RETRIBUZIONI: LEGATE AI DISASTRI PROVOCATI DAI MANAGER. PIU' ALTI I DISASTRI,PIU' ELEVATI STIPENDI VERGOGNOSI

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ITALIA PRIMA IN EUROPA (IN STIPENDI) – ALL’ESTERO LE RETRIBUZIONI DEI TOP MANAGER SONO LEGATE AI RISULTATI AZIENDALI: DA NOI QUASI MAI – QUALCHE ESEMPIO? FIAT, LIGRESTI, PESENTI, CONTI, CALTAGIRONE… Vittorio Malagutti per “L’espresso” Se si confrontano valore di Borsa, giro d'affari e redditività, non c'è davvero partita: Allianz batte Fondiaria tre a zero. Ma quando si parla di stipendi allora la musica cambia. Amministratori e manager della compagnia controllata da Salvatore Ligresti possono permettersi di guardare dall'alto in basso i loro colleghi tedeschi. In parte è un affare di famiglia. Jonella, Paolo e Giulia Ligresti, i tre eredi dell'immobiliarista-finanziere di origine siciliana, si spartiscono quasi 12 milioni di euro. Jonella, che siede sulla poltrona di presidente, l'anno scorso ha guadagnato 4,5 milioni tra compensi, bonus e prebende varie. Sua sorella Giulia (vicepresidente) sfiora i 2 milioni, mentre il fratello Paolo supera i 4 milioni. Davanti a tutti, però troviamo Fausto Marchionni. L'amministratore delegato di Fondiaria nel 2007 ha ricevuto un assegno di 7,1 milioni, che ne fa uno dei manager più pagati d'Italia. Secondo solo al capo di Unicredit, Alessandro Profumo, se si escludono i dirigenti premiati da liquidazioni o buonuscite come la vecchia coppia di vertice di Capitalia formata da Cesare Geronzi e Matteo Arpe, Riccardo Ruggiero (Telecom) o Gabriele Galateri (Mediobanca). A Monaco di Baviera, al quartier generale di Allianz, si viaggia su cifre decisamente inferiori. Il presidente Michael Diekmann ha incassato compensi per circa 3,5 milioni e i suoi dieci colleghi del consiglio di amministrazione, tra cui l'italiano Enrico Cucchiani, non vanno oltre i 2,5 milioni. I loro stipendi, legati per oltre il 50 per cento alle performance del gruppo, l'anno scorso sono calati rispetto al 2006, quando Diekmann aveva sfiorato i 5 milioni. Il bilancio di Fondiaria, invece, racconta una realtà ben diversa. La compagnia arranca, ma i compensi dei top manager non diminuiscono. Nel 2007 i titoli del gruppo assicurativo sono calati in Borsa del 18 per cento e i profitti netti sono aumentati di poco, circa tre punti percentuali. Nel frattempo però il consiglio di amministrazione di Fondiaria ha deciso di assegnare un milione di euro in più al presidente Jonella Ligresti e all'amministratore delegato Marchionni a titolo di 'emolumento per la carica'. E questo non è un caso isolato. In generale, si scopre che all'estero i compensi degli uomini di vertice dei grandi gruppi nella maggioranza dei casi riflettono le performance della società. In Italia, invece, spesso questo non succede. Nel 2007 il leader di Unicredit Alessandro Profumo ha visto aumentare la sua retribuzione lorda di quasi il 40 per cento grazie anche a un bonus di 5,9 milioni "potenzialmente erogabile", si legge nel fascicolo di bilancio "ad aprile 2008 in relazione al raggiungimento degli obiettivi di gruppo relativi all'anno 2007". Nel testo non vengono specificati quali siano questi obiettivi. Va detto che l'anno scorso il titolo Unicredit ha perso circa il 12 per cento in Borsa, mentre i profitti sono cresciuti del 15 per cento rispetto al 2006. Anche Giampiero Pesenti, presidente e maggiore azionista del gruppo Italmobiliare, può brindare a un sostanzioso incremento dei suoi personali compensi: da 3,2 a 5,4 milioni. Nel frattempo però le azioni Italmobiliare hanno perso quota: meno 22 per cento l'anno scorso. E anche gli utili aziendali sono calati dell'11 per cento. A dire il vero, però, neppure oltre frontiera viene sempre rispettata la regola che vuole le variazioni degli stipendi dei supermanager allineate a quelle dei risultati aziendali. Il caso più clamoroso è quello del banchiere svizzero Josef Ackwermann, dal 2002 al timone della Deutsche bank. La grande banca di Francoforte ha subìto i contraccolpi dalla bufera finanziaria globale di questi mesi. Dapprima 2,2 miliardi di svalutazioni nel terzo trimestre del 2007 e poi, martedì primo aprile, i vertici dell'istituto hanno annunciato nuove perdite per altri 2,5 miliardi. Ackermann però non solo ha mantenuto ben saldo lo scettro di banchiere più pagato d'Europa, ma l'anno scorso ha visto addirittura aumentare i suoi compensi, passati da 13,2 a 13,9 milioni di euro. È andata decisamente peggio a Marcel Ospel, il numero uno di Ubs. La grave crisi della più importante banca svizzera è infine costata il posto al suo amministratore delegato, che però, già nelle settimane scorse aveva rinunciato al 90 per cento del suo stipendio stellare: circa 17 milioni nel 2006. Alla vicepresidenza di Ubs è stato chiamato Sergio Marchionne, che era già nel board dell'istituto. L'anno scorso il manager della Fiat ha scelto di convertire in azioni della banca svizzera l'intero suo compenso di consigliere. Risultato: il crollo delle quotazioni lo ha colpito nel portafoglio. Il suo pacchetto di 45.800 titoli adesso vale circa 800 mila euro. Meno della metà rispetto a un anno fa. Poco male. L'anno scorso Marchionne ha guadagnato 6,9 milioni come amministratore delegato della Fiat, all'incirca la stessa somma del 2006. Lo precede di poco in graduatoria il presidente Luca di Montezemolo, con quasi 7,1 milioni. I vertici della Fiat guidano la graduatoria dei manager industriali, seguiti da una coppia targata Pirelli: Marco Tronchetti Provera e Carlo Puri Negri, che gestisce il ramo immobiliare del gruppo della Bicocca. Nelle posizioni di vertice spunta a sorpresa Francesco Caltagirone jr, amministratore delegato di Cementir. L'anno scorso il figlio del più noto editore-costruttore Francesco Gaetano Caltagirone ha incassato un bonus di 5,1 milioni, contro i 4,7 milioni del 2006. Buona parte di queste somme sono state reinvestite in azioni della stessa Cementir. Il pacchetto di Francesco jr vale circa 34 milioni di euro. Anche questo è un affare di famiglia, visto che il gruppo cementiero è controllato dalla famiglia Caltagirone. Tra i banchieri la piazza d'onore alle spalle di Profumo è occupata da Giampiero Auletta Armenise, l'amministratore delegato di Ubi banca. Ad Auletta Armenise è andato un bonus di 3,9 milioni di euro, che porta a 4,2 milioni i suoi emolumenti complessivi. Anno di compensi extra anche per i banchieri toscani. Il direttore generale del Monte dei Paschi di Siena, Antonio Vigni, si è visto assegnare un 'premio aziendale di rendimento' di 1,4 milioni. Il suo collega Aureliano Benedetti, che guida la Cassa di Firenze, ha invece incassato un bonus di 2 milioni. In fatto di premi il record spetta senz'altro a Giovanni Bazoli. In occasione del suo passaggio dalla poltrona di presidente di Banca Intesa a quella di numero uno del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo il professore bresciano ha ricevuto 10 milioni di euro come 'indennità speciale di fine mandato'. In realtà questo compenso ammontava a 15 milioni, di cui un terzo, però, è stato donato a un ente benefico. Tra i top manager di Intesa, il direttore generale vicario Pietro Modiano nel 2007 ha guadagnato più dell'amministratore delegato Corrado Passera. Solo 2 mila euro di differenza tra i due stipendi, che superano di poco i 3,5 milioni, entrambi in calo del 10 per cento circa sul 2006. Per Passera però, gran parte del compenso arriva sotto forma di azioni. Il capo di Intesa possiede 6,4 milioni di titoli della banca milanese per un valore di Borsa di oltre 28 milioni. Il 2007 si è invece chiuso alla grande per i capi azienda dei gruppi a controllo pubblico quotati. Fulvio Conti (Enel), Paolo Scaroni (Eni) e Pier Francesco Guarguaglini (Finmeccanica), premiati da bonus milionari, hanno incassato compensi più elevati rispetto al 2006. Lo stipendio di Conti è più che raddoppiato: da 1,3 a 3,1 milioni. Festeggia anche Guarguaglini. Nel 2002, quando arrivò al vertice di Finmeccanica, guadagnava meno di un milione di euro. Nel 2007 il suo compenso ha toccato i 4,2 milioni. Dagospia 04 Aprile 2008

04/04/2008

Documento n.7066

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