E. Lannutti. Sulle attività speculative delle grandi banche d'affari internazionali

in Articoli e studi
Sulle attività speculative delle grandi banche d'affari internazionali LANNUTTI (IdV). Domando di parlare. PRESIDENTE. Ne ha facoltà. LANNUTTI (IdV). Signor Presidente, lei mi ha preceduto, ma anche se non è questa la ragione del mio intervento desidero rassicurare i colleghi ed, in particolare, il senatore Saltamartini sul fatto che nessuno di noi ha giustificato la violenza di ieri e che, al contrario, il presidente Di Pietro e tutti noi dell'Italia dei Valori abbiamo espresso solidarietà e vicinanza alle forze dell'ordine. La ragione per la quale intervengo però è un'altra. Qualche giorno fa abbiamo appreso dai giornali nazionali ed internazionali che una cricca di banchieri - gli amministratori delegati, i CEO, delle nove più importanti banche d'affari, da Goldman Sachs a Deutsche Bank - si riuniscono in segreto a Washington o a New York per decidere come indirizzare le speculazioni con i prodotti derivati, ossia come convogliare ingenti masse monetarie, create con la leva finanziaria, per colpire titoli del debito o azioni degli Stati sovrani. Qualche giorno fa, il 13 dicembre scorso, proprio sulla base di un rapporto di alcune banche come Goldman Sachs, è stato pubblicato un articolo di Giovanni Pons su "La Repubblica" nel quale si sottolineava che Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan Chase e le più prestigiose ed autorevoli banche d'affari del mondo invitavano gli operatori americani ed europei a disinvestire dalla Borsa italiana. Ripeto: invitavano a disinvestire dalla Borsa italiana! Io considero inaccettabile che vi siano questi consiglieri d'acquisto. Abbiamo già visto cosa è accaduto ai titoli di Stato, ai BTP; ieri il debito pubblico italiano ha subìto un'ulteriore impennata, con un gravame di oltre 31.000 euro sulle spalle di ognuno dei 60 milioni di abitanti italiani. In questa campagna si trovano Italia, Grecia, Irlanda, Portogallo e così via. Signor Presidente, ripeto ancora una volta che qui non possiamo fare gli spettatori inerti di questi speculatori, di questi "bankster", che si arricchiscono per attentare alla sovranità degli Stati e alla ricchezza delle nazioni. Ricordo che, non noi, ma il direttore generale del Fondo monetario internazionale ha stimato in 30 milioni di posti di lavoro distrutti la speculazione dal 7 luglio 2007 (rammentiamo le file alla Northen Rock). Signor Presidente, per l'ennesima volta ripeto che i Parlamenti ed i Governi democratici devono battere un colpo perché non si può consentire tutto ciò a questi signori. Soprattutto in Italia, dove abbiamo la crisi (ieri è stata data la fiducia per tre voti), non è possibile trovarsi sotto attacco di "bankster", perché ci rimette sempre la povera gente, i lavoratori, gli impiegati, i pensionati ed il potere d'acquisto. Non è possibile! Signor Presidente, io continuerò fino alla noia a ripetere questi appelli, anche se noto una grande disattenzione rispetto alle gravi questioni che riguardano la povera gente, che ha risparmiato e poi non si trova più nulla! (Applausi dei senatori Stradiotto e Pertoldi). PRESIDENTE. Senatore Lannutti, prendiamo atto della sua denuncia, che ha un fondamento e che ricorre, come è giusto che sia. Oltre a questi interventi di fine seduta, vi sono ulteriori strumenti, da lei altre volte già utilizzati, che consentono di svolgere un dibattito in Commissione o un confronto anche in Aula attraverso la discussione di mozioni.

15/12/2010

Documento n.8797

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