L’ANNOZERO DEL GIORNALISMO: DAL VAURO ESTINTO AL MESTIERE STINTO

in Articoli e studi
tratto da www.dagospia.it L’ANNOZERO DEL GIORNALISMO: DAL VAURO ESTINTO AL MESTIERE STINTO - GERONZI-WEB - MARPIONNE VOLA E YAKI VENDE “LA STAMPA” (A CALTAGIRONE?) - LASCIATE L’AUTISTA AL POVERO MIELI: PAOLINO IN LOTTA PER BENEFIT E STIPENDIO (-40%)… 1 - L'ANNOZERO DEL GIORNALISMO: DAL VAURO ESTINTO AL MESTIERE STINTO... Non ci saranno baci e languide carezze tra gli ospiti della puntata di "Annozero" che va in onda questa sera. E non sarà un atto di dolore, né di contrizione quello di Michele Santoro, il 58enne giornalista di Salerno che da ogni "editto Bulgaro" trae soltanto vantaggi di audience e di immagine. Certamente nello studio televisivo voleranno parole grosse e palle incatenate, ma si spera che nessuno abbia in mente di citare Platone, Euripide, Voltaire e tutti gli articoli delle diverse Costituzioni che nei secoli hanno invocato la libertà di parola. Bisognerà volare più basso, terra terra, all'altezza di quei crateri che si sono aperti alle 3,32 del 6 aprile e cercare un granello di verità. Da parte sua Santoro dovrà mettere da parte l'astio personale che lo divide da Guido Bertolaso, il superman di Berlusconi che da semplice medico è diventato l'uomo di tutte le emergenze. Il capo del Dipartimento sembra un uomo mansueto e controllato, ma è capace di consumare fredde vendette. Così è avvenuto ad esempio il 27 marzo quando durante l'inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra, ha proiettato davanti al Cavaliere e a 400 ospiti, un brano della trasmissione "Annozero" di otto mesi prima in cui Santoro diceva "se finiscono l'inceneritore di Acerra in otto mesi mi vedrete correre in mutande". Messe da parte le mutande e le questioni personali, il dibattito dovrebbe ripercorrere la sequenza del disastro e di ciò che è avvenuto nelle prime dodici ore quando giornalisti zelanti come Bruno Vespa alle 23,55 urlavano nel microfono: "dove sono le 500 tende promesse dalla Protezione Civile in piazza d'Armi?, perché nessuno mi dà una risposta?". E insieme a queste domande Santoro farebbe bene a chiedersi perché il mondo dell'informazione che dal 1991 conosceva la fragilità del capoluogo d'Abruzzo, non ha scatenato un'autentica campagna di allarme. Che gli edifici fossero costruiti sulla sabbia lo sapevano in tanti (giornalisti compresi) e in tanti hanno taciuto, ma questa non è una questione per la quale bisogna scomodare Voltaire e le Nazioni Unite, perché è semplicemente la condizione di un Paese in cui la libertà di informazione è sotto il cemento del potere economico e finanziario. "Il giornalismo - scriveva Montanelli - si fa per il giornalismo e per nessuna altra cosa". Sono parole bellissime che evaporano di fronte al silenzio sui grandi misteri e sui grandi problemi italiani. Giornali e tv sono saldamente nelle mani di imprenditori, banchieri e di un Cavaliere operaio che piange e si indigna per le vignette di Vauro. La matita che in modo infelice ha disegnato l'ultima vignetta fa riscoprire d'improvviso la libertà di informazione in un Paese in cui soltanto i morti risvegliano le coscienze. Un Paese dove - come abbiamo detto più volte - nemmeno un sito come Dagospia avrebbe senso di esistere se ci fosse voglia di verità. Piuttosto che parlare del Vauro estinto sarebbe meglio che questa sera Santoro e la sua compagnia di giro parlassero del Caro Estinto, cioè di quel giornalismo che Montanelli definiva "un mestiere bellissimo". 2 - IL MONACO GERONZI SI RACCONTA SUL WEB... Invece di scegliere YouTube o di fare combriccola su Facebook, Cesarone Geronzi si è aperto un proprio sito su internet per lasciare un segno nella storia (quella con la "s" minuscola). Da ieri la vita e le opere del banchiere di Marino sono raccolte come in un grande libro per il popolo del web e si possono leggere digitando l'indirizzo www.cesaregeronzi.it. Non deve essere stata una scelta facile per il 74enne presidente di Mediobanca che nel suo ufficio apre il pc soltanto per leggere Dagospia e le quotazioni di Borsa. Comunque è un segno dei tempi, una novità che almeno nelle intenzioni sembra ispirata a una voglia di trasparenza e a una punta di narcisismo. Chi ha messo insieme la Geronzi-story ha raccolto il curriculum extralarge della sua vita, gli interventi, le interviste, le decine di articoli e le fotografie che lo ritraggono accanto al Papa e sullo sfondo del Colosseo. Purtroppo mancano le immagini del Geronzi bambino e non c'è nemmeno quella classica del pargoletto nudo sul letto di famiglia che tutti i contadini conservano alle pareti. Eppure il Geronzino di Marino deve essere stato caruccio e paffutello, così almeno raccontano i vecchi abitanti dei Castelli romani che adesso lo ammirano quando con la moglie Giuliana e le figlie Benedetta e Chiara, concede la sua benedizione alle plebi della Capitale. C'è sempre tempo per rimediare, come c'è tempo per togliere di mezzo dall'home page quella frase in cui si legge che "l'attività svolta per 20 anni in Banca d'Italia gli mette addosso un saio e, come succede per un monaco, se lo sentirà suo per il resto della vita". Il monaco Geronzi ha guadagnato nel 2008 3,2 milioni di euro e ancora calda è l'eco della sua liquidazione da Capitalia che lo ha messo al riparo da qualsiasi sorpresa. Il sito del presidente di Mediobanca è tradotto addirittura in quattro lingue, ma dentro una gabbia grafica molto sobria manca ancora la casella dei video. A questa lacuna si potrà sempre provvedere buttando dentro quello strepitoso duetto che Geronzi fece con Matteuccio Arpe in occasione di una Convention di Capitalia. Quello è un oggetto cult che un giorno o l'altro finirà su YouTube. 3 - MENTRE MARPIONNE VOLA, YAKI VENDE "LA STAMPA" (A CALTAGIRONE?)... Con la sua faccina da piccolo canguro che esce dal marsupio, Yaki Elkann scruta l'orizzonte della Fiat e segue con trepidazione il saltimbanco Marpionne. Sul tavolo del 33enne primogenito di Margherita Agnelli ci sono i giornali americani dove la vicenda Chrysler è seguita con grande interesse. Ieri il sito internet del "New York Times" ha tirato fuori l'idea che la soluzione migliore potrebbe essere una fusione tra General Motors e Chrysler. In questo modo si potrebbero risparmiare 10 miliardi di dollari e comunque la Fiat potrebbe sempre perseguire l'idea di un'alleanza con il nuovo colosso delle due società americane. Il giovane Yaki non mette becco nelle mosse del manager dal pullover sgualcito e concentra tutte le sue forze in altre direzioni. La prima riguarda Exor, la Holding con cui la Sacra Famiglia degli Agnelli controlla la Fiat. È di ieri la notizia che tra i 17 candidati al nuovo Consiglio di Exor entreranno nomi importanti di manager e banchieri stranieri. Tra questi Christine Morine-Postel, una donna con la faccia rotonda che sembra una vecchia zia, ma ha guidato in Belgio la società che Carletto De Benedetti nell'88 tentò invano di conquistare, e ha un curriculum di grande prestigio. Accanto a lei entreranno altri personaggi di Goldman Sachs e Citibank a dimostrazione che il cangurino Yaki vuole trasformare il salotto di famiglia in un network di relazioni internazionali. D'altra parte il giovane vicepresidente della Fiat è nato a New York, ha studiato a Parigi, si è laureato a Torino e considera il mondo come il suo orizzonte. Purtroppo deve vedersela con un dossier squisitamente locale perché sul suo tavolo è arrivato il problema che riguarda il futuro del quotidiano "La Stampa". Tra pochi giorni il direttore Giulio Anselmi dovrebbe lasciare la poltrona per la presidenza dell'Ansa dove è stato direttore dal '97 al '99. E non è un mistero che Marpionne non ha alcuna intenzione di ripianare i debiti della casa editrice del quotidiano torinese. Nessuno ha il coraggio di dirlo ma l'idea ormai matura è quella di vendere il giornale per portare a casa qualcosa come 200-250 milioni di euro. Per la Fiat e per i torinesi è un grosso sacrificio poiché "La Stampa", fondata nel 1867 con il nome di "Gazzetta Piemontese" è un'istituzione paragonabile alla Mole Antoneliana. Il nome che corre sulla bocca di tutti come possibile acquirente è quello di Francesco Gaetano Caltagirone, il costruttore romano che ha piantato le bandierine dell'informazione al Sud, al Centro e nel Nord-Est. Nella sua tela di ragno c'è un buco: il Nord-Ovest, che "La Stampa" potrebbe colmare alla perfezione senza violare i limiti dell'Authority. 4 - I DOLORI DI MIELI... Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che Paolino Mieli, l'ex-direttore del "Corriere della Sera" ha in corso intensi colloqui con i soci forti del Patto di sindacato Rcs per definire il suo nuovo stipendio e salvare i benefits. Al giornalista è stato già detto che il compenso dovrà essere tagliato del 40% e l'auto a disposizione riconsegnata".

16/04/2009

Documento n.7873

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