POLLUCE: IL MISTERO DEL TESORO SPARITO

in Articoli e studi
Il battello affondato nelle acque dell’Elba il 17 giugno 1841 trasportava un carico di preziosi stimato tra i 500-1000 miliardi delle vecchie lire Lannutti chiede trasparenza sul tesoro “sparito” del Polluce di Roberto Casalena E con l’ultima interrogazione parlamentare del senatore Elio Lannutti, siamo a quattro.Troppe, senza risposta, quelle degli ultimi anni presentate al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sul trafugamento del tesoro del Polluce, un piroscafo di circa 50 metri affondato il 17 giugno 1841, a poche miglia da Porto Azzurro ( Isola d’Elba), che trasportava un carico di preziosi ( 100.000 monete d’oro, di argento e gioielli) per una valore tra i 500-1.000 miliardi di vecchie lire, destinato ai moti mazziniani. Il relitto che giace ad una profondità di circa 100 metri , nel 2000 è stato saccheggiato da un gruppo di inglesi, che per recuperare parte del carico ne hanno distrutto la parte superiore, avendo usato una benna. Si suppone che una grossa parte del tesoro si trovi ancora disseminata sul fondale del mare intorno al relitto, o nelle zone della stiva protette da parti metalliche, essendo sfuggite all’opera della benna. Il furto dei preziosi da parte del gruppo inglese è potuto avvenire , come scrive anche l’interrogante Lannutti,” a causa di gravi omissioni imputabili a carico della Soprintendenza archeologica per la Toscana, le cui giustificazioni sulla mancata vigilanza in merito al nulla osta a operazioni di recupero, non meglio identificate, commesse dagli autori del trafugamento, non paiono essere state convincenti”. L’1% del tesoro recuperato dal Polluce fu messo all’asta dal gruppo inglese, ma fu intercettato da Scotland Yard, e successivamente riconsegnato all’Italia. Fatto è che nonostante la precedente noncuranza della Soprintendenza della Toscana, è sopraggiunto al danno la beffa. Infatti, la Soprintendenza, dopo anni di inerzia, ha cercato di correre ai ripari. Ma , come noto, la fretta è spesso cattiva consigliera. Infatti,durante le ferie estive del 2005, guarda caso, nel mese di agosto, la Sovrintendenza ha stipulato un contratto di sponsorizzazione per il recupero dei preziosi del Polluce, ancora in fondo al mare, ignorando la procedura amministrativa prevista per un contratto di tale tipologia. Procedura, che di solito, non sfugge agli organi di controllo quando a questi viene sottoposta. Dunque, la commessa fu data ad una società di Ravenna interessata alla storia del mare, la quale , a sua volta, la commissionò per il recupero ad un’altra azienda, specializzata ,però, nella ricerca degli idrocarburi e nella trivellazione del sotto fondo marino, che non era pertinente con le delicate metodiche della archeologia subacquea. Il risultato è stato quello del recupero di neanche l’1% del carico originale. Ma la storia non finisce qui. Un’ulteriore “stranezza” del contratto è che questo avrebbe dovuto consentire allo sponsor di pubblicizzare soltanto l’impresa, un po’ come avviene , ad esempio, per gli istituti di credito quando sponsorizzano un’opera d’arte pubblica. E invece, viene stabilito che in cambio della sponsorizzazione, la Soprintendenza della Toscana concede il comodato gratuito dei preziosi rinvenuti, dopo il relativo restauro a cura della stessa Soprintendenza. Il prestito è previsto per 4 anni, più altri 4 rinnovabili, ed è finalizzato alla realizzazione di una mostra itinerante privata che lo sponsor allestirebbe per proprio conto, in Italia ed all’estero. Ma la Soprintendenza ha anche consentito il prestito dei preziosi trafugati precedentemente dal Polluce dal gruppo inglese, pari ad un altro 1% del valore stimato del carico che portava il vascello. Alle presunte irregolarità contrattuali si aggiungerebbe, inoltre, una ulteriore sponsorizzazione del Comune di Porto Azzurro ( 100.000 euro) per avere nel mese di agosto, degli anni di vigenza del contratto, i preziosi da esporre nella stessa cittadina. C’è da aggiungere, inoltre, che oltre alle interrogazioni parlamentari rimaste senza risposta, vi sono anche due esposti alla Corte dei Conti, anche questi senza risposta. Sembra un giallo, ma lo è. Il sen. Lannutti, con l’interrogazione di questi giorni, che come già detto si aggiunge alle altre tre precedentemente presentate da altri esponenti di Camera e Senato, durante il governo di centro-sinistra di Prodi, si aspetta che venga fatta ,finalmente, piena luce sulla vicenda del tesoro del Polluce. E speriamo, che almeno questa volta, il ministro Bondi, del Pdl , risponda, una volta per tutte. Sarebbe ora.

06/04/2009

Documento n.7863

Sostieni i consumatori, sostieni ADUSBEF!

Puoi sostenere ADUSBEF anche attraverso il 5 x 1000: in fase di dichiarazione, indica il codice fiscale 03638881007

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK