RCS: DAL ’PACCO’ MIELI, AL DOPPIO ’PACCO’ MIELI-PERRICONE DA FAR FUORI. SI LAVORA AL POST-PROFUMO ?

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UNO-DUE-RCS: DAL ’PACCO’ MIELI, AL DOPPIO ’PACCO’ MIELI-PERRICONE DA FAR FUORI - Orcel, grande consulente di Profumo, starebbe lavorando AL POST-PROFUMO - DOLORI PER MARPIONNE: Chrysler VUOLE SALVARSI da sola - I GIORNALISTI DI SORIA Andrea Orcel1 - c'è chi dice che Orcel, grande consulente occulto di Profumo, starebbe lavorando con discrezione per preparare un'alternativa al capo di Unicredit Il peggio è alle spalle". Queste parole Alessandro Profumo le ha pronunciate all'inizio di maggio dell'anno scorso quando di buon mattino tentò di rassicurare gli analisti e il mercato sui conti del primo trimestre. In quell'occasione il banchiere ex-McKinsey era accompagnato dal direttore finanziario Ranieri de Marchis e si trovava a Roma per la prima Assemblea dopo la fusione con Capitalia che durò 12 ore. Il giorno dopo si recò a Londra e la stessa cosa farà tra oggi e domani per illustrare i risultati del bilancio 2008. I dipendenti del Gruppo li aspettano con ansia incollati con le orecchie a Radio Retail, la nuova web-radio che dal 1° marzo è entrata in funzione e diffonde informazione e musica durante la giornata. Dopo la bufera degli ultimi mesi il banchiere genovese si è buttato a capofitto per smentire i falsi profeti che avevano parlato di fallimento della banca, e lo ha fatto con l'impegno del boyscout che dopo aver costruito la sua tenda la difende di fronte agli imprevisti anche a costo di contraddirsi. D'altra parte la contraddizione è una virtù che a Palazzo Chigi viene esercitata quotidianamente alla faccia di qualsiasi coerenza e credibilità. Profumo non è da meno: aveva rifiutato l'idea di un aumento di capitale, poi si è rimangiato questa convinzione, e adesso mette insieme con disinvoltura le risorse garantite dalle banche, i bond del governo austriaco e quelli di Giulietto Tremonti. Mentre Corradino Passera fa un suo gioco politico da "banchiere di sistema", il capo di Unicredit non sfotte il ministro e la folle idea dei prefetti-controllori, ma imbocca la strada del tecnocrate che rinuncia a una parte del favoloso stipendio e cerca di salvare l'impero europeo costruito in 22 paesi. Ieri gli è arrivata la notizia che anche le banche dell'Ucraina, la più rischiosa provincia dell'Est europeo, riceveranno 16 miliardi di dollari dal Fondo Monetario, e questa è un'altra buona notizia che si aggiunge ai 4 miliardi di utili che oggi saranno annunciati al mercato. Lo stesso annuncio accompagnato dallo slogan "our commitment is our strenght" (il nostro impegno è la nostra forza) sarà ripetuto domattina a Londra durante l'incontro e la conference call con gli analisti che inizierà alle 9,30. Qualcuno sostiene che la caparbietà di Profumo non sia legata soltanto alla sua presunzione e all'incoraggiamento sotterraneo di qualche manina politica come quella di Fabrizio Palenzona, il massiccio vicepresidente di Unicredit che lo ha portato a baciare la pantofola di Berlusconi. Dietro la figura del 52enne bocconiano c'è chi intravede il profilo di un suggeritore esperto di finanza. Il suo nome è Andrea Orcel, l'uomo che dopo la laurea in economia ha lavorato in Goldman Sachs e Boston Consulting, e dal 2007 è responsabile dell'investment banking in Merrill Lynch. Al suo attivo ha grandi operazioni finanziarie che hanno toccato banche internazionali come Abn Amro, Santander, dalle quali avrebbe ricavato qualcosa come 34 milioni di compenso. E c'è chi dice con malizia (tutta da verificare) che questo Orcel, grande amico e consulente occulto di Profumo, starebbe lavorando con discrezione per preparare un'alternativa al capo di Unicredit. 2 - UNO-DUE-RCS: DAL 'PACCO' MIELI, AL DOPPIO 'PACCO' MIELI-PERRICONE DA FAR FUORI I poteri forti sono deboli, così deboli e divisi da non riuscire a trovare la soluzione per il vertice del "Corriere della Sera" e del Gruppo Rcs. Questa scoperta l'hanno fatta i milanesi ieri sera quando hanno visto uscire dalla casa di Tronchetti Provera in via Bigli, le auto blu dei soci più rappresentativi del Patto di sindacato che governa il Gruppo editoriale. Le facce di Luchino di Montezemolo, Giovanni Bazoli e Cesarone Geronzi erano eloquenti e facevano capire che la battaglia di via Solferino per sostituire Paolino Mieli è ancora in alto mare. Il Patto di sindacato che doveva riunirsi domani slitterà di un paio di settimane perché questi illustri personaggi si sono impantanati in un balletto di veti incrociati che sfiora il ridicolo. Sembra impossibile infatti che gente così esperta di organigrammi non riesca a tirar fuori dal cilindro il nome di un giornalista in grado di sostituire quel Mieli sul quale hanno disegnato una croce. Eppure di giornalisti in Italia ce ne sono circa 15mila e tra questi non mancano professionisti validi e giovani. Il guaio è che i soci del Patto esprimono poteri più vecchi che forti, e si avvitano nella ricerca di un grande nome che non riescono a trovare. A incasinare il risiko del "Corriere" e di Rcs è stato Flebuccio De Bortoli, il direttore del "Sole 24 Ore" che con il suo gran rifiuto alla presidenza della Rai ha bloccato il percorso del turnaround editoriale. Poi ci si è messo di mezzo con la sua abilità di vecchia volpe lo stesso Mieli che ha fatto circolare candidature improbabili e impossibili. Il risultato è un gioco della torre che nemmeno i grandi vecchi come Geronzi e Bazoli riescono a controllare. Insomma mentre a Roma i partiti si sfracellano tra di loro sul manuale Cancelli per la presidenza della Rai, a Milano (capitale dell'efficienza e della finanza) i poteri forti hanno trasformato il "salotto buono" in una specie di Villa Arzilla per giochetti senili. Qualcosa però è trapelato sui marciapiedi di via Bigli davanti alla casa di Tronchetti Provera e Dagospia ha raccolto i frammenti dell'unica decisione che è stata presa nel conclave di ieri. Sembra infatti che, messa da parte la questione "personale" di Mieli, abbia prevalso l'idea di un "pacchetto" dentro il quale oltre al direttore del "Corriere" è stato aggiunto anche l'amministratore delegato, Antonello Perricone. Questo significa che i soci di Villa Arzilla (banchieri e manager del tutto estranei al mestiere di editore) hanno finalmente capito che la questione del "Corriere" è intimamente legata alla gestione dell'intero Gruppo Rcs. A salvarsi sarà certamente il notaio dalla cravatta rossa, Piergaetano Marchetti, che presiede il Consiglio Rcs dove domani salteranno fuori i dolori. Quello che doveva essere un "pacco" per Mieli è diventato un "pacchetto". I tempi sono cambiati: a Milano non c'è più Cuccia, a Torino manca l'Avvocato, a Roma ignorano Romiti. Con i loro difetti erano tre uomini che di poteri forti ne capivano davvero. 3 - la lista dei 18 giornalisti beneficiati DA SORIA - DOLORI PER MARPIONNE: Chrysler non esclude DI SALVARSI da sola Gli ultimi operai della Fiat seguono con enorme interesse le vicende di Giuliano Soria, il padre-padrone del Premio Grinzane Cavour accusato di palpeggiare i camerieri e di nascondere i tesoretti. A loro interessa soprattutto che venga fuori la lista dei 18 giornalisti beneficiati dai quattrini che la presidente della Regione, Mercedes Bresso, e un'infinità di banche, hanno fatto spiovere nelle tasche dell'intraprendente professore. C'è poi la questione della Fiat e dell'alleanza con Chrysler, ma questo è un problema che angoscia soprattutto i manager dell'azienda, primo fra tutti l'uomo dal pullover sgualcito, Sergio Marpionne. I giornali sparano con grande evidenza le notizie che ieri sono state rilanciate dall'agenzia Bloomberg sulle sinergie che l'alleanza Fiat-Chrysler potrebbe generare. Di queste ha scritto Bob Nardelli, il 60enne capo di Chrysler che in una email ai dipendenti ha esaltato le potenzialità dell'accordo tra le due case automobilistiche. Chi ha letto il testo della lettera telematica ha notato però che Nardelli in realtà è molto prudente e anche se ritiene che la Fiat porterebbe nel matrimonio una grande dote di tecnologie e di prodotti, non esclude affatto che Chrysler possa farcela da sola. Questo sentiment non è casuale e nasce dalle perplessità che a Washington stanno montando nell'Amministrazione Obama dove la filosofia del buy american non intende privilegiare la Casa di Detroit e quella torinese. A queste perplessità si aggiunge la doccia di acqua fredda dello stesso Nardelli che in un'intervista al "New York Times" ha detto testualmente: "spero di sbagliarmi ma non ho grande fiducia sul fatto che noi potremo evitare la bancarotta". 4 - EXPO: Stanca si è stancato Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che l'ex-ministro Lucio Stanca è profondamente seccato. Da circa un mese gli hanno fatto balenare la presidenza e la gestione dell'Expo 2015, ma finora all'ex-manager Ibm non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale. Stanca si è stancato".

17/03/2009

Documento n.7825

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