Senato. Interrogazione di E. Lannutti. Attività funzionale del ministro Tremonti

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LANNUTTI - Al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che: a giudizio dell'interrogante il Ministro in indirizzo è arbitro della finanza pubblica e privata perché è il tenutario dei cordoni della borsa dello Stato; ha di fatto l'iniziativa legislativa e regolamentare anche per il recepimento delle direttive comunitarie in materia; controlla alcune delle più importanti società quotate operanti in settori strategici quali ENI, Enel, Finmeccanica, eccetera delle quali nomina la maggioranza dei componenti del consiglio di amministrazione, il Presidente e l'amministratore delegato; inoltre, l'interrogante ritiene che il Ministro Tremonti, per ottenere un controllo assoluto, abbia agito favorendo nomine ed intese avendo in mente l'obiettivo di attenuare, se non far venir meno, l'indipendenza di alcune istituzioni. Al riguardo, vanno in questo senso: a) la nomina del Presidente della Consob, l'autorità indipendente dal Governo, che regolamenta e sorveglia la Borsa; b) la nomina a segretario generale della suddetta autorità indipendente, di Gaetano Caputi ex Capo del legislativo del Ministero dell'economia e delle finanze; c) l'attribuzione al segretario generale di tutte le principali deleghe per la normativa di vigilanza della Consob; d) l'alleanza con l'amministratore delegato di Banca Intesa Corrado Passera che usa i capitali della banca per le operazioni che interessano alla politica e il controllo sui suoi gestori per vigilare anche i gestori esteri e presentare false liste di minoranza, che in realtà sono sempre legate alla maggioranza: si veda il caso Telecom dove è lampante l'utilizzo di Intesa Sanpaolo come banca di sistema; e) la nomina attraverso l'amministratore delegato Passera del fidato Domenico Siniscalco a Presidente di Assogestioni, ovvero di quella associazione dei fondi comuni che nomina gli amministratori e i sindaci di minoranza nelle principali società quotate italiane e che, secondo il rapporto di Mediobanca, negli ultimi 10 anni ha distrutto ben 12 miliardi di euro di sudato risparmio affidato agli investitori; oltre ai poteri che spettano al Ministro dell'economia, questi gode del dominio incontrastato sia sulla regolamentazione del mercato (attraverso le richiamate nomine in Consob, sia sulle società quotate, dirette o mediate dal citato Presidente di Assogestioni), con particolare riferimento: a) alla totalità dei consigli di amministrazione delle società privatizzate (Eni, Enel, Finmeccanica, Saipem, Snam, Terna, Ànsaldo, eccetera); b) agli amministratori di minoranza e i presidenti dei collegi sindacali delle altre società italiane importanti (Telecom Italia, Generali, Mediaset, Parmalat, eccetera), con possibili sorprese nei riassetti autunnali di Mediobanca; i fondi dovrebbero essere completamente indipendenti, però di fatto a quanto consta all'interrogante: a) la riforma del sistema fiscale per i fondi è giunta proprio quest'anno dopo la citata nomina di Siniscalco e all'alba delle assemblee con la nomina dei consigli di amministrazione delle principali società quotate; b) per garantirsi il controllo con Siniscalco nelle società importanti con il risultato delle liste dei fondi, si sono mossi su tutti i fronti: il primo candidato della lista di Findim della famiglia Fossati in Telecom contro la lista di quelli di Assogestioni era Gianemilio Osculati, peraltro Presidente della grande società di fondi della Assogestioni. Proprio quella Eurizon controllata da Intesa che sta tanto aiutando il Governo anche con Parmalat (dove i fondi hanno comunque presentato la loro lista per il cda e il collegio sindacale). Così i fondi condotti da Siniscalco, con la forza di quelli di Intesa prendono sempre tutto e con uomini scelti da Intesa, sotto l'ala del dominus Tremonti; c) alla convention dei fondi interviene per la prima volta il Ministro dell'economia che lancia un progetto fiscale per la piazza milanese per rientro in Italia di quelle società di gestione che hanno trovato regimi fiscali più comodi all'estero: l'indipendenza dei fondi esteri potrebbe rovinare l'equilibrio di dominio tracciato dal Ministro e dal suo uomo dei fondi; i conflitti di interesse del professore Siniscalco non finiscono nell'operare per conto del Ministro dell'economia e di Banca Intesa sulle società quotate, anziché nell'interesse dei risparmiatori che hanno comprato i fondi, ma egli conosce anche gli interessi privati. Infatti il Presidente della Confindustria dei fondi è anche il responsabile per l'Italia di una delle più importanti banche d'affari, la Morgan Stanley (atto sindacato ispettivo n. 2-00183); gli amministratori e sindaci nominati sono sempre più spesso di origine torinese o vicini a Siniscalco: a) Francesco Pro, rettore del politecnico di Torino, eletto in Telecom e candidato in Pirelli (cosa rara visto che di solito l'Assogestioni non elegge la stessa persona in più di una società); b) Carlo Cenato, rettore di Ca Foscari (nel cui consiglio d'amministrazione siede Siniscalco) Presidente della fondazione Mattei (di cui Siniscalco è stato Direttore), eletto in Generali; c) Silvia Merlo, proprietaria e amministratrice della piemontesissima ditta specializzata in carrelli elevatori candidata in Finmeccanica; d) Ferdinando Beccali-Falco. torinese, eletto amministratore di Telecom Italia e perfino nominato nel comitato esecutivo con Bernabé, Patuano, Minucci, Pagliaro e tutto il gotha che controlla Telco (controllata proprio da Intesa, ossia da Passera). Al riguardo si pensi al solito caso di Osculati e delle liste di minoranza che sono liste civetta, tutte controllate da Intesa per una via o per l'altra; e) Luca Anderlini, amico di vecchia data, da Saipem a Enel Green Power, sempre gli stessi, sempre dell'entourage; a giudizio dell'interrogante i candidati ai suddetti posti di responsabilità appartengono alle liste di una sola maggioranza, ascrivibile a Banca Intesa, Tremonti e Siniscalco, si chiede di sapere: quali iniziative urgenti di propria competenza il Governo intenda assumere al fine di assicurare che vengano meno gli attuali conflitti di interesse che si configurano nella persona di Domenico Siniscalco a tutela degli interessi dei risparmiatori; quali opportune iniziative intenda adottare al fine di garantire la trasparenza dei rapporti tra chi nomina gli amministratori di minoranza delle società quotate o i loro controllanti, privati come Intesa e Mediobanca, o pubblici come lo stesso Ministero dell'economia; se al Governo risultino quanti e quali contratti ha sottoscritto la banca d'affari Morgan Stanley attraverso il tramite diretto o indiretto della filiale italiana, ossia tra la stessa e le società nelle quali Assogestioni elegge amministratori e sindaci; se il Governo sia a conoscenza dei motivi per cui la Banca d'Italia e la Consob, autorità di controllo preposte, non siano intervenute di fronte ad un evidente conflitto di interessi che si profila nei diversi delicati incarichi ricoperti da Domenico Siniscalco; se non ritenga che le regole, tanto decantate in ogni occasione istituzionale, comprese quelle in sede europea, perché rappresenterebbero la base di fiducia per uscire dalla crisi ed il supporto di sicurezza per evitare il ripetersi di scompensi finanziari che mettono in ginocchio in futuro l'economia mondiale, dovrebbero trovare un'immediata attuazione regolarizzando le condizioni del sistema finanziario, il quale non può essere più condizionato, come accade in Italia, dal controllo di alcune banche, a giudizio dell'interrogante, favorite dalla politica. (4-05088)

21/04/2011

Documento n.8919

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