PARADISI FISCALI: LO VEDI,ECCO SAN MARINO,LE CAYMAN DE NOANTRI ,CON 8.490 ITALIANI RESIDENTI

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CHE FANNO SU UN ATOLLO DEL PACIFICO I DUE ITALIANI CHE CI HANNO PRESO LA RESIDENZA? - IL FISCO A CACCIA DI 29.158 CHE HANNO TROVATO IL LORO PARADISO NON PAGANDO LE TASSE - DA SAN MARINO A TONGA E DALL’URUGUAY AGLI EMIRATI, NEL MIRINO C’È TUTTO L’ATLANTE - SAN MARINO, LA CAYMAN DE NOANTRI, È IN TESTA PER ITALIANI RESIDENTI CON 8.490, POI MONTECARLO (4.648). 98 SONO A GIBILTERRA, 20 NELLE ISOLE DEL CANALE DELLA MANICA - Luigi Grassia per La Stampa Banana Republic, una vecchia canzone di Francesco De Gregori, racconta che «il Paese dei Tropici» pullula di «americani che espatriano», in preda a frequenti attacchi di malinconia per la loro patria lontana. La sera «spendono più di una lacrima / su un bicchiere di vino e di rum». Ma «piangendo gli viene da ridere», visto che sono scappati con una barca di soldi, e allora sai che malinconia. Non si offendano i 29.158 italiani che hanno trasferito la loro residenza in paradisi fiscali fuori dai nostri confini, ma l'Agenzia delle Entrate, che è maliziosa, li vuol controllare uno per uno nella sua offensiva contro l'evasione fiscale, e nel caso specifico contro le false residenze per ragioni di comodo, lanciata in parallelo con l'offerta di rientro incentivato dei capitali - il cosiddetto Scudo fiscale. Il controllo riguarda chi vive nei 54 Paesi del mondo che offrono una fiscalità di vantaggio agli stranieri residenti. Per esempio: che cosa mai faranno sull'atollo di Niue, in mezzo all'oceano Pacifico, i due italiani che ci hanno preso la residenza? Possono essere due amanti dell'esotico, all'inseguimento di qualche loro sogno in stile Gauguin, ma intanto l'Agenzia li ha inseriti nella famosa lista dei 29.158. Sia chiaro, non c'è proprio niente a loro carico; solo una verifica. Fanno loro compagnia (a debita distanza, ma sempre nel Pacifico) i 12 italiani trasferitisi alle isole Tonga, i 13 che hanno scelto le Samoa e i 5 che hanno puntato sulle Cook. Cambiano di oceano, dal Pacifico all'Indiano, scopriamo che sono 86 gli italiani che hanno trasferito l'indirizzo alle Seychelles, 23 alle Maldive e 123 a Mauritius. Senza ironia: beati loro, avranno dei motivi validissimi per stare lì, magari saranno quasi tutti operatori turistici, ma vale per loro il discorso fatto sopra. I numeri crescono se si sposta l'attenzione in una terza zona fertile di paradisi naturali ma anche fiscali, cioè i Caraibi (in senso lato): ci troviamo 925 italiani che risiedono alle Bermuda, 548 nell'isola di Anguilla, 29 alle Cayman, 6 dell'arcipelago corallino Turks e Caicos, 5 a Saint Kitts e Nevis e 4 dell'isola di Santa Lucia. La lista dell'Agenzia delle Entrate, stilata in base agli ultimi dati dell'Aire (Anagrafe degli italiani all'estero), segnala comunque che sono più affollati i «paradisi» vicini. San Marino è in testa per numero di italiani residenti con 8.490, seguita dal Principato di Monaco (4.648). Per restare in Europa 98 italiani risultano residenti a Gibilterra e 20 nelle isole del Canale tra Gran Bretagna e Francia. Altre località di residenza preferite sono l'Uruguay (con 3.553 italiani), gli Emirati Arabi Uniti (1.702), Singapore (887) e Hong Kong (637). Piacciono pure Liechtenstein, Costarica, Ecuador, ma ormai è chiaro, c'è tutto l'atlante. Mentre cresce la pressione sui «paradisi», l'Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza fanno sapere che non potranno aderire allo Scudo fiscale i 40 mila contribuenti destinatari del questionario da loro inviato a chi negli ultimi cinque anni è tornato in Italia dopo aver avuto la residenza in Paesi stranieri. Il direttore dell'Agenzia, Attilio Befera, spiega che le informazioni fornite dai contribuenti «consentiranno di assolvere gli obblighi dichiarativi in modo corretto, evitando di incorrere nelle sanzioni che sono state di recente inasprite fino al 480% dell'imposta dovuta». Ma lo Scudo non li proteggerà.

18/10/2009

Documento n.8240

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