PARMALAT: SANTINTESA PAGA 310 MILIONI,SPIANANDO LA STRADA ALLA CLASS ACTION

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Parmalat, transazione monstre con Intesa Sanpaolo ( Sole 24 Ore Online, Il del 24/12/2007 ) Stampa - Guida Di Mara Monti commenti - | | 23 DICEMBRE 2007 Adusbef: l'accordo apre la strada a class action Pace di Natale tra Parmalat e Intesa Sanpaolo, con un accordo che diventa la pietra tombale di tutti i risarcimenti chiesti dal gruppo di Collecchio al colosso bancario milanese. Alla vigilia della pausa festiva, infatti, il gruppo guidato da Giovanni Bazoli e Corrado Passera più le ex controllate Cariparma e Biverbanca hanno staccato un assegno all'amministratore delegato Enrico Bondi di 420 milioni di euro. Una cifra consistente, la metà di quanto collezionato da Collecchio nelle transazioni finora sottoscritte, circa 800 milioni di euro. Con quest'ultima, Parmalat si impegna a "rinunciare a tutte le azioni revocatorie e risarcitorie già promosse ed eventualmente proponibili nei confronti delle banche", si legge in una nota congiunta. Un timing probabimente non casuale visto che la procura di Milano si appresta a chiudere il terzo troncone delle indagini sul crack della Parmalat, quello che riguarda i bond collocati sul mercato nell'ultimo anno, ovvero il 2003, dove sono coinvolte molte grandi banche italiane. Sta di fatto che l'accordo "tombale", raggiunto con l'apporto dei consulenti legali dello studio Lombardi per Parmalat e dello studio Pedersoli Benessia per Intesa Sanpaolo, è molto articolato. Si parte dai 310 milioni di euro che il gruppo bancario verserà direttamente alle casse del gruppo alimentare, cifra riferibile ai "reciproci rapporti e pretese riferibili al periodo antecedente la dichiarazione di insolvenza del gruppo Parmalat del dicembre 2003. A questa cifra si aggiungono altri 17 milioni che verranno versati dal gruppo bancario alle ex società del gruppo Parmalat in amministrazione straordinaria: 12,5 milioni di euro a Parmatour, 2,5 milioni al Parma Calcio e 2 milioni ad altre società. Ci sono poi le transazioni concluse con le ex controllate come Cariparma e Biverbanca. Nel caso della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza (ora Credit Agricole), la transazione con Parmalat ammonta a 83 milioni di euro a cui vanno aggiunti altri 2,5 milioni a Parmatour, 2,5 milioni al Parma Calcio e 2 milioni ad altre società in amministrazione straordinaria. Infine Biverbanca (ora gruppo Monte del Paschi di Siena) ha pagato 3 milioni di euro in cambio della rinuncia da parte del gruppo alimentare di tutte le azioni revocatorie. In una nota separata, Intesa Sanpaolo ricorda che la banca vanta un credito nei confronti della vecchia Parmalat di circa 100 milioni di euro. Nell'ambito generale della negoziazione è stato stabilito che tale credito verrà "soddisfatto mediante l'attribuzione di azioni (e warrant) Parmalat in ragione delle percentuali concordatarie (recovery ratio) stabilite per ciascuna delle società in concordato per un valore corrente di mercato di circa 20 milioni di euro", pari a 7 milioni di azioni di nuova emissione, ovvero lo 0,4% del capitale. La nota prosegue ricordando che "a fronte dell'esborso di 327 milioni di euro complessivi, sussistono fondi per circa 240 milioni costituiti nei precedenti esercizi". Per quanto riguarda la ex controllata Cariparma, "lo stanziamento di fondi per 90 milioni di euro dalla stessa effettuato nei precedenti esercizi copre integralmente gli impegni assunti nell'accordo transattivo". Intesa Sanpaolo "ribadisce l'assoluta correttezza dei comportamenti e la totale ignoranza da parte del gruppo bancario stesso dello stato di insolvenza di Parmalat". Precisa, infine, di essere giunta alla firma dell'accordo "al solo fine di evitare le oggettive incertezze di un lungo contenzioso quanto mai complesso e anche in considerazione dei relativi ingenti costi amministrativi". Di Mara Monti commenti - | | 23 DICEMBRE 2007 Adusbef: l'accordo apre la strada a class action Pace di Natale tra Parmalat e Intesa Sanpaolo, con un accordo che diventa la pietra tombale di tutti i risarcimenti chiesti dal gruppo di Collecchio al colosso bancario milanese. Alla vigilia della pausa festiva, infatti, il gruppo guidato da Giovanni Bazoli e Corrado Passera più le ex controllate Cariparma e Biverbanca hanno staccato un assegno all'amministratore delegato Enrico Bondi di 420 milioni di euro. Una cifra consistente, la metà di quanto collezionato da Collecchio nelle transazioni finora sottoscritte, circa 800 milioni di euro. Con quest'ultima, Parmalat si impegna a "rinunciare a tutte le azioni revocatorie e risarcitorie già promosse ed eventualmente proponibili nei confronti delle banche", si legge in una nota congiunta. Un timing probabimente non casuale visto che la procura di Milano si appresta a chiudere il terzo troncone delle indagini sul crack della Parmalat, quello che riguarda i bond collocati sul mercato nell'ultimo anno, ovvero il 2003, dove sono coinvolte molte grandi banche italiane. Sta di fatto che l'accordo "tombale", raggiunto con l'apporto dei consulenti legali dello studio Lombardi per Parmalat e dello studio Pedersoli Benessia per Intesa Sanpaolo, è molto articolato. Si parte dai 310 milioni di euro che il gruppo bancario verserà direttamente alle casse del gruppo alimentare, cifra riferibile ai "reciproci rapporti e pretese riferibili al periodo antecedente la dichiarazione di insolvenza del gruppo Parmalat del dicembre 2003. A questa cifra si aggiungono altri 17 milioni che verranno versati dal gruppo bancario alle ex società del gruppo Parmalat in amministrazione straordinaria: 12,5 milioni di euro a Parmatour, 2,5 milioni al Parma Calcio e 2 milioni ad altre società. Ci sono poi le transazioni concluse con le ex controllate come Cariparma e Biverbanca. Nel caso della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza (ora Credit Agricole), la transazione con Parmalat ammonta a 83 milioni di euro a cui vanno aggiunti altri 2,5 milioni a Parmatour, 2,5 milioni al Parma Calcio e 2 milioni ad altre società in amministrazione straordinaria. Infine Biverbanca (ora gruppo Monte del Paschi di Siena) ha pagato 3 milioni di euro in cambio della rinuncia da parte del gruppo alimentare di tutte le azioni revocatorie. In una nota separata, Intesa Sanpaolo ricorda che la banca vanta un credito nei confronti della vecchia Parmalat di circa 100 milioni di euro. Nell'ambito generale della negoziazione è stato stabilito che tale credito verrà "soddisfatto mediante l'attribuzione di azioni (e warrant) Parmalat in ragione delle percentuali concordatarie (recovery ratio) stabilite per ciascuna delle società in concordato per un valore corrente di mercato di circa 20 milioni di euro", pari a 7 milioni di azioni di nuova emissione, ovvero lo 0,4% del capitale. La nota prosegue ricordando che "a fronte dell'esborso di 327 milioni di euro complessivi, sussistono fondi per circa 240 milioni costituiti nei precedenti esercizi". Per quanto riguarda la ex controllata Cariparma, "lo stanziamento di fondi per 90 milioni di euro dalla stessa effettuato nei precedenti esercizi copre integralmente gli impegni assunti nell'accordo transattivo". Intesa Sanpaolo "ribadisce l'assoluta correttezza dei comportamenti e la totale ignoranza da parte del gruppo bancario stesso dello stato di insolvenza di Parmalat". Precisa, infine, di essere giunta alla firma dell'accordo "al solo fine di evitare le oggettive incertezze di un lungo contenzioso quanto mai complesso e anche in considerazione dei relativi ingenti costi amministrativi". ( Sole 24 Ore Online, Il del 24/12/2007 )

24/12/2007

Documento n.7027

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