LE MANI NEL VASETTO DI LIGRESTI – HA QUASI RADDOPPIATO I CANONI AD 85 FAMIGLIE DI MILANO TRA IL ’97 E IL 2004 -CONDANNATO A PAGARE

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TRATTO DA WWW.DAGOSPIA.IT.LE MANI NEL VASETTO DI LIGRESTI – HA QUASI RADDOPPIATO I CANONI AD 85 FAMIGLIE DI MILANO TRA IL ’97 E IL 2004 - SCONFITTO IN TRIBUNALE DI PRIMO GRADO è STATO CONDANNATO A PAGARE 1,025 MLN € DI MULTA (Più GLI INTERESSI LEGALI)… Salvatore LigrestiPaolo Colonnello per "La Stampa" Nessuno, tantomeno il Comune, li aveva mai avvertiti che i loro appartamenti erano nati per convenzioni di edilizia popolare. E così per anni avevano continuato a pagare un canone d'affitto a più del doppio del dovuto. Finché qualcuno non ce l'ha fatta e sono arrivate le prime lettere di sfratto. Ed è stata una fortuna. Perché rivolgendosi a un avvocato, gli inquilini hanno scoperto che i loro affitti erano stati «gonfiati» e che a pagare questa volta sarebbe stata la società proprietaria, ovvero l'Immobiliare Lombarda di Salvatore Ligresti. Già condannato per le tangenti al Psi durante Mani Pulite e inquisito negli anni 80 proprio per abusi edilizi nella zona di Via Dei Missaglia, da dove parte questa storia. Così 85 piccole famiglie hanno ottenuto una grande vittoria, anche se solo in primo grado grado: il Tribunale civile di Milano ha condannato la Società Immobiliare Lombarda a restituire agli inquilini del complesso residenziale «Le Terrazze» di via Dei Missaglia (periferia sud di Milano) buona parte delle rette di locazione percepite tra il 1997 e il 2004, in tutto un milione e 25 mila euro. Più gli interessi legali. Secondo il difensore degli inquilini, l'avvocato Alessio Straniero, la società Immobiliare Lombarda (già Premafin), controllata da Fonsai della famiglia Ligresti, non avrebbe rispettato gli accordi presi a suo tempo con il Comune che obbligavano il gruppo a cedere in locazione alcuni appartamenti «per un periodo non inferiore ai 12 anni» a un canone di edilizia residenziale pubblica, in cambio delle concessioni ottenute per cementificare l'intera area di via Dei Missaglia. Nei fatti, secondo la tesi del legale accolta dal tribunale, vennero imposti affitti tra i 1.000 e i 1.100 euro, superiori di almeno 6-700 euro quelli previsti nella convenzione con il Comune. «Il tribunale - si legge nella sentenza redatta dal presidente della Corte, Valter Colombo - accerta e dichiara che ai contratti di cui è causa si applica un canone determinato secondo i parametri della legge 329/78 e per l'effetto condanna l'Immobiliare Lombarda a restituire ai ricorrenti», somme che vanno da un minimo di 10 mila euro a un massimo di 22 mila ciascuno. Prima di arrivare a questa sentenza, portata avanti come una sorta di «class action», gli inquilini di via Dei Missaglia avevano intentato due cause pilota, puntualmente vinte e nelle quali il giudice aveva anche riconosciuto «il risarcimento del danno ulteriore patito dai ricorrenti in ragione della condotta illecita della locatrice come danno patrimoniale o esistenziale». Insomma, una debacle per il gruppo del costruttore siciliano che sostiene di «non condividere le decisioni del tribunale» girate «su una dibattuta e incertissima questione giuridica...su cui sussistono precedenti favorevoli alla locatrice». La questione apre un contenzioso che potrebbe riguardare altre decine di famiglie per il periodo tra il 2005 e il 2008.

16/01/2009

Documento n.7707

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