G8 IN ABRUZZO: E' SOLO UN GESTO STRUMENTALE DI CHI MERCIFICA IL DOLORE ?

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“G-8 in Abruzzo: gesto strumentale di chi mercifica il dolore per il consenso" (Chi pensava che De Bortoli piegasse la schiena all’Onnipotente ha fatto male i conti) - ENEL: SINISCALCO 'FULMINATO' DA GERONZI - MIELI & MENTANA, UNA COPPIA DI REDUCI PER LA TV QUELL'AQUILA DI SILVIO DELUDE EMMA Quando le hanno messo sotto gli occhi i flash delle agenzie che annunciavano lo spostamento del G8 dalla Sardegna a L'Aquila, Emma Marcegaglia ha cambiato colore. La notizia è arrivata intorno alle 18 quando la presidentessa di Confindustria stava ricevendo gli ospiti italiani e stranieri del G-8 Business, un Summit organizzato a Santa Margherita di Pula con i presidenti delle Confindustrie dei grandi paesi industrializzati. La coincidenza è sembrata paradossale e di fronte al repentino cambiamento di programma imposto dal Sultano di Palazzo Chigi, la Marcegaglia ha balbettato "cercheremo di capire di cosa si tratta". Il G-8 confindustriale era stato organizzato per fare il punto sulla crisi internazionale e per collaudare la ricettività delle strutture di Forte Village, un complesso che nelle guide è definito il miglior resort del mondo. L'imprenditrice di Mantova gioca in casa perché nel settembre 2007 Mita Resort (una società partecipata al 50% dal gruppo Marcegaglia) ha preso in gestione per 30 anni il villaggio sardo con un contratto di locazione di circa 80 milioni di euro. Lo spostamento a L'Aquila del Summit rischia di rappresentare un danno per gli albergatori locali che difficilmente potrà essere assorbito dalla stagione estiva, ma la Marcegaglia dopo il primo sconcerto si è ripresa subito e si è presentata alla cena ufficiale nell'hotel 5 stelle del suo Forte Village con un grande sorriso. I lavori proseguono oggi con un intervento di Giampiero Massolo, il Segretario generale della Farnesina che al G-8 (quello dei potenti) dovrà guidare la delegazione degli Sherpa italiani. Subito dopo interverranno il giornalista Michael Buerk della BBC e Bjorn Stigson, un biondo svedese che guida il Business Council per lo sviluppo sostenibile. Dopo il buffet i lavori saranno chiusi in gran fretta dalla Marcegaglia che lascerà la parola al presidente della Camera di Commercio del Canada e terrà una conferenza stampa. Qui la Emma dovrà nascondere il disappunto per la scelta dell'Abruzzo e spostare il tiro sul tema della recessione rispetto al quale nei giorni scorsi si era esposta parecchio e che sarà affrontato mercoledì prossimo in un incontro del Direttivo di Confindustria con Giulietto Tremonti. 2 - LA MORGAN STANLEY DI SINISCALCO 'FULMINATA' DA GERONZI Chi l'ha visto negli ultimi tempi dice che Domenico Siniscalco, il 55enne economista ed ex-ministro in due governi Berlusconi, è molto incazzato. Il professore torinese è un uomo dai tratti garbati che raramente indulge all'ira. Anche quando si dimise dal governo per non aver ottenuto l'appoggio alla sua richiesta di dimissioni del pio-Governatore Antonio Fazio (era il 22 settembre 2005), Mimmo Siniscalco non ha mai fatto scenate. Pochi mesi dopo quell'episodio clamoroso, è stato arruolato da Morgan Stanley International che il 1° dicembre 2007 gli ha affidato la carica di responsabile per gli affari in Italia. È noto che in questo momento le merchant bank come Morgan Stanley non vivono un momento felice. Sono strutture che guadagnano quando avvengono fusioni e operazioni sul capitale, tutte cose che in questo momento in Italia non hanno spazio. A soffrirne non è soltanto Morgan Stanley, ma a quanto si sussurra negli ambienti finanziari anche Gerardino Braggiotti, il genietto di Banca Leonardo, non sta raccogliendo grandi soddisfazioni. L'unica merchant bank che colleziona incarichi è Mediobanca dove Cesarone Geronzi fa valere il suo peso politico e porta sui tavoli di piazzetta Cuccia affari succulenti. Tra questi l'aumento di capitale di Enel da 8 miliardi di euro dal quale Mediobanca porterà a casa una commissione di 13,6 milioni di euro da dividere con IntesaSanPaolo e JP Morgan. Nell'operazione per Enel, Morgan Stanley è stata tagliata fuori e Mimmo Siniscalco ha dovuto spiegarne le ragioni agli americani. Il capo della merchant bank di New York si chiama Walid Chammah, un banchiere di 54 anni che da Manhattan ha suonato la sveglia. 3 - "G-8 in Abruzzo: gesto strumentale di chi mercifica il dolore e lo sfrutta per il consenso" (Chi pensava che De Bortoli piegasse la schiena davanti al governo dell'Onnipotente, ha fatto male i conti) C'era qualcosa di patetico nella noiosa puntata di "Annozero" che è andata in onda ieri sera con la partecipazione di due 'ex': Paolino Mieli ed Enrico Mentana. Nello studio aleggiava il fantasma di Indro Montanelli e si parlava dell'informazione, ma era evidente lo sforzo di Michele Santoro e del suo braccio destro Marco Travaglio di alzare la palla sul tema più generale della libertà. Nella stessa ora in cui Paolino e Mentana si esibivano come due reduci, Giulio Anselmi mandava in tipografia l'editoriale di congedo dalla direzione del quotidiano "La Stampa". Il giornalista genovese ha uno stile freddo e una natura che non lascia spazio a grandi emozioni, però è molto contento di tornare a Roma, una città cafonal e di gran lunga più divertente di Torino. Nella prossima settimana si insedierà a via della Dataria dove lo aspettano con una certa ansia. Il primo atto sarà il passaggio delle consegne con l'80enne presidente e ambasciatore Boris Biancheri, poi Anselmi si toglierà la giacca e si rimboccherà le maniche per affrontare i problemi dell'Ansa, una struttura elefantiaca che ha già guidato dal '97 al '99. I giornalisti sono preoccupati perché sanno benissimo che oltre alla penna, il neopresidente tirerà fuori le forbici e comincerà a stendere il piano industriale insieme all'amministratore delegato dell'Ansa, Giuseppe Cerbone, un manager che come Anselmi ride soltanto una volta all'anno. Per quanto riguarda la nomina del direttore che all'Ansa potrebbe sostituire Giampiero Gramaglia (desideroso di tornare in America) il nome che circola è quello del giornalista di Repubblica Luigi Contu, un 48enne che non dispiace agli editori e sembra gradito a Palazzo Chigi. La sua nomina comunque non appare imminente perché il tandem Anselmi-Cerbone non sembra intenzionato a insediarlo in tempi stretti. Martedì prossimo sarà la volta del "Sole 24 Ore" dove Gianni Riotta pronuncerà nell'Agora di via Monte Rosa il suo discorso di insediamento. Per questo evento l'attesa tra i redattori è enorme poiché il giornalista siciliano passa per un uomo colto e il suo "manifesto" sarà una lezione di sapienza. Nei corridoi circolano perfide scommesse sui nomi dei grandi letterati e intellettuali che Riotta citerà indossando la camicia bianca di Brooks Brothers che fa tanto "New York Times". I bookmakers danno al 90% e sicura la citazione del sociologo Zygmunt Baumann, il teorico della società liquida che ormai viene citato anche nelle toilettes degli autogrill. Riotta non dirà invece nulla sulla nomina dei vicedirettori perché questo è un tema sul quale l'editore Confindustria gli ha fatto capire, attraverso il presidente Marcegaglia, che vuole pronunciare l'ultima parola. Anche Flebuccio De Bortoli sta lavorando intensamente dietro la scrivania sulla quale hanno lavorato i grandi padri del giornalismo. Per il neodirettore del "Corriere della Sera" c'è una scadenza precisa: il 15 maggio sarà presentato al Consiglio di amministrazione di Rcs il piano industriale che deve rimettere a posto il giornale dopo la gestione "politica" di Paolino Mieli. La fatica più grossa di De Bortoli non è soltanto quella di individuare i tagli necessari che secondo le ultime notizie andrebbero ben oltre 50 prepensionamenti, ma è rappresentata dalla voglia irrefrenabile del notaio Piergaetano Marchetti di mettere becco sul piano industriale. Il notaio dalla cravatta rossa ha sempre cercato di giocare la parte del garante tra i soci del Patto di sindacato e i giornalisti. Questo ruolo è riuscito a esercitarlo alla grande con Paolino Mieli, ma a quanto pare De Bortoli intende girare pagina. E mentre dedica le sue energie al piano industriale comincia a divertirsi punzecchiando il Sultano di Palazzo Chigi che gli ha dato semaforo verde. E oggi sul "Corriere della Sera" appare un articolo dedicato alla "follia del G-8 in Abruzzo" in cui si legge testualmente che la decisione di spostare il Summit può essere percepita "come il gesto strumentale di chi mercifica il dolore e lo sfrutta per il consenso... un'operazione troppo plateale, per quanto sincera". Chi pensava che De Bortoli piegasse la schiena davanti al governo dell'Onnipotente, ha fatto male i conti. 4 - L'unico risparmio avverrà per la sistemazione del leader libico Gheddafi che potrà utilizzare le tende della Protezione Civile Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che i magistrati della Corte dei Conti non hanno alcuna intenzione di spremersi le meningi per dimostrare che alla Maddalena sono stati sprecati i soldi. Basta un ragioniere qualunque per capire che lo spostamento in Abruzzo e l'abbandono dei lavori già avviati in Sardegna, costeranno molto più dei 200 milioni che il tandem Berlusconi-Bertolaso pensa di risparmiare. L'unico risparmio avverrà per la sistemazione del leader libico Gheddafi che potrà utilizzare le tende della Protezione Civile".

24/04/2009

Documento n.7891

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