La Stampa (13-11-05). Costi dei servizi bancari.

in Articoli e studi
ROMA Diverse banche italiane stanno aumentando il costo del denaro senza aspettare che lo faccia (se mai lo farà) la Bce. A denunciare una crescita ingiustificata dello 0,50 per cento del costo del denaro e dello 0,25 per cento della commissione di massimo scoperto è l’Adusbef - Associazione dei consumatori e utenti bancari - secondo cui "gli allegri costi dei conti correnti bancari, già proibitivi in Italia, continuano la corsa al rialzo, raschiando il fondo del barile". "Basta prendere in giro i correntisti con i "patti chiari"" dice il presidente dell’organizzazione, Elio Lannutti - mentre il presidente dell’Abi, Maurizio Sella, definisce "strumentali" e "fondate su presupposti non corretti " le critiche dei consumatori sui costi dei servizi bancari. Lannutti cita i dati dell’Ocse secondo cui un conto corrente costa in Italia 252 euro, cioè 2,5 volte in più della media europea che è pari a soli 105 euro, e ben 7,5 volte in più dell’Olanda, dove si pagano appena 34 euro. Ancora secondo l’Ocse l’Italia guida la classifica del caro-banca con 252 euro seguita da Germania (223 euro), Svizzera (159), Norvegia (131) e Usa (126), Paesi - fa notare l’Adusbef - con un potere di acquisto ben superiore al nostro e "con un indice di concorrenza, trasparenza, correttezza e di erogazione di servizi bancari di qualità molto più elevato". Non solo. Questa fotografia fatta dall’Ocse qualche mese fa rischia di essere già vecchia, afferma Lannutti, che nota "la propensione di ben 349 banche italiane, per lo più medio-piccole, a ritoccare negli ultimi tre mesi costi e condizioni offerti alla clientela". Secondo l’associazione si va da un aumento di 10 centesimi per ogni singola scrittura, che passa a 2,10 euro, a un rincaro del costo del denaro (anticipando la Bce) dello 0,50 per cento in media e che porta il Top Rate a una media del 13,5 per cento, oltre che a una commissione di massimo scoperto trimestrale (pure rincarata dello 0,25%) ormai su medie superiori all’1,15 per cento. Secondo Lannutti "la fantasia delle banche nel mettere le mani nelle tasche dei consumatori e aumentare gli introiti non ha limiti"; pertanto l’Adusbef chiede di "arginare la continua raffica di rincari-rapina a danno dei correntisti e di porre nell’agenda del prossimo governo la questione bancaria come priorità assoluta per ripristinare corretti rapporti tra banche, clientela, cittadini e mercato". . ( Stampa, La del 13/11/2005 ) Stampa -

15/11/2005

Documento n.5259

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