RISPARMIO TRADITO DALLE BANCHE: LA DIFESA DEI RISPARMIATORI NON HA COLORE POLITICO !

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Risparmio Tradito: i rapporti tra banca e cliente. Testo del messaggio della senatrice Cinzia Bonfrisco (PDL) e del senatore Elio Lannutti (IDV),al Convegno sul risparmio tradito dalle banche,svolto a Padova il 5 novembre 2009,inviato al segretario Veneto dell'Adusbef,avv. Fulvio Cavallari. Caro Fulvio Cavallari, avremmo partecipato con grande interesse a questo importante convegno sul risparmio tradito dalle banche,ma le concomitanti votazioni in aula al Senato su finanziaria e legge di bilancio e l’obbligo di presenza, non consentono la nostra presenza. Vogliamo anzitutto scusarci con gli ospiti e con il pubblico per la forzata assenza, ed inviare alcune brevi considerazioni. Il tema del risparmio tradito che ha interessato nell’ultimo decennio 1 milione di risparmiatori per un controvalore di 50 miliardi di euro,da Cirio ai bond argentini,da Parmalat a Lehman Brothers, ha leso irrimediabilmente i rapporti di fiducia tra banche e consumatori,ai quali sono stati appioppati titoli tossici con l’aggravante, in alcuni casi,della premeditazione. Dalle azioni giudiziarie intentate dalle associazioni dei consumatori verso le banche,si stima che buona parte dei tango bond appioppati a 500.000 risparmiatori, erano state effettuate in contropartita diretta,ossia prelevate dal portafoglio titoli delle banche che in precedenza avevano investito nelle obbligazioni argentine,per liberarsene appena venute al corrente dell’imminente default. E coloro che non hanno aderito (circa 240 risparmiatori) al concambio elemosina del governo argentino,pari al 32% del capitale investito in obbligazioni da scadenze lunghissime,oltre al danno patito dalle banche che appioppavano disinvoltamente quei bond con la promessa di elevata affidabilità (l’Argentina non può fallire-dicevano ai pensionati ed alle casalinghe in sede di proposta di investimento,spesso di tutti i sudati risparmi), si è aggiunta la beffa delle consuete promesse da marinaio dell’Abi,che tramite il TFA,acronimo di Task Force Argentina,appositamente costituita ha illuso ancora una volta i risparmiatori con un arbitrato internazionale che finora non ha portato ad alcuna conclusione. La crisi dei mutui americani, dolosamente impacchettati e mescolati alle obbligazioni in assenza di doverosi controlli delle autorità di vigilanza (Banche Centrali, Autorità di Borsa, FMI) per trasferire i rischi assunti e spalmarli sui mercati, ha prodotto danni globali che riverberano i suoi effetti su imprese, famiglie e lavoratori con un numero crescente di disoccupati. Giova ricordare che le tre sorelle del rating,Standard & Poor's, Fitch e Moody’s, legate a rapporti incestuosi con le grandi banche di affari,avevano emesso rapporti lusinghieri, spesso da tripla “A” su prodotti finanziari confezionati con i mutui sub-prime ed altri titoli tossici ad altissimo rischio,che viaggiano alla deriva nei portafogli di banche ed altri investitori,determinando una lunga catena di crack e fallimenti di banche importanti,ultima la Cit andato in bancarotta sotto il peso di 30 miliardi di euro in obbligazioni. Le Autorità monetarie e di borsa,ma anche i governi del G20, se vogliono davvero riportare un clima di fiducia, oltre alla pulizia dei bilanci e ad un attento monitoraggio della reale situazione degli strumenti derivati, tornati a crescere in misura proporzionale ai bonus elevati ed alle altre prebende dei banchieri,devono fissare nuove regole,una nuova Bretton Woods. Nei prossimi giorni,nell’ambito dell’indagine conoscitiva sugli strumenti derivati, la commissione Finanze del Senato ha deciso di ascoltare i banchieri delle principali banche che hanno piazzato i derivati agli Enti locali,per un controvalore complessivo di 40 miliardi di euro. Per riportare la fiducia,oltre alla conoscenza ed alla trasparenza,occorre verificare le pagelle da tripla “A” date dalle agenzie di rating a prodotti spazzatura, poi frettolosamente declassati, sanzionando comportamenti spesso truffaldini ed in conflitto di interesse con le stesse banche, alle quali le tre sorelle americane monopoliste del rating, quali Moody’s, Fitch, Standard & e Poor’s, sono legate in rapporti incestuosi proprio agli istituti di credito che piazzano prodotti bidone e ne giudicano l’affidabilità. A meno di due anni dal grande crack planetario prodotto dall’avidità dei banchieri e dagli omessi controlli delle autorità monetarie i prodotti derivati,vere e proprie scommesse semi-clandestine che alterano i prezzi delle materie prime,come petrolio, soia,riso,grano,mais,ecc. con sensibili ricadute sui prezzi finali pagati dai consumatori, sono tornati a crescere. ottimi, con rapporti incestuosi. In un recente articolo pubblicato sulla Stampa,il bravo Francesco Semproni,ha calcolato che i prodotti derivati di nuovo conio hanno raggiunto 555 miliardi di dollari,oltre 10 volte il Pil mondiale ed il 37% in più del 2008,con un dominio di JP Morgan,Goldman Sachs,Bank of America,Cytibank ed il presidente Obama che aveva previsto un inasprimento delle norme,è stato battuto dagli eventi. Scrive Semproni:” A volte ritornano, specie a Wall Street. I mercati americani devono fare i conti con una nuova invasione di derivati, gli strumenti al servizio della finanza creativa considerati tra le cause principali della crisi del credito e del collasso di giganti come Lehman Brothers e Aig. Finiti sotto processo per l'uso spregiudicato da parte di speculatori senza scrupoli, i prodotti «esotici» sono tornati a Wall Street più forti di prima e a meno di un anno dal settembre nero della finanza Usa. Lo dice il Tesoro americano secondo cui le banche commerciali degli Stati Uniti hanno incassato 5,2 miliardi di dollari dal trading di derivati nel secondo trimestre del 2009, pari a un aumento del 225% rispetto all'anno passato.Oltre 1100 istituti comprano e vendono questi prodotti, il 14% in più rispetto al 2008, e a dominare il mercato sono quattro «big», ovvero Jp Morgan, Goldman Sachs, Bank of America e Citibank, che detengono il 94% del totale di derivati in mano alle banche commerciali Usa.Secondo l'Office of the Comptroller of the Currency, una delle authority federali di vigilanza, nel sistema bancario americano sono presenti 555 miliardi di dollari in prodotti derivati, il 37% in più rispetto all'anno scorso. «Ne risulta un'esposizione molto elevata», dice Kathryn E. Dick, della Occ. Nella categoria rientrano una vasta gamma di prodotti, come futures, swap, forwards, opzioni, il cui valore è legato a investimenti in valuta, materie prime, greggio e tassi d'interesse.Creati come strumenti per bilanciare il rischio, sono divenuti un'arma a doppio taglio come nel caso dei «credit default swap», assicurazioni sul rischio di default di un debito, perché grazie al loro impiego frenetico si sono sottoscritte obbligazioni con rischi elevatissimi, o erogati prestiti senza che le banche avessero le riserve necessarie. Il mercato globale dei derivati è di oltre 600 mila miliardi di dollari e assieme ai prodotti strutturati, come gli Asset-Backed Securities o i Collateralized debt obligations (cartolarizzati). Inoltre, trattandosi di settore non regolamentato, elude il controllo degli organi di vigilanza, e per questo l'amministrazione Obama nel progetto di riforma finanziaria presentato il 17 giungo ne ha previsto l'inasprimento delle norme per la vendita designando la Fed alla vigilanza. Ma già prima di un intervento dall'alto, questi prodotti sono tornati in forza nelle banche - quasi tutte beneficiarie dei fondi pubblici salvagente - a cui i fatti dello scorso anno sembrano un lontano ricordo.Lo ha riferito al Congresso, giovedì scorso, Paul Volcker, il capo del Consiglio per la ripresa economica della Casa Bianca: «I derivati sono tornati in quantità eccessive rispetto al totale degli asset bancari, ci sono rischi sulla tenuta del sistema”. Parole profetiche che hanno prodotto l’ultimo fallimento della Cit,una settimana dopo averle pronunciate. In qualità di senatori della Repubblica,di maggioranza e di opposizione,cerchiamo di dare un contributo legislativo alla stabilità dei mercati (ricordiamo che le mozioni su una nuova Bretton Woods presentate a maggio,sono state approvate a larghissima maggioranza) proponendo regole nuove e condivise per salvaguardare un bene,il risparmio,di rilevanza costituzionale ed i diritti e gli interessi dei risparmiatori e delle famiglie. Ti preghiamo,caro avv. Cavallari, di portare i più cordiali saluti ai partecipanti al convegno. Senatrice Cinzia Bonfrisco (PDL) Senatore Elio Lannutti (IDV)

06/11/2009

Documento n.8273

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