ROM CITTA' APERTA: STRAPAZZATO DA CROZZA IL VELTRONISMO DI CELLULOIDE !

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Crozza nei panni di Veltroni su Youtube APRITE LA TIVU’, E’ INIZIATA UNA NUOVA STAGIONE: WALTER-STIZZA VELTRONI A “BALLARÒ” VA IN SCENA IL “MA ANCHE” BY CROZZA E LUI SI TRASFORMA IN ROSICONE I COMICI FANNO RIDERE SOLO SE NON RIDONO DI LUI, SINDACO DI “ROM, CITTA’ APERTA” Altro che quel pacioccone di Romano Prodi, pronto a chiamare in diretta La7 per farsi prendere in giro da Maurizio Crozza e duettare grazie alla sua involontaria verve comica. Ieri sera a Ballarò è andato in onda un altro film. A finire, come accade ogni settimana, sotto le grinfie umoristiche di Crozza è toccato, per la prima volta, a Walter Veltroni. Che non l’ha presa per niente bene. All’inizio sorridente, pronto a scherzarci su, ma quando il mitico Maurizione ha iniziato a ingranare una battuta dopo l’altra il volto del sindaco di Roma ha attraversato tutte le tonalità della stizza, dal gelo alla bile. “Sindaco, è vero che per la sicurezza avete già messo in campo delle misure efficacissime come la decisione di organizzare un festival del cinema rumeno?”. “Sindaco, perché non date questa soddisfazione a Berlusconi e gli fate fare la spallata? Giusto un paio d’ore, il governo cade per due ore così lui è contento, tanto lei Veltroni mica si annoia, può organizzare festival, inaugurare un asilo, presentare un libro…”. Fino a qui quasi la normale amministrazione comica, verrebbe da dire, anche se Veltroni aveva smesso di sorridere da un pezzo, e fissava lo schermo torvo. Poi, però, Floris ha mandato in onda una registrazione dell’imitazione di Walter da parte di Crozza, che ha simulato la presentazione di un libro. Apriti cielo: 5 minuti tutti all’insegna del comunismo, dei comunisti, delle radici comuniste di Veltroni, del suo non essere mai stato comunista, con la solita sfilza di “ma anche”. In pieno prime time, nel momento di massimo ascolto della trasmissione. Il gelo sul volto del neo segretario (malignamente inquadrato durante la messa in onda dello sketch) nel frattempo si era già trasformato in glaciazione polare. Al termine dell’imitazione, rientro delle immagini in studio e Crozza ghignando fa al sindaco: “Veltroni, si riconosce?”. Telecamere su Veltroni, che fa finta di nulla. Interminabili secondi. All’indugiare delle telecamere, candido come un crisantemo a febbraio Veltroni si rivolge stizzitissimo al conduttore e non a Crozza: “Che ha detto?”, quasi a non aver sentito. Crozza ripete, e subito il sindaco gli va sulla voce senza neanche farlo finire (aveva sentito benissimo…): “Ma manco per idea”. “Ma lascia stare”. “Lascia stare…”. Capita la situazione, Floris sterza subito e Crozza passa a ironizzare su Berlusconi. Il servizio successivo sulle favelas di Roma, però, contribuisce a rendere ancora più nero l’umore di Walter, che per riprendersi dall’incazzatura ha bisogno di un’oretta buona, durante la quale Pierferdi Casini lo infila più volte su feste del cinema, sponde del Tevere trasformate in villaggi rom, baraccopoli dentro ai parchi protetti. Una Caporetto. Tanto che addirittura Aldo Grasso, incaricato da Mieli di pennellare l’esordio tv da leader del sindaco, è costretto a scrivere oggi sul Corriere: “Finora Veltroni è stato aiutato dal fatto di non essere al centro della politica: governare Roma, e far parlare bene di Roma, non è come essere in mezzo all’arena politica, luogo del conflitto perenne e dello scontento continuo. Da una posizione defilata Veltroni è stato molto seduttivo e il ‘buonismo non c’entra’. (…) Un segretario di partito, in termini di comunicazione, deve ora liberarsi del complesso del ‘ma anche’, messo così bene in rilievo da Crozza. Rinunciare a una vocazione accomodante, condiscendente, pronta a lasciare aperte tutte le porte, tutte le alternative. Su un tema caldo come l’immigrazione, i campi nomadi, la ‘caccia al romeno’, le espulsioni, e in risposta alle provocazioni di Casini, Veltroni si è inasprito, spazientito”. Altro che semplicemente spazientito, ieri sera Veltroni, come si dice a Roma, ha proprio rosicato… I comici fanno ridere solo se non ridono di lui. La battute sono divertenti solo se a divertirsi è lui. Esattamente come era capitato qualche settimana fa alla festa di Azione Giovani, quando è stato preso in castagna sull’inesistente borgata “Pinarelli” (Monnezza-Milian copyright) e ha provato in tutti i modi a dire che lui l’aveva capito subito, che non c’era cascato, che sapeva benissimo che era uno scherzo, che a lui non lo si frega come a Berlusconi, etc. Sì sì, come no… E infatti Fini lo trafisse subito: “Mi dispiace che sei andato un po’ d’aceto...". Insomma, se Prodi si fa prendere in giro in diretta e Berlusconi chiama quelli che lo imitano per complimentarsi, con Walter-stizza inizia una nuova stagione. A ROMA CI SONO ANCHE GLI “ARCHEO-NOMADI”: IL COMUNE PAGA AI ROM I CORSI DI ARCHEOLOGIA E SI FA RUBARE I REPERTI… Claudio Pompei sul Giornale racconta delle varie iniziative messe in campo dal Comune di Roma sul tema rom e sicurezza, e scrive: “Ce n’è una che è tornata d’attualità proprio lunedì scorso, in seguito a un controllo della polizia municipale nel campo sosta di via dei Gordiani: gli agenti hanno trovato, oltre alla droga nascosta nei container, anche un reperto archeologico - la testa di una statuetta di epoca romana - sul quale ora la Sovrintendenza sta facendo una perizia. Nel 2003 la giunta Veltroni, con due determinazioni dirigenziali, aveva stanziato 45mila euro a favore dei giovani rom di via dei Gordiani, nell’ambito del progetto denominato «Archeo-nomadi». In sostanza, come spiegavano i documenti capitolini, «alcuni giovani rom hanno mostrato un grande interesse nell’attività di scavo e di ritrovamento dei reperti» in quell’area dove sorgeva l’antica villa dei Gordiani. Ecco perché il Campidoglio aveva pensato di finanziare i corsi destinati ad «assistenti archeologi rom» che, evidentemente, con il passare del tempo e l’acquisizione delle necessarie competenze, si sono presto trasformati in «tombaroli tzigani»”. Dagospia 07 Novembre 2007

07/11/2007

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