell'oro arrivato ad un livello record, che ostinatamente Trichet e Draghi continuano a difendere con le unghie e con i denti. Se non vi sarà un'inversione di tendenza, stabilendo misure serie di drastiche riduzioni taglia-deficit, il debito pubblico raggiungerà la soglia dei 2.000 miliardi di euro nell'aprile 2012 e, quindi, il gravame su ogni abitante aumenterà a 33.333 euro e quello su ogni famiglia arriverà a 91.000 euro, mandando il Paese alla deriva ed a ramengo la finanza pubblica, e con essa le aspettative di un futuro migliore delle giovani generazioni. Signor Presidente, questo è un Paese che non cresce, con una produzione che continua a calare. Secondo gli ultimi dati dell'ISTAT (diffusi ieri), aumenta la produzione nei settori dei macchinari, della metallurgia e dell'elettronica, ma si registra un vero e proprio crollo nei settori del tessile (20 per cento), degli elettrodomestici (8,1 per cento), della raffinazione del petrolio (7 per cento), della chimica (5,1 per cento), dei mezzi di trasporto (4,8 per cento), delle forniture di energia (3,8 per cento). Tale situazione è destinata ad aggravarsi perché i consumi stagnano, e la tassa sui poveri, introdotta di recente con l'incremento dell'IVA dell'1 per cento, aggraverà questa tendenza. Bisognerebbe cambiare paradigma e farsi sentire anche in Europa durante le riunioni dei Ministri economici e finanziari, e anche a livello di G20, quando si svolgono le riunioni cui partecipa il signor Ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, un economista come Paul Krugman - che, tra l'altro, è anche premio Nobel per l'economia - ha bacchettato proprio di recente quegli oligarchi delle Banche centrali che difendono la stabilità dei prezzi: in sostanza, ci si difende dall'inflazione che non c'è, mentre la crescita continua a stagnare. Krugman ha affermato testualmente: «I custodi miopi della stabilità dei prezzi che abitano alla Banca centrale di Francoforte, i masochisti che non comprendono la necessità urgente di foraggiare e promuovere la crescita e il lavoro, stregati come sono, in una logica piccolo-bottegaia, dalle frescacce che loro stessi ci hanno ammannito tutta l'estate sulla grande crisi da debito. Finché gli europei si agitano dentro la crisi con mezzi solo fiscali e stangate dietro stangate» - come quelle che subiranno gli italiani con questa manovra (si tratta di oltre 2.000 euro a famiglia) - «finché la Banca centrale continuerà a comportarsi da ragioniere generale della moneta, applicando una politica della lesina e della castrazione dell'economia reale, punitiva verso il debito e disastrosa per la crescita, l'Europa non uscirà da una spirale negativa generatrice di possibile recessione». Gli Stati si sono troppo indebitati (come ho poc'anzi ricordato, il debito pubblico arriverà a 2.000 miliardi di euro), hanno preso troppo denaro in prestito e ora ne pagano il prezzo. Ora bisogna cambiare registro, si deve capire che l'austerità fiscale (lo sostiene Krugman), quella più rigorosa, vale per la Grecia ma non vale per la Spagna e per l'Italia che hanno situazioni debitorie e patrimoniali di deficit sostenibili. La differenza è che alcuni Paesi, come la Gran Bretagna, hanno una moneta e possono finanziare il loro debito mentre noi, stando nell'euro, non possiamo scaricare con le svalutazioni competitive i costi della crisi. L'incentivazione dello sviluppo e la creazione di lavoro sono i veri problemi delle economie europee, come dimostrano i drastici deprezzamenti di borsa nel settore manifatturiero e i dati - quelli sì allarmanti - della produzione in luglio. Ora, signor Presidente, colleghi, questa manovra di assestamento è fatta di pannicelli caldi, perché anche la Corte dei conti ribadisce che la riduzione dell'indebitamento realizzata lo scorso anno non comporta il ritorno ad una gestione ordinaria del bilancio pubblico, perché è ancora incompleto il riassorbimento degli effetti associabili alla crisi dell'economia e vi è l'esigenza addizionale di assicurare, nella prospettiva di medio termine, la coerenza tra i programmi delineati nel DEF e gli impegni, peraltro ancora non formalmente assunti, derivanti dalle nuove regole di governance europea. Noi, signor Presidente, abbiamo sempre fatto proposte serie, anche nell'ultima manovra. Avevamo proposto di far pagare quelli che non hanno mai pagato, da sconosciuti al fisco; qualche giorno fa sul «Corriere della Sera» è uscito un articolo in cui si diceva che solo in 796 dichiarano un reddito oltre il milione di euro, ossia lo 0,01 per cento dei contribuenti. E con chi si accanisce questo Governo? Con i soliti noti, con quelli che continuano a pagare perché hanno la ritenuta alla fonte e che non possono evadere. Quelle proposte di legge che avevamo presentato e quegli emendamenti vertevano sul conflitto di interesse tra contribuenti e prestatori d'opera. Mi riferisco a tutti coloro - senza con questo voler criminalizzare gli artigiani, gli idraulici i falegnami - che ad esempio quando vanno nelle case per una riparazione chiedono 100 euro in nero e 130-140 euro con la ricevuta fiscale. Ma io mi chiedo che interesse ha il pensionato o la famiglia a richiedere la fattura? Non è mica masochista. Se almeno fosse prevista la possibile detrazione di una parte di questo importo, come avevamo previsto nei nostri emendamenti, si sarebbe fatto un lavoro serio per il Paese a fronte di quei 120 miliardi di euro di evasione fiscale che ogni anno si realizzano. E dove va a finire questa evasione fiscale? Essa è ben visibile quando, ad esempio, si va in qualche porto e si vedono ancorati super-yacht sconosciuti al fisco. E allora bisogna essere seri e combattere efficacemente l'evasione e l'elusione fiscale. E visto che si parla di un nuovo condono, mi auguro che questo non venga proposto, perché sarebbe l'ennesimo schiaffo ai contribuenti onesti. Signor Presidente, in conclusione voglio dire che alla povera gente e a coloro che devono tirare la cinghia si chiedono sacrifici e misure per fare in modo che questo Paese - che è un grande Paese - possa continuare a rimanere tra i grandi, al sesto o settimo posto; invece si è timidi rispetto agli evasori fiscali, che sono stati premiati anche dal Ministro dell'economia, che hanno rimpatriato 105 miliardi di euro. Una patrimoniale del 20 per cento su questi signori avrebbe fatto rientrare 21 miliardi di euro e avrebbe dato un segnale ai contribuenti onesti. Si è scelta un'altra strada. Noi ce ne rammarichiamo, ma bisogna cambiare paradigma. Solo in questo modo il Paese si potrà salvare, e noi facciamo il tifo, anche se i CDS, ossia i credit default swaps, che assicurano il rischio Paese, questa mattina sono andati alle stelle e il differenziale tra i Bund tedeschi e i titoli italiani è arrivato a superare i quattrocento punti. Noi facciamo il tifo per l'Italia, ma bisogna essere in due. La maggioranza di Governo deve recepire alcuni suggerimenti dell'opposizione, perché questo è un momento di grande sacrificio per tanta gente. Domani dal Campidoglio partirà la marcia degli onesti, dalle ore 9,30, per protestare contro gli evasori fiscali e i loro garanti. (Applausi dal Gruppo IdV. Congratulazioni).

15/09/2011

Documento n.9046

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