MUTUI: PARLA MIGNUCCI "FREGATI COL TASSO VARIABILE"

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"Col tasso variabile siamo rimasti fregati" ( Stampa, La del 14/10/2007 ) Stampa - Guida Intervista in difficoltà "Col tasso variabile siamo rimasti fregati" LUIGI GRASSIA Una coppia Eccola qui una tipica famiglia italiana presa nella morsa di un mutuo-casa a tasso variabile che si fa sempre più fatica a pagare: padre, madre e tre figli piccoli, "che praticamente sono altri tre mutui", trova la forza di scherzare il capofamiglia, Roberto Mignucci, 42 anni, rivenditore e riparatore di computer. La zona di residenza è quella dei Castelli romani e questa localizzazione in provincia dovrebbe portare, in teoria, i vantaggi del rapporto diretto fra banca e territorio e agevolare la ricerca di una soluzione con l'istituto di credito di riferimento; e invece niente, in mesi e mesi di tentativi non c'è ancora stato modo di aprire una comunicazione con la banca di cui Mignucci è cliente. Orecchie da mercante. Come mai ha voluto correre il rischio del tasso variabile? "Ma si figuri, non volevo correre nessun rischio. Io e mia moglie eravamo stufi di buttare via i soldi per l'affitto e allora abbiamo pensato di fare un mutuo. Era il luglio del 2002. I tassi erano bassi. Abbiamo trovato la casa giusta e siamo andati in banca". Sono stati loro a orientarvi al tasso variabile? "Sì. Io non avevo un'idea precisa. Mi hanno detto che conveniva fare così perché non erano previsti grossi aumenti dei tassi, e mi hanno spiegato che il tasso fisso va bene per i mutui a lunga scadenza mentre per quelli fino a 10 o 15 anni, com'è il mio caso, è meglio il variabile". Quanto le hanno fatto? "Siamo partiti con il 3,40%. Adesso siamo saliti al 6,07%. Se va avanti così fra un po' raddoppiamo". Questo in percentuale. E in soldoni? "All'inizio pagavamo 535 euro al mese ed erano già un bel po', però avevamo fatto i nostri conti e poteva andare. Ma ormai siamo vicini ai mille euro, l'ultima rata è stata di 954. Non so per quanto possiamo andare avanti". Ha preso in prestito una grossa cifra? "Non grossa. 110 mila euro. Era l'80% del valore della casa, perché con tre bambini non avevamo messo da parte quasi niente". Non si può dire che abbiate fatto il passo più lungo della gamba. Dopotutto avete comprato una casa abbastanza modesta". "Sì, non avevamo della grandi ambizioni, più che altro volevamo finirla con gli affitti, come le ho detto". Quand'è che ha cominciato ad accorgersi che le cose non andavano? "Verso il giugno o luglio dell'anno scorso, quando sono venuti a mancare i sodi per andare in vacanza". Avete cominciato a fare sacrifici? "Beh, certe cose non le avevamo fatte mai. In cinque non andavamo quasi mai al ristorante neanche prima. Abbiamo cominciato a tagliare spese a destra e a sinistra. Cerchiamo di parlare il meno possibile al telefono. Per vestirci andiamo dove si risparmia. Però i bambini sono fra gli 8 e i 12 anni e cominciano a chiedere il calcio, la scuola di danza, la piscina. Noi cerchiamo di non dare troppo peso, di far finta di niente perché non si accorgano che siamo in difficoltà". E in vacanza che cosa avete fatto? "Siamo andati 15 giorni al mare nella casa di un amico. Così abbiamo speso solo per il viaggio e per il mangiare". Ma lei non è un piccolo imprenditore? Come mai fa fatica? "Vendo computer e offro l'assistenza. Ma ormai se ne vendono pochi, chi li voleva li ha già comprati". E la banca che cosa le dice? "La banca mi fa solo arrabbiare. Mi ha anche aumentato il costo delle operazioni sul conto corrente. Io sono andato a protestare e a dire che chiudevo il conto, ma loro mi hanno risposto che per contratto non posso farlo perché ho il mutuo con loro". Che cosa chiede adesso alla banca? "Di tagliare il loro spread, cioè il loro guadagno, che è del 2,75%. So che adesso sui nuovi mutui chiedono solo l'1,50 o l'1,75%". E perché non la accontentano? "Mi dicono che è una cosa lunga e complicata, devono chiedere alla sede centrale. Io adesso vado all'Adusbef". Intervista in difficoltà "Col tasso variabile siamo rimasti fregati" LUIGI GRASSIA Una coppia Eccola qui una tipica famiglia italiana presa nella morsa di un mutuo-casa a tasso variabile che si fa sempre più fatica a pagare: padre, madre e tre figli piccoli, "che praticamente sono altri tre mutui", trova la forza di scherzare il capofamiglia, Roberto Mignucci, 42 anni, rivenditore e riparatore di computer. La zona di residenza è quella dei Castelli romani e questa localizzazione in provincia dovrebbe portare, in teoria, i vantaggi del rapporto diretto fra banca e territorio e agevolare la ricerca di una soluzione con l'istituto di credito di riferimento; e invece niente, in mesi e mesi di tentativi non c'è ancora stato modo di aprire una comunicazione con la banca di cui Mignucci è cliente. Orecchie da mercante. Come mai ha voluto correre il rischio del tasso variabile? "Ma si figuri, non volevo correre nessun rischio. Io e mia moglie eravamo stufi di buttare via i soldi per l'affitto e allora abbiamo pensato di fare un mutuo. Era il luglio del 2002. I tassi erano bassi. Abbiamo trovato la casa giusta e siamo andati in banca". Sono stati loro a orientarvi al tasso variabile? "Sì. Io non avevo un'idea precisa. Mi hanno detto che conveniva fare così perché non erano previsti grossi aumenti dei tassi, e mi hanno spiegato che il tasso fisso va bene per i mutui a lunga scadenza mentre per quelli fino a 10 o 15 anni, com'è il mio caso, è meglio il variabile". Quanto le hanno fatto? "Siamo partiti con il 3,40%. Adesso siamo saliti al 6,07%. Se va avanti così fra un po' raddoppiamo". Questo in percentuale. E in soldoni? "All'inizio pagavamo 535 euro al mese ed erano già un bel po', però avevamo fatto i nostri conti e poteva andare. Ma ormai siamo vicini ai mille euro, l'ultima rata è stata di 954. Non so per quanto possiamo andare avanti". Ha preso in prestito una grossa cifra? "Non grossa. 110 mila euro. Era l'80% del valore della casa, perché con tre bambini non avevamo messo da parte quasi niente". Non si può dire che abbiate fatto il passo più lungo della gamba. Dopotutto avete comprato una casa abbastanza modesta". "Sì, non avevamo della grandi ambizioni, più che altro volevamo finirla con gli affitti, come le ho detto". Quand'è che ha cominciato ad accorgersi che le cose non andavano? "Verso il giugno o luglio dell'anno scorso, quando sono venuti a mancare i sodi per andare in vacanza". Avete cominciato a fare sacrifici? "Beh, certe cose non le avevamo fatte mai. In cinque non andavamo quasi mai al ristorante neanche prima. Abbiamo cominciato a tagliare spese a destra e a sinistra. Cerchiamo di parlare il meno possibile al telefono. Per vestirci andiamo dove si risparmia. Però i bambini sono fra gli 8 e i 12 anni e cominciano a chiedere il calcio, la scuola di danza, la piscina. Noi cerchiamo di non dare troppo peso, di far finta di niente perché non si accorgano che siamo in difficoltà". E in vacanza che cosa avete fatto? "Siamo andati 15 giorni al mare nella casa di un amico. Così abbiamo speso solo per il viaggio e per il mangiare". Ma lei non è un piccolo imprenditore? Come mai fa fatica? "Vendo computer e offro l'assistenza. Ma ormai se ne vendono pochi, chi li voleva li ha già comprati". E la banca che cosa le dice? "La banca mi fa solo arrabbiare. Mi ha anche aumentato il costo delle operazioni sul conto corrente. Io sono andato a protestare e a dire che chiudevo il conto, ma loro mi hanno risposto che per contratto non posso farlo perché ho il mutuo con loro". Che cosa chiede adesso alla banca? "Di tagliare il loro spread, cioè il loro guadagno, che è del 2,75%. So che adesso sui nuovi mutui chiedono solo l'1,50 o l'1,75%". E perché non la accontentano? "Mi dicono che è una cosa lunga e complicata, devono chiedere alla sede centrale. Io adesso vado all'Adusbef". ( Stampa, La del 14/10/2007 )

15/10/2007

Documento n.6874

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