Gazzetta del Sud del 27/12/2005. "Bancopoli" tra denunce e vignette Nuova razza mattona: i furbetti del quartierino

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"Bancopoli" tra denunce e vignette Nuova razza mattona: i furbetti del quartierino ( Gazzetta del Sud del 27/12/2005 ) Michele Gambino e Elio Lannutti I furbetti del quartierino Editori Riuniti pagine 166 - euro 12,00 Carlo De Biase La frase in dialetto romanesco pronunciata da Stefano Ricucci, ormai passata nell’uso comune dopo le intercettazioni della procura di Milano, dà il titolo al libro di Elio Lannutti, paladino dei consumatori nelle cause contro il mondo bancario, e Michele Gambino, giornalista d’inchiesta già autore di saggi di attualità. I "Furbetti del quartierino", i loro legami con finanza e politica e soprattutto il loro rapporto con il governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, sono al centro di una ricostruzione analitica dei tentativi di scalata ad Antonveneta e Bnl. Partendo dai grandi crack finanziari (Cirio, Parmalat, e prima ancora Bipop-Carire), gli autori approdano al caso Antonveneta, contesa tra gli olandesi dell’Abn Amro e la Bpl di Giampiero Fiorani, sostenuto dal governatore e dalla nuova "razza mattona". Gli immobiliaristi cioè, che con in testa Ricucci, hanno sostituito nei giochi di potere la "razza padrona". Ma al di là della banca padovana, il "grande gioco", spiegano Lannutti e Gambino, si impernia altrove e tira in ballo personaggi e vere e proprie istituzioni del mondo politico e finanziario nazionale. "Mentre il governatore Fazio fischiava falli a ripetizione contro gli olandesi per far vincere la partita padovana ai brocchi del suo amico Fiorani, altre partite ? scrivono gli autori ? forse più importanti, si giocavano in contemporanea". A partire da Mediobanca, fino a Generali, la "perla delle perle" intorno alla quale si verificavano "strani movimenti azionari". "Disegni oscuri, impenetrabili", vengono definiti. Mentre molto meno oscure apparivano le intenzioni di Ricucci su Rcs. Il libro ipotizza, come parte dell’opinione pubblica, un coinvolgimento indiretto negli interessi dell’ex odontotecnico del premier Silvio Berlusconi. Prova ne sarebbe l’appoggio agli immobiliaristi manifestato da Ubaldo Livolsi, l’uomo che salvò la Fininvest negli anni ’90 e che ancora "gravita in orbita berlusconiana". "I furbetti del quartierino" prosegue con un’analisi dettagliata dei rapporti tra Fazio, Fiorani, Gnutti, Ricucci, fino a Flavio Briatore, personaggi connessi tra di loro tra gossip e finanza e sotto i riflettori durante l’estate per la pubblicazione delle intercettazioni. Un libro di ricostruzione, che rivendica l’azione di denuncia dei consumatori, sempre critici anche di fronte a poteri "intoccabili" come quello della Banca d’Italia e pronti a dare battaglia per difendere gli interessi dei cittadini. Sul viso, quasi sempre lo stesso sorriso a tutti denti, anche davanti alle difficoltà che vengono dai suoi compagni di maggioranza, ma anche dagli "amici" stranieri. Ai piedi improbabili scarpe con un tacco ben in vista, di foggia quasi cardinalizia, che però non riescono certo a slanciarlo al cospetto di altri politici, immancabilmente ben più alti di lui, anche se nella realtà non è che lo sovrastino più di tanto. Per Emilio Gianelli, matita tra le più taglienti oltre che prolifiche della satira italiana, il presidente del Consiglio italiano rimase sempre eguale a se stesso, nonostante il trascorrere degli anni alla guida politica del Paese, nonostante i problemi che affronta, dentro e fuori il governo. Per Giannelli ? pluripremiato e, ormai da quasi quindici anni, titolare ogni giorno della vignetta che "illumina" la prima pagina del Corriere della Sera ? la testa del primo ministro rimane senza segno alcuno dei recenti interventi di rinfoltimento, quasi che per lui il tempo non passi. Ma dire che la satira di Giannelli abbia come obiettivo esclusivo Berlusconi è sbagliato perché, come peraltro richiamato dal titolo del suo ultimo libro, "Ricchi, Ricucci & company" (Marsilio, pagine 245 - euro 11,00), l’Italia è una vera fucina di spunti per sorridere o anche ridere. E non è che all’estero se la passino meglio, perché Giannelli non tralascia puntate anche oltre confine, tra la Gran Bretana alle prese con i lutti e le paure da terrorismo, alla Germania, con Schröeder al passo d’addio con il potere, per finire con l’immancabile Bush, che la satira sembra tirarsela proprio addosso. E più d’un tratto di matita lo merita anche papa Benedetto XVI. Ma se Berlusconi, Fassino e Prodi, in qualche modo, sono degli "evergreen", questa volta la new entry più gradevole sono le vignette sulla finanza italiana, a partire dalla vicenda del Governatore della Banca d’Italia e dai tanti grattacapi che gli ha causato, tra telefonate e consigli, tra effusioni e accuse. Michele Gambino e Elio Lannutti I furbetti del quartierino Editori Riuniti pagine 166 - euro 12,00 Carlo De Biase La frase in dialetto romanesco pronunciata da Stefano Ricucci, ormai passata nell’uso comune dopo le intercettazioni della procura di Milano, dà il titolo al libro di Elio Lannutti, paladino dei consumatori nelle cause contro il mondo bancario, e Michele Gambino, giornalista d’inchiesta già autore di saggi di attualità. I "Furbetti del quartierino", i loro legami con finanza e politica e soprattutto il loro rapporto con il governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, sono al centro di una ricostruzione analitica dei tentativi di scalata ad Antonveneta e Bnl. Partendo dai grandi crack finanziari (Cirio, Parmalat, e prima ancora Bipop-Carire), gli autori approdano al caso Antonveneta, contesa tra gli olandesi dell’Abn Amro e la Bpl di Giampiero Fiorani, sostenuto dal governatore e dalla nuova "razza mattona". Gli immobiliaristi cioè, che con in testa Ricucci, hanno sostituito nei giochi di potere la "razza padrona". Ma al di là della banca padovana, il "grande gioco", spiegano Lannutti e Gambino, si impernia altrove e tira in ballo personaggi e vere e proprie istituzioni del mondo politico e finanziario nazionale. "Mentre il governatore Fazio fischiava falli a ripetizione contro gli olandesi per far vincere la partita padovana ai brocchi del suo amico Fiorani, altre partite ? scrivono gli autori ? forse più importanti, si giocavano in contemporanea". A partire da Mediobanca, fino a Generali, la "perla delle perle" intorno alla quale si verificavano "strani movimenti azionari". "Disegni oscuri, impenetrabili", vengono definiti. Mentre molto meno oscure apparivano le intenzioni di Ricucci su Rcs. Il libro ipotizza, come parte dell’opinione pubblica, un coinvolgimento indiretto negli interessi dell’ex odontotecnico del premier Silvio Berlusconi. Prova ne sarebbe l’appoggio agli immobiliaristi manifestato da Ubaldo Livolsi, l’uomo che salvò la Fininvest negli anni ’90 e che ancora "gravita in orbita berlusconiana". "I furbetti del quartierino" prosegue con un’analisi dettagliata dei rapporti tra Fazio, Fiorani, Gnutti, Ricucci, fino a Flavio Briatore, personaggi connessi tra di loro tra gossip e finanza e sotto i riflettori durante l’estate per la pubblicazione delle intercettazioni. Un libro di ricostruzione, che rivendica l’azione di denuncia dei consumatori, sempre critici anche di fronte a poteri "intoccabili" come quello della Banca d’Italia e pronti a dare battaglia per difendere gli interessi dei cittadini. Sul viso, quasi sempre lo stesso sorriso a tutti denti, anche davanti alle difficoltà che vengono dai suoi compagni di maggioranza, ma anche dagli "amici" stranieri. Ai piedi improbabili scarpe con un tacco ben in vista, di foggia quasi cardinalizia, che però non riescono certo a slanciarlo al cospetto di altri politici, immancabilmente ben più alti di lui, anche se nella realtà non è che lo sovrastino più di tanto. Per Emilio Gianelli, matita tra le più taglienti oltre che prolifiche della satira italiana, il presidente del Consiglio italiano rimase sempre eguale a se stesso, nonostante il trascorrere degli anni alla guida politica del Paese, nonostante i problemi che affronta, dentro e fuori il governo. Per Giannelli ? pluripremiato e, ormai da quasi quindici anni, titolare ogni giorno della vignetta che "illumina" la prima pagina del Corriere della Sera ? la testa del primo ministro rimane senza segno alcuno dei recenti interventi di rinfoltimento, quasi che per lui il tempo non passi. Ma dire che la satira di Giannelli abbia come obiettivo esclusivo Berlusconi è sbagliato perché, come peraltro richiamato dal titolo del suo ultimo libro, "Ricchi, Ricucci & company" (Marsilio, pagine 245 - euro 11,00), l’Italia è una vera fucina di spunti per sorridere o anche ridere. E non è che all’estero se la passino meglio, perché Giannelli non tralascia puntate anche oltre confine, tra la Gran Bretana alle prese con i lutti e le paure da terrorismo, alla Germania, con Schröeder al passo d’addio con il potere, per finire con l’immancabile Bush, che la satira sembra tirarsela proprio addosso. E più d’un tratto di matita lo merita anche papa Benedetto XVI. Ma se Berlusconi, Fassino e Prodi, in qualche modo, sono degli "evergreen", questa volta la new entry più gradevole sono le vignette sulla finanza italiana, a partire dalla vicenda del Governatore della Banca d’Italia e dai tanti grattacapi che gli ha causato, tra telefonate e consigli, tra effusioni e accuse. ( Gazzetta del Sud del 27/12/2005 )

27/12/2005

Documento n.5484

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