Il Sole 24 Ore 27-8-09. La Consob inglese è favorevole alla Tobin tax

in Articoli e studi
La Consob inglese è "no global". Favorevole alla Tobin Tax Il presidente della Fsa riprende la famosa idea di un'imposta sulle transazioni finanziarie per contrastare gli eccessi del sistema bancario. Dura reazione degli istituti di credito. di Vittorio Carlini La notizia l'ha data oggi il Financial Times. Il foglio rosa, in apertura, dice che il presidente della Fsa (la Consob inglese) non sarebbe contrario all'introduzione di una Tobin Tax per "calmierare" gli eccessi della finanza, soprattutto quella legata alle banche. La «suggestione» di Lord Turner, i capo dei watchdog inglesi, non è di poco conto. Si potrebbe dire che la Fsa è diventata "no global". Ma andiamo con ordine. La provocazione parte dalla preoccupazione che, dopo lo scampato (?) pericolo della grande crisi, «tutto torni come prima». «Se si vuole fermare gli eccessi nei salari pagati da un sistema finanziario gonfiato - dice Turner - bisogna ridimensionare l'importanza del settore o applicare particolari tasse». Non è importante stare a discutere sui bonus dei banchieri, che «è ormai un discorso populista», bensì bisogna intervenire alla radice. Con un'imposizione, appunto. E perché no, non pensare a una sorta di Tobin Tax. La considerazione non è di poco conto. La Tobin Tax, dal nome del suo ideatore il premio nobel per l'economia James Tobin, è un balzello che dovrebbe colpire, in maniera modica, tutte le transazioni (nell'idea originale era pensata solo per le valute) sui mercati finanziari. Il fine di questa tassa? Stabilizzare i mercati stessi, penalizzando le speculazioni a breve termine, e contemporaneamente riuscire a raccogliere risorse da destinare da destinare alla comunità internazionale. In particolare ai paesi in via di sviluppo. L'aliquota proposta è bassa, tra lo 0,05 e l'1%. A un tasso dello 0,1% la tassa Tobin dovrebbe garantire ogni anno all'incirca 166 miliardi di dollari. Si tratta di un'impostazione che, quasi dall'inizio della nascita del movimento, è diventata una delle bandiere dei "No global". Anche se, a onor del vero, Tobin non è mai stato contento dell'accostamento al movimento "No global": «Sono un economista - ha più volte detto - Per questo sono favorevole al libero scambio e sostengo istituzioni come il Fondo monetario internazionale o il Word trade organization». Ciò detto, fa comunque un po' impressione che a brandire un vessillo "No global" sia un alto esponente di un mondo che, al contrario, fa proprio della globalizzazione un suo elemento fondamentale di funzionamento e esistenza. Non stupisce, così, che la reazione del mondo bancario sia stata di netto rifiuto. Angela Knight, presidente dall'associazione di settore inglese, ha sottolineato ceh il «financial sector» è un uno dei comparti che danno più posti di lavoro e contribuiscono all'entrate fiscali in Ighilterra. Pensare ad una tassazione sulle transazioni finanziarie 27 agosto 2009 © RIPRODUZIONE RISERVATA

27/08/2009

Documento n.8144

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