L'Unità. 21-2-2010. Cimmarusti. Bond Lehman, «le banche sapevano che stava fallendo»

in Articoli e studi
Bond Lehman, «le banche sapevano che stava fallendo» di Ivan Cimmarusti Due perizie del Tribunale di Bari aprono le porte al possibile risarcimento danni per le migliaia di piccoli risparmiatori che acquistarono obbligazioni Lehman Brother, inserite dal consorzio bancario «PattiChiari» nel paniere «basso rischio - basso rendimento», e rimasti con le tasche svuotate dal default del colosso bancario Usa. In sostanza, per il consulente del giudice barese Franco Lucafò, il consorzio «PattiChiari» composto da 101 istituti italiani ed esteri, era nelle condizioni di conoscere la situazione di crisi in cui si trovava Lehman Brother, fin dal giugno 2007. Un anno prima della richiesta, da parte della banca d’affari Usa, di avvalersi della procedura prevista dal capitolo 11 della legge fallimentare statunitense. Un anno intero, in cui PattiChiari ha continuato a vendere ai piccoli risparmiatori i bond Lehman basso rendimento-basso rischio, divenute “tossiche”, come sicure. Perizia La consulenza, la seconda nel giro di un anno, parte dai Cds (Credi default swap). Il Cds è uno strumento finanziario derivato che serve a coprire la banca, che compra l’obbligazione per poi rivenderla ai risparmiatori, dal rischio di fallimento di una società (quella che emette l’obbligazione). «In relazione all’andamento del Cds - scrive il consulente del giudice nella perizia depositata il 4 febbraio scorso - (…) si evince che ha oscillato pericolosamente ed ininterrottamente, verso l’alto dal giugno 2007 al settembre 2008, ed è stato in costante e vertiginosa ascesa nei tre mesi precedenti al crak. Tanto maggiore era l’impennata del Cds tanto maggiore era il rischio di fallimento». Dunque, le banche che vendevano obbligazioni Lehman e che avevano sottoscritto assicurazioni Cds, ben sapevano della situazione di crisi della banca, fallita con 600 miliardi di debito bancario e azionario il 15 settembre 2008. Nel caso analizzato dal perito, poi, «non è stato possibile conoscere quanto la Banca nazionale del Lavoro (gruppo Bnp Paribas, ndr) abbia incassato (le obbligazioni Lehman erano assicurate con i Cds, ndr), sia perché la Bnl non mi ha voluto fornire alcuna informazione e documentazione, sia perché i dati disponibili (…) sono insufficienti». La vicenda della Bnl riguarda uno dei 7 contenziosi istruiti al Tribunale di Bari tra altrettanti piccoli risparmiatori, difesi dall’avvocato Massimo Melpignano di Adusbef, e varie banche. Si tratta di piccoli risparmiatori, soprattutto pensionati, che hanno perso in tutto 775mila 717 euro in obbligazioni (in)sicure Lehman, comprate tra il 2005 e il 2008. Basso rischio Nel caso della Bnl, si tratta di una coppietta di pensionati, lui di 81 anni e lei di 79. Come spiega l’avvocato Melpignano, «volevano comprare obbligazioni basso rischio-basso rendimento» perché prima di allora avevano investito, come scrive anche il perito del giudice, 'in titoli di Stato (sicuri, ndr). Il 3 febbraio 2005 la Bnl fece firmare un contratto per l’acquisto di 20mila euro di obbligazioni Lehman. In basso al contratto c’era una postilla: «Dichiaro di essere a conoscenza dell’esistenza dell’elenco delle obbligazioni a basso rischio-basso rendimento (progetto Abi PattiChiari) e delle sue finalità». Dissero gli anziani all’avvocato: «Ci hanno fatto firmare un sacco di carte». La coppia comprò «titoli di rischio medio basso e di qualità medio alta (…) ma con possibili fattori di rischio circa le capacità future di Lehman». Un’obbligazione sicura, secondo anche le agenzie di rating Moody', Standard & Poors e Fitch (nel 2005 assegnarono, rispettivamente un rating di A2, A e A+). Rating che, però, restò sostanzialmente invariato fino a 14 settembre 2008, giorno precedente al fallimento. Secondo il perito del giudice, dunque, «la procedura non è stata rispettata dal tutto», poiché alla coppia di anziani non fu dato «il documento sui rischi generali e la nota informativa dell’operazione effettuata». Inoltre, la Bnl fece «sottoscrivere in ritardo: il profilo di rischio dell'investitore», nel quale emergeva che si trattava di piccoli risparmiatori. Questo documento, infatti, fu fatto sottoscrivere il 18 aprile 2008, tre anni dopo l'avvio dell’operazione. BARI 21 febbraio 2010

22/02/2010

Documento n.8489

Sostieni i consumatori, sostieni ADUSBEF!

Puoi sostenere ADUSBEF anche attraverso il 5 x 1000: in fase di dichiarazione, indica il codice fiscale 03638881007

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.OK