L’Unità 20-5-2007 Tutti parenti, alla Rai? Ma anche Mediaset tiene famiglia. Di Marco Travaglio

in Articoli e studi
L’Unità 20-5-2007 Tutti parenti, alla Rai? Ma anche Mediaset tiene famiglia Una valanga di parenti al Biscione. E in viale Mazzini l'ex Premier ha imposto molti dei suoi: dirigenti, conduttori, giornalisti di Marco Travaglio NEL REPARTO FRATELLI & SORELLE, Angela Buttiglione, Nicola Cariglia, Sandro Marini, Antonio Sottile (nel senso di Salvo, quello del caso Gregoraci), Maria Zanda. Nel settore mogli & mariti: Roberta Carlotto (consorte di Alfredo Reichlin), Simona Ercolani (di Fabrizio Rondolino), Ginevra Giannetti (di Altero Matteoli), Giuseppe Grandinetti (marito della senatrice verde Loredana De Petris), Anna Scalfati (moglie di Giuseppe Sangiorgi, membro demitiano dell'Agcom). Segue il resto del parentado: Ferdinando Andreatta (nipote di Nino), Adriana Giannuzzi (cognata dell'ex senatore Ernesto Stajano), Alfonso Marrazzo (cugino di Piero), Marco Ravaglioli (genero di Andreotti), Tommaso Ricci (cognato di Buttiglione), Luigi Rocchi (genero di Biagio Agnes). Poi ci sono i fuoriclasse della Grande Famiglia Rai: il turbo-berlusconiano Agostino Saccà, direttore della Fiction, s'è portato la nuora spagnola, Sandra Steinert Jorge Santos, e il figlio Enrico Silvestrin, attore nelle fiction; il capo del Personale Gianfranco Comanducci, intimo di Previti, ha la moglie Anna Maria Callini dirigente alla segreteria di Raidue e la cognata Ida Callini responsabile Risorse umane Corporate. Quanto ai raccomandati, il Cavaliere portò in viale Mazzini la sua bionda segretaria Deborah Bergamini, ora direttore Marketing; l'ex dirigente Fininvest e poi di Forza Italia Alessio Gorla, capo dei palinsesti da poco in pensione (la cui moglie si occupava dei casting); l'ex addetto stampa forzista Riccardo Berti, promosso conduttore di "Batti e ribatti" al posto di Biagi; e poi Marcello Ciarnò, che prima si occupava degli spostamenti di Berlusconi e ora vicedirige il Centro di produzione Rai. Senza dimenticare Mario Bianchi, passato direttamente da Publitalia ad amministratore della Sipra, cioè della diretta concorrente. E l'ex deputato forzista Fabrizio Del Noce, direttore di Rai1, che poi ha fatto assumere come funzionario Gianluca Ciardelli, figlio della segretaria di Licio Gelli. E l'ex vicedirettore del Tg5 Clemente J. Mimun, passato a dirigere il Tg1: ora, compiuta la missione, torna al Tg5 da direttore. Naturalmente l'essere parenti non esclude l'esser bravi. Anzi, ce ne sono parecchi, di bravi. Ma l'aspetto curioso dell'intemerata berlusconica è che a casa sua, se possibile, è anche peggio. Nel '95,quando il Cavaliere fece una sparata simile su "Parentopoli", il settimanale "Cuore" si divertì a elencare i parenti nelle sue aziende: il fratello-prestanome Paolo al Giornale (con figlia Alessia al seguito) e all'Edilnord; i figli Marina e Piersilvio detto Dudi a Mondadori e a Mediaset; Guido Dall'Oglio, fratello della prima moglie, "coordinatore dei jingle" della Fininvest; lo zio Luigi Foscale e signora al teatro Manzoni; il cugino Giancarlo Foscale alla Standa e sua moglie Candia Camaggi alla finanza estera in Svizzera; Yives Confalonieri, figlio di Fedele, dirigente a Publitalia insieme al cugino Guido; Lella, nipote di Confalonieri, giornalista al Tg5, col marito Carlo M. Lomartire a Studio Aperto; poi la famiglia Dell'Utri, con Marcello e il gemello Alberto a Publitalia (e dunque a Forza Italia), e un nipote al Giornale. Poi i figli degli amici: quello di Malgara, re dei pubblicitari e dell'Auditel, a Publitalia; quello del giudice corrotto Diego Curtò, inviato del Tg4; quella di Roberto Gervaso, che reclutò il Cavaliere nella P2, al Tg5; e la sorella dell'avvocato Dotti al Tg4. Ora, 12 anni dopo, la lista va aggiornata. Alla Camera siede Mariella Bocciardo, prima moglie di Paolo Berlusconi. Al Giornale ha una rubrica fissa l'ex fidanzata dello stesso Paolo, Katia Noventa, mentre Silvia Toffanin, compagna di Dudi, conduce "Verissimo" su Canale5 e ha una rubrica su Libero. Ma il meglio è il Tg5: più che un telegiornale, un Family Day, pieno com'è - direbbe il padrone - "di fratelli, sorelle, cugini, parenti e affini dei protagonisti della vecchia e nuova politica". Lucrezia Agnes, figlia del dc Biagio. Chiara Geronzi, figlia del banchiere Cesare e cofondatrice della Gea con i figli di Moggi, Tanzi, Cragnotti, Lippi, Calleri e De Mita. Giancarlo Mazzucchelli, figlio della moglie di Petruccioli. Fabio Tricoli, nipote dell'avvocato di Dell'Utri. Valentina Loiero, figlia del governatore Agazio. La vaticanista Marina Ricci, sorella di Rocco e Angela Buttiglione. Giulio De Gennaro, figlio del capo della Polizia Gianni. Sebastiano Sterpa, figlio del forzista Egidio. Elena Caputo, figlia del giornalista e poi sottosegretario forzista Livio. Silvia Reviglio, figlia dell'ex ministro socialista Franco. Giuliano Torlontano, figlio del ds Glauco. Ultimo arrivo: Barbara Palombelli in Rutelli. A Studio Aperto lavora Alessandro Del Turco, figlio del più noto Ottaviano, e da pochi giorni Alfredo Vaccarella, figlio del giudice costituzionale uscente Romano. Il figlio dell'ex presidente della Consulta Vincenzo Caianiello invece si chiama Guido e lavora per Rete4. Poi ci sono Martelli e Pivetti. Non sono parenti dell'ex ministro pregiudicato e dell'ex presidente della Camera. Sono proprio loro. L’Unità 19-5-2007 Raipolitik di Marco Travaglio Immaginate la scena e dite se non vi piacerebbe: Romano Prodi e Paolo Gentiloni si affacciano in conferenza stampa e annunciano: "Da domani la Rai non sarà più governata dai partiti. Il Cda lo nomina una fondazione dove i rappresentanti della politica sono in minoranza, e per concorrere bisogna esibire un curriculum professionale di prim'ordine. Comandano i dipendenti e gli utenti. Abolita la commissione parlamentare di Vigilanza, perché è la tv che deve vigilare sul Parlamento e non viceversa. Riforma totale delle Authority, con divieto assoluto di farne parte per gli iscritti ai partiti e per chiunque abbia ricoperto cariche elettive o di governo locale o nazionale. Le norme hanno effetto immediato perché contenute in un decreto - motivato da ragioni di urgenza visibili a tutti - che manda a casa l'attuale Cda della Rai: tutte brave persone, per carità, ma da oggi si volta pagina. Il fatto che Mastella minacci la crisi di governo significa che siamo sulla strada giusta. E ora, al lavoro". Purtroppo è un sogno, un bellissimo sogno che i 60 cittadini che avevano firmato la proposta di legge di iniziativa popolare "Perunaltratv" promossa da Tana de Zulueta, Sabina Guzzanti e tanti altri s'erano impegnati a tradurre in realtà. Quella proposta, intendiamoci, non è stata inutile: ha, almeno inizialmente, costretto l'Unione a porsi il problema della departitizzazione della Rai. E a partorire un disegno di legge, quello varato l'altroieri dal Consiglio dei ministri ritoccando un po' il testo portato da Gentiloni, che le somiglia parecchio. Fuorché in due punti, purtroppo decisivi: la mancata abrogazione della Vigilanza; e il rapporto di forze stanza dei bottoni, dove la legge Perunaltratv dava la maggioranza ai rappresentanti della società civile e della cultura esterni al Palazzo, mentre la Gentiloni garantisce la preponderanza dei partiti (6 contro 5 "esterni", che poi tutti esterni non sono). Ecco perché, nonostante le apparenze e alcune apprezzabili novità rispetto all'indecenza del sistema attuale, è troppo ottimistico il titolo de l'Unità di ieri: "Riforma Rai, messa fuori la politica". Magari fosse così. Com'è noto, il ddl varato dal governo, e da oggi sottoposto al prevedibile mercato delle vacche partitocratico tra Camera e Senato, trasferisce la proprietà azionaria della Rai dal Tesoro a una Fondazione pubblica governata da 11 consiglieri con mandato di 6 anni non rinnovabile. Chi li nomina? I seguenti soggetti: 4 la Vigilanza, 2 la Conferenza delle Regioni, 1 i dipendenti Rai, 1 il Cnel, 1 il Consiglio nazionale utenti e consumatori, 1 l'Accademia dei Lincei, 1 l'Accademia dei rettori. Facciamo i conti della serva. La Vigilanza, per non scontentare nessuno, manderà in Fondazione due politici di destra e due politici di sinistra. La Conferenza delle Regioni manderà un politico di destra e uno di sinistra, con un bell'accordo nazionale. E già questi 6 su 11 bastano a fare il bello e il cattivo tempo. Ma non è finita, perché il Cnel è un organo che più partitocratico non si può: sulla carta (costituzionale), è il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro. In realtà è uno dei tanti uffici di collocamento per politici trombati. Basti pensare che il presidente è l'italoforzuto Antonio Marzano, l'ex ministro delle Attività produttive, così meritevole da essere scartato persino dal governo Berlusconi. La conferenza dei rettori universitari, visto come funziona l'università in Italia e quante interferenze politiche nasconde, è un altro ente a rischio: potrebbe nominare Umberto Eco come un amico degli amici (o, più probabilmente, un parente dei parenti). Restano, di veramente "esterno", i Lincei, i Consumatori e i dipendenti Rai (almeno i non raccomandati, che non sono molti): 3 rappresentanti su 11. Pochini per poter incidere sulla nomina del Cda della Holding, che gestirà la Rai con 1 presidente più 5 amministratori (tra i quali verrà scelto il direttore generale). Mastella non è ancora contento, parla di "demonizzazione del Parlamento" (come se la gente eleggesse i parlamentari perché occupino la tv) e annuncia "modifiche in aula", ovviamente per partitocratizzare la Rai ancor di più: infatti, comprensibilmente spaventato per l'ingresso del mondo della cultura in un'azienda culturale, trova "singolare dare un rappresentante ai Lincei, con tutto il rispetto": meglio darlo all'Udeur, dall'alto del suo 1,4 per cento. Dopo Pomicino e Nuvoli, avrà qualche altro pregiudicato da sistemare. Uliwood party.

20/05/2007

Documento n.6574

Sostieni i consumatori, sostieni ADUSBEF!

Puoi sostenere ADUSBEF anche attraverso il 5 x 1000: in fase di dichiarazione, indica il codice fiscale 03638881007

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK