GAMBERALE BALLA DA SOLO – IL SUO FONDO SEMPRE PIU' INDIPENDENTE DA CDP DEL DUPLEX VARAZZANI-TREMONTI

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tratto da www.dagospia.it GAMBERALE BALLA DA SOLO – IL SUO FONDO SEMPRE Più INDIPENDENTE DA CDP DEL DUPLEX VARAZZANI-TREMONTI – rimpiazzare l’ex socio Lehman, svanito con i 300 milioni che doveva apportare - “POSSIAMO DARE I SOLDI ALLA MORATTI PER L’EXPO”… Alessandra Puato per "CorrierEconomia" del "Corriere della Sera" A Letizia Moratti mancano i fondi per l'Expo 2015? Un mattone può metterlo Vito Gamberale. Con il suo fondo pubblico-privato F2i, il manager si candida a rilevare quote negli asset strategici del Comune di Milano: Sea e Milano-Serravalle, più l'Ecopass. «Sull'Expo 2015 ci proponiamo come quelli che possono dare i soldi alla Moratti - annuncia l'amministratore delegato del fondo infrastrutturale partecipato dalla Cassa depositi e prestiti -. Se il Comune dismette partecipazioni come Serravalle, Sea e la gestione dell'Ecopass, noi siamo interessati». La proposta al sindaco di Milano è il progetto politicamente più caldo dell'ex amministratore delegato di Tim e Autostrade. Non è l'unico. Sono in cantiere investimenti nella rete gas Enel e nei rigassificatori, in Telecom Italia Sparkle (i cavi sottomarini in fibra ottica) e in un termovalorizzatore del Nord Est (probabilmente di Acegas); nelle reti interbancarie (si parla di Sia-Ssb) e negli interporti («Vogliamo fare un network di almeno quattro interporti, con un sistema ferroviario che li colleghi»). Gamberale è alle grandi manovre: «Ho un progetto di sistema», dice. Sulla rete gas dell'Enel F2i ha presentato una manifestazione d'interesse il 29 dicembre: l'intenzione è rilevarne circa il 35% per un investimento fra i 180 e i 250 milioni; l'offerta vincolante è attesa per la fine di febbraio. «Siamo molto impegnati sulla rete gas dell'Enel - dice Gamberale - Ma è una procedura di gara, quindi, come tutte le aste, si può interrompere». Di Sia-Ssb, stando a fonti vicine al dossier, F2i vorrebbe rilevare fino al 50%, per 100 milioni; e del termovalorizzatore il 40% per 60 milioni. Per Telecom Italia Sparkle è stata inviata una lettera di manifestazione d'interessi: Gamberale vuole rilevarne almeno il 49% per un esborso fino a 200 milioni. E sono valutate «in fase avanzata » le trattative per entrare con il 30-35% «in un rigassificatore offshore che ha già ricevuto il Via», l'autorizzazione ministeriale. Un eventuale investimento in Sintonia, invece, la holding dei Benetton, viene escluso dall'ex amministratore delegato di Autostrade: «Ha strategia più orientata all'estero che all'Italia, noi il contrario». Ed è «troppo presto», dice Gamberale, per il ventilato ingresso nel digitale terrestre; così come è giudicato improbabile l'intervento sulla rete di Telecom. È giudicata possibile invece un alleanza con il concorrente Valiance, il nuovo fondo infrastrutturale di Generali. «Non escludiamo accordi su grandi operazioni - dice Gamberale - perché abbiamo un vincolo: non investire più del 15% della raccolta su un solo progetto». Energia e reti (idriche, telefoniche, elettriche) pesano sulla prevista ripartizione degli investimenti di F2i più della voce «trasporti »: 1,3 miliardi di euro contro 600 milioni. Ed è un mezzo paradosso per il fondo, partito nel 2007 come il braccio operativo della Cassa depositi e prestiti per le grandi opere e costretto a fare i conti oggi con due problemi. Il primo è la sensazione di ritardo nei lavori. F2i aveva l'obiettivo di investire 2 miliardi («Riconfermato », dice Gamberale»): a oggi ha concluso tre investimenti per un totale di 166 milioni. Anche aggiungendo le altre tre operazioni approvate e in via di chiusura, non si toccano i 300 milioni. «Ma è il contrario, siamo in anticipo - replica Gamberale -. Secondo i piani, avremmo dovuto fare solo raccolta fino al febbraio 2009, invece abbiamo fatto anche acquisizioni. Il periodo dell'investimento formalmente previsto è dal 2009 al 2012, con eventuale estensione di quattro anni». Il manager ribadisce che la strada è «verso la quotazione, fra il 2013 e il 2015». E sottolinea i 15 progetti in pipeline che «potrebbero assorbire il 60% dell'intera raccolta: oggi siamo a 1,851 miliardi». Ma è proprio nella raccolta il secondo problema. In un momento in cui nessuno mette un soldo nei fondi di private equity, Gamberale deve da un lato rimpiazzare l'ex socio Lehman Brothers, svanito con i 300 milioni che doveva apportare, dall'altro rispettare la scadenza di fine febbraio, quando termineranno i 18 mesi di legge per completare la raccolta. Sono circolate voci di difficoltà di F2i sugli impegni all'investimento presi dai soci, ma Gamberale smentisce: «Non ci sono state rinegoziazioni degli impegni né ritiri. Anzi, abbiamo avuto partecipazioni puntualissime ai vari closing di dicembre». Risulta che il socio Merrill Lynch, ora Bank of America (14,3%), abbia dato conferma; e non sarebbero cambiate, secondo fonti interne, le quote degli altri soci nella sgr che gestisce il fondo: oltre alla Cdp, anche Unicredit e Intesa (al 14,29% ciascuno), più le fondazioni (22,9%). Ma le casse previdenziali (5,6%) potrebbero salire: l'idea è ripartire fra loro la quota Lehman. Un fondo sempre più «dei geometri », dunque, com'è stato chiamato F2i? Senz'altro sempre meno legato alla Cassa depositi e prestiti: la Cdp di Massimo Varazzani sta avviando i suoi progetti per altre strade, a partire dall'edilizia sociale. «La Cassa è un socio come gli altri e noi investiamo nelle infrastrutture esistenti », dice Gamberale. Sarà un caso, ma proprio da febbraio gli uffici di F2i si sposteranno dal palazzo della Cdp, in piazza Dante, in una nuova sede, via Sardegna.

26/01/2009

Documento n.7732

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