INCIUCIO FOR EVER! D'ALEMA TELEFONA E PIAZZA IL TESORIERE DELLA SUA FONDAZIONE IN ACEA, CASSAFORTE ROMANA "APPALTATA" DA RETROMANNO A CALTAGIRONE

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tratto da www.dagospia.it INCIUCIO FOR EVER! D'ALEMA TELEFONA E PIAZZA IL TESORIERE DELLA SUA FONDAZIONE IN ACEA, CASSAFORTE ROMANA "APPALTATA" DA RETROMANNO A CALTAGIRONE Quando si parla di D'Alema l'inciucio sorge spontaneo, verrebbe da dire. Ma stavolta l'ex premier ha messo a segno il colpo grosso. Silenzioso come un killer, ha piazzato nientemeno che il tesoriere della sua fondazione "ItalianiEuropei" nel cda di Acea, la cassaforte del potere romano che il sindaco Retromanno ha "appaltato" a Caltagirone ricevendo in cambio le attenzioni affettuose del "Messaggero". Ma partiamo dall'inizio. Lo scorso autunno il sindaco di Roma aveva iniziato la develtronizzazione dell'azienda, cacciando a suon di centinaia di migliaia di euro il catto-sinistro Fabiano Fabiani dalla presidenza, mettendo ai vertici il capo dei costruttori romani Giancarlo Cremonesi, insieme a Paolo Bassi e all'economista Geminello Alvi. Poi è arrivata la solita retromarcia di Alemanno. Alvi si è inspiegabilmente dimesso dopo soli 6 mesi, per fare spazio a chi è presto detto. Intanto occorre segnalare che amministratore delegato è diventato Marco Staderini, già consigliere Rai in quota Udc, anzi in quota diretta Pierfurby Casini, genero di Francesco Gaetano Caltagirone. In questa maniera Calta si è assicurato l'ad dell'azienda in cui ha solo il 7,5%, mentre il sindaco si è assicurato il pieno appoggio del primo quotidiano della Capitale "Il Messaggero" (leggere le cronache nazionali e la cronaca di Roma per vedere la santificazione quotidiana del Campidoglio). Ora l'editore romano, in concorso col sindaco, ha chiuso il cerchio: il membro del Cda in quota all'opposizione (Acea è in parte maggioritaria del Comune di Roma) è niente meno che un fedelissimo di Massimo D'Alema, da sempre grande supporter di Caltagirone e firma negli anni passati delle prime pagine del "Messaggero". Venerdì scorso, infatti, dopo le dimissioni di Piero Giarda e di Alvi, è stato nominato nel consiglio di amministrazione della controllata capitolina Andrea Peruzy, tesoriere e direttore della fondazione dalemiana "ItalianiEuropei". L'altro consigliere nominato è Luigi Pelaggi, "Pdl tendenza Forza Italia, capo della segreteria tecnica del ministro dell' Ambiente Stefania Prestigiacomo", come ha scritto "Repubblica Roma". La mossa di Peruzy ha provocato una lacerante spaccatura nel Pd romano. Autore materiale del "blitz dalemiano", come lo ha ribattezzato sempre la cronaca di Roma di "Repubblica", è stato il capogruppo Pd in Campidoglio Umberto Marroni, storico esponente dei dalemiani romani. Scrive Alessandro Capponi sul "Corriere della Sera Roma" di ieri: "C'è «il nuovo soprannome di Marroni» che circola tra i consiglieri, ed è segnale della tensione che esiste e che esi­steva già prima della vicenda Acea (con la telefonata di Massimo D'Alema per sponsorizzare il neo consigliere Pe­ruzy, senza badare alle attese dei popolari per quella poltro­na): ma già prima di questa storia, il Partito democratico - e non solo quello in Campi­doglio - si è trovato a vivere una stagione di battaglie fratricide, correnti, beghe di cabotaggio lontanissime dalle esigenze della gente. Tanto che, appunto, alcuni tra i con­siglieri ormai chiamano il ca­pogruppo Umberto Marroni «il delegato del sindaco all'op­posizione». La battuta - felice o meno che sia - racconta ben più dei rapporti persona­li all'interno della minoranza: racconta il momento del par­tito". La poltrona, infatti, pare che spettasse ai popolari, rimasti beffati a poche ore dal traguardo. Scrive Giovanna Vitale su "Repubblica Roma" di sabato scorso: "I popolari - la componente cui spettava esprimere l' indicazione - si sono messi a litigare fra di loro su chi fosse il candidato più adatto, accordandosi alla fine sul segretario generale dell'Anci, Angelo Rughetti, caldeggiato in una telefonata ad Alemanno dall' ex ministro Fioroni in persona. In questa indecisione s'è però infilato il capogruppo Marroni che mercoledì scorso, alla vigilia del cda, incontrando il sindaco per comunicargli i desiderata dell' opposizione, ha fatto il nome di Peruzy e non quello di Rughetti. Una proposta che quella stessa sera Alemanno ha discusso con Francesco Gaetano Caltagirone a cena, nell'attico ai Parioli dell'editore che è anche socio di minoranza in Acea, ottenendo un sostanziale via libera". La resa dei conti si annuncia per martedì: convocata la riunione del gruppo consiliare, gli ex Ppi vorrebbero chiedere la testa di Marroni... 2. BETTINI RIUNISCE I SUOI FEDELISSIMI ALLA CASINA VALADIER. PRANZO EXTRALUSSO PER 40 PERSONE. IL RISTORANTE COSTA 65 EURO A TESTA, BEVANDE ESCLUSE L'altro giorno è partito il siluro del segretario regionale del Pd del Lazio e fedelissimo bettiniano Roberto Morassut all'indirizzo di Piero Marrazzo in vista delle regionali dell'anno prossimo. Qualche giorno prima lo stesso Goffredo Bettini aveva rotto la tregua sul segretario Dario Franceschini. Insomma, il gruppo che si raduna intorno all'eminenza grigia del veltronismo è in pieno fermento. E così, anche in vista delle Europee, il gruppo che fa riferimento all'ex presidente della Festa del Cinema si riunisce per stabilire le prossime mosse, in particolare su Roma. E la location scelta per la riunione è di quelle che non faranno certo sfigurare. Per oggi a pranzo Bettini ha deciso di chiamare a raccolta 40 suoi fedelissimi niente meno che alla Casina Valadier, il gioiello neoclassico del Pincio riaperto come ristorante di lusso in epoca veltroniana. Per avere un'idea dei prezzi basta dare un'occhiata sulla guida di "Repubblica" per i ristoranti di Roma: 65 euro a testa bevande escluse. Sul sito di "Repubblica Viaggi", che cita la "Guida de L'Espresso", viene anche data una breve descrizione: "La cucina riesce a tenere il passo e comunque non delude nelle proposte, con piatti semplici ma curati, nel complesso gradevoli, come i tonnarelli con cicorietta e pecorino o la millefoglie di filetto con verdure, provola e salsa al pesto. Buoni dolci e lista dei vini equilibrata e moderata nei ricarichi". Per Bettini e i suoi un conto da 3.000 euro?

11/05/2009

Documento n.7916

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