Il Manifesto 21-4-2007 Sotto mentiti Spogli
Marco d'Eramo Ma ve l'immaginate un ambasciatore italiano che compra una pagina di pubblicità sul "New York Times" per chiedere all'amministrazione Bush di ritirarsi dall'Iraq? O che pochi mesi dopo scrive al "Washington Post" per denunciare il lassismo monetario della Federal Reserve che lascia precipitare il corso del dollaro? E vi immaginate come di fronte a tali poco diplomatiche esortazioni reagirebbero Condoleeza Rice, George Bush e il banchiere Ben Bernanke? Il minimo è che il nostro diplomatico sarebbe dichiarato persona non gradita. Eppure è proprio quel che è successo, a parti invertite, con l'ambasciatore Usa in Italia, Ronald Spogli, che pubblica inserzioni per chiedere al nostro governo di non ritirarsi dall'Afghanistan, o che scrive al "Corriere della Sera" contro le "interferenze" prodiane su Telecom. Ma ve li vedete non solo il reprobo Zapatero, ma anche i conservatori Chirac e Merkel subire tali interferenze? Richiamerebbero subito i propri ambasciatori a Washington. Che fa invece il nostro ministero degli esteri? Si lamenta perché l'ambasciatore è stato "ingeneroso": un po' più d'indulgenza, di grazia! Certo, l'ambasciatore era più discreto quando a Palazzo Chigi sedeva Berlusconi, forse per la comune predisposizione al conflitto di interessi: Spogli infatti, non solo è stato membro del consiglio di amministrazione di più di 25 imprese, ma ha fondato la società d'investimenti Freeman Spogli & Co. che dal 1983 ha investito più di 2,4 miliardi di dollari in partecipazioni di 41 compagnie: il valore aggregato delle società acquisite è di circa 16 miliardi di dollari. Nulla di strano quindi se la Freeman Spogli investisse in Att e quindi anche in Telecom. Forse in Italia lo spoil system è diventato il "sistema spogli"? Quand'è che il nostro governo si deciderà a dichiarare questo signore persona non gradita?.23/04/2007
Documento n.6534