Il Tirreno 11-4-07. Lucca Banche, mesi per chiudere un conto Adusbef: una denuncia al giorno sulle odissee dei correntisti

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Banche, mesi per chiudere un conto ( Tirreno, Il del 11/04/2007 ) Lucca Banche, mesi per chiudere un conto Adusbef: una denuncia al giorno sulle odissee dei correntisti Le scuse accampate dagli istituti: operazioni in corso, bollette addebitate sulla carta di credito LUCCA. La richiesta di chiusura del conto viene notificata alla filiale viareggina di Banca Intesa il 22 febbraio. Il 10 aprile il conto non è ancora chiuso. Ci sono problemi con l'addebito delle bollette sulla carta di credito annullata da settimane, è la spiegazione della banca alla cliente che lavora a Lucca. Ma questo non è possibile, rispondono Cartasì e i gestori di telefonia mobile che emettono le fatture, già domiciliate su un nuovo conto corrente. Fanno resistenza le banche alla chiusura dei conti correnti. Adusbef, associazione di difesa dei diritti dei correntisti, ammette che in Toscana arriva almeno una segnalazione al giorno, una trentina al mese, da parte di clienti che non riescono a chiudere il conto corrente in modo rapido e indolore, come imporrebbe il decreto Bersani dal luglio dell'anno scorso. Le "scuse" per ritardare la chiusura del conto - spiega Giulio Caselli, responsabile regionale di Adusbef - "sono le più disparate. Di solito le banche, tutte e di varie parti della Toscana, Lucchesia inclusa, dicono che ci sono operazioni in corso che non si possono interrompere. Oppure sollevano questioni burocratiche per complicare la vita al cliente". O si appellano al fatto che prima della fine del trimestre e del conteggio degli interessi attivi e passivi "è impossibile chiudere il conto". Ma non è così. L'unico impedimento alla chiusura immediata di un conto corrente - insiste Adusbef - "è che sia in rosso". Se il cliente deve soldi alla banca, prima azzera il debito e poi chiude il conto. "In casi diversi dallo scoperto bancario - conferma Giulio Caselli - non si capisce bene quali impedimenti o oneri possa vantare e pretendere la banca. Per chiudere il conto è sufficiente che il cliente esprima la volontà di farlo. Non ci sono adempimenti da compiere". Non è di questo avviso, ad esempio, una filiale viareggina di Banca Intesa-San Paolo al centro di una vicenda già segnalata anche a Bankitalia, con un esposto. La vicenda è complicata. A febbraio la cliente chiede, con lettera, la chiusura del conto corrente. In un primo momento la banca rinvia la chiusura del conto, in attesa dell'addebito delle spese sostenute con la carta di credito, bloccata già a fine febbraio. A metà marzo, però, la banca, di nuovo, nega la chiusura del conto. Sulla carta di credito - già tagliata e annullata - risultano ancora addebitate le bollette dei telefoni cellulari. La cliente fa presente di aver già domiciliato le sue fatture presso un'altra banca, come conferma, fra l'altro, il messaggio inviato sul suo cellulare da Vodafone (uno dei gestori interessati) il 23 febbraio. Non solo. A un ulteriore controllo, risulta che sia Vodafone che 3 Italia hanno già registrato la nuova domiciliazione. Il conto, però, non viene chiuso. La banca insiste che fino a quando i Rid risultano accesi sulla carta (inutilizzabile perché sminuzzata) non può completare l'operazione. E invita la cliente a sollecitare Vodafone e 3 Italia a inviare a Cartasì la richiesta di revoca della domiciliazione delle fatture. La procedura, però, viene sconfessata sia da Cartasì che dai gestori di telefonia mobile. "Non è possibile - scrive il servizio Marketing Issuing e Acquiring di Cartasì - che la banca ritardi la chiusura del conto corrente sostenendo che sulla carta di credito ad esso appoggiata insiste una o più domiciliazioni. La chiusura del conto corrente implica la revoca della carta CartaSi ad esso associata e questo processo è indipendente dalle domiciliazioni presenti sulla carta. La revoca della carta verrà accolta da CartaSi senza alcuna verifica della presenza di domiciliazioni. Resta il fatto che, prima di revocare la carta, è opportuno che il titolare si occupi della richiesta di cambio della modalità di pagamento al fornitore di servizi". Non risulta neppure possibile, però, a differenza di quello che suggerisce la banca, che sia il gestore di un servizio a informare la carta di credito del nuovo sistema di pagamento scelto da un cliente. "3 Italia - si legge in una nota del gestore di telefonia - non è obbligata ad inviare una notifica a Cartasì (o a una qualunque carta di credito) per comunicare l'interruzione dell'addebito della fattura sulla carta". In questo caso o in tutti i casi di ritardata chiusura del conto corrente - conclude Adusbef - c'è una procedura da seguire: "La prima mossa è inviare una raccomandata all'istituto di credito, alla Banca d'Italia e, per conoscenza, anche a un'associazione di consumatori. Se ancora la banca si ostina a non chiudere il conto, allora il correntista può chiedere un intervento diretto di un'associazione di consumatori. Se anche questo tentativo è vano, allora si può procedere con una denuncia. Ma in questi casi, con la normativa vigente, si può risolvere il problema senza rivolgersi al giudice". Lucca Banche, mesi per chiudere un conto Adusbef: una denuncia al giorno sulle odissee dei correntisti Le scuse accampate dagli istituti: operazioni in corso, bollette addebitate sulla carta di credito LUCCA. La richiesta di chiusura del conto viene notificata alla filiale viareggina di Banca Intesa il 22 febbraio. Il 10 aprile il conto non è ancora chiuso. Ci sono problemi con l'addebito delle bollette sulla carta di credito annullata da settimane, è la spiegazione della banca alla cliente che lavora a Lucca. Ma questo non è possibile, rispondono Cartasì e i gestori di telefonia mobile che emettono le fatture, già domiciliate su un nuovo conto corrente. Fanno resistenza le banche alla chiusura dei conti correnti. Adusbef, associazione di difesa dei diritti dei correntisti, ammette che in Toscana arriva almeno una segnalazione al giorno, una trentina al mese, da parte di clienti che non riescono a chiudere il conto corrente in modo rapido e indolore, come imporrebbe il decreto Bersani dal luglio dell'anno scorso. Le "scuse" per ritardare la chiusura del conto - spiega Giulio Caselli, responsabile regionale di Adusbef - "sono le più disparate. Di solito le banche, tutte e di varie parti della Toscana, Lucchesia inclusa, dicono che ci sono operazioni in corso che non si possono interrompere. Oppure sollevano questioni burocratiche per complicare la vita al cliente". O si appellano al fatto che prima della fine del trimestre e del conteggio degli interessi attivi e passivi "è impossibile chiudere il conto". Ma non è così. L'unico impedimento alla chiusura immediata di un conto corrente - insiste Adusbef - "è che sia in rosso". Se il cliente deve soldi alla banca, prima azzera il debito e poi chiude il conto. "In casi diversi dallo scoperto bancario - conferma Giulio Caselli - non si capisce bene quali impedimenti o oneri possa vantare e pretendere la banca. Per chiudere il conto è sufficiente che il cliente esprima la volontà di farlo. Non ci sono adempimenti da compiere". Non è di questo avviso, ad esempio, una filiale viareggina di Banca Intesa-San Paolo al centro di una vicenda già segnalata anche a Bankitalia, con un esposto. La vicenda è complicata. A febbraio la cliente chiede, con lettera, la chiusura del conto corrente. In un primo momento la banca rinvia la chiusura del conto, in attesa dell'addebito delle spese sostenute con la carta di credito, bloccata già a fine febbraio. A metà marzo, però, la banca, di nuovo, nega la chiusura del conto. Sulla carta di credito - già tagliata e annullata - risultano ancora addebitate le bollette dei telefoni cellulari. La cliente fa presente di aver già domiciliato le sue fatture presso un'altra banca, come conferma, fra l'altro, il messaggio inviato sul suo cellulare da Vodafone (uno dei gestori interessati) il 23 febbraio. Non solo. A un ulteriore controllo, risulta che sia Vodafone che 3 Italia hanno già registrato la nuova domiciliazione. Il conto, però, non viene chiuso. La banca insiste che fino a quando i Rid risultano accesi sulla carta (inutilizzabile perché sminuzzata) non può completare l'operazione. E invita la cliente a sollecitare Vodafone e 3 Italia a inviare a Cartasì la richiesta di revoca della domiciliazione delle fatture. La procedura, però, viene sconfessata sia da Cartasì che dai gestori di telefonia mobile. "Non è possibile - scrive il servizio Marketing Issuing e Acquiring di Cartasì - che la banca ritardi la chiusura del conto corrente sostenendo che sulla carta di credito ad esso appoggiata insiste una o più domiciliazioni. La chiusura del conto corrente implica la revoca della carta CartaSi ad esso associata e questo processo è indipendente dalle domiciliazioni presenti sulla carta. La revoca della carta verrà accolta da CartaSi senza alcuna verifica della presenza di domiciliazioni. Resta il fatto che, prima di revocare la carta, è opportuno che il titolare si occupi della richiesta di cambio della modalità di pagamento al fornitore di servizi". Non risulta neppure possibile, però, a differenza di quello che suggerisce la banca, che sia il gestore di un servizio a informare la carta di credito del nuovo sistema di pagamento scelto da un cliente. "3 Italia - si legge in una nota del gestore di telefonia - non è obbligata ad inviare una notifica a Cartasì (o a una qualunque carta di credito) per comunicare l'interruzione dell'addebito della fattura sulla carta". In questo caso o in tutti i casi di ritardata chiusura del conto corrente - conclude Adusbef - c'è una procedura da seguire: "La prima mossa è inviare una raccomandata all'istituto di credito, alla Banca d'Italia e, per conoscenza, anche a un'associazione di consumatori. Se ancora la banca si ostina a non chiudere il conto, allora il correntista può chiedere un intervento diretto di un'associazione di consumatori. Se anche questo tentativo è vano, allora si può procedere con una denuncia. Ma in questi casi, con la normativa vigente, si può risolvere il problema senza rivolgersi al giudice". ( Tirreno, Il del 11/04/2007 )

11/04/2007

Documento n.6521

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