DE BUSTIS DE GUSTIBUS – IL BANCHIERE DALEMIANO VA A LONDRA E DIVENTA SCEICCO DI UN FONDO ARABO

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DE BUSTIS DE GUSTIBUS – IL BANCHIERE DALEMIANO VA A LONDRA E DIVENTA SCEICCO DI UN FONDO ARABO – E PRIMA DI LASCIARE L’INGRATA PATRIA VUOTA IL SACCO SU FAZIO, RICUCCI, MUSSARI, SAWIRIS, SHARON STONE… Paolo Madron per il Sole 24 Ore Vincenzo De Bustis sceicco. A settembre il più trasversale dei banchieri italiani prende armi e bagagli e si trasferisce a Londra. Lo aspetta un fondo di private equity, Bridge fatto quasi tutto di soci arabi, braccio armato di una banca di diritto inglese messa in piedi con Peter Middleton, una carriera divisa tra pubblico, al ministero del Tesoro inglese, e privato, presidente di Barclays. A 57 anni De Bustis porta con sé grandi ambizioni, ma anche una gran voglia di cambiare orizzonti dopo aver calcato per oltre trent'anni la scena italiana con molte luci, qualche dispiacere e più di un rimpianto. Bridge, ponte. Un ponte attraversato dalla finanza araba per venire in Europa? Sarà un ponte bidirezionale, percorribile nei due sensi di marcia. Due miliardi di dollari per partire non sono una brutta dotazione.. Direi giusta, ma ci sono fondi che raccolgono di più. Bridge più che un fondo sarà una banca di diritto inglese, Peter Middleton farà il chairman con una compagine dove i soci saranno arabi al 90%. E' da un pezzo che voleva mollare Deutsche Bank. Ci ero arrivato cinque anni fa con un programma che poi è cambiato. In effetti sull'Italia i tedeschi si sono un po' addormentati. Non è questione di addormentati, hanno scelto altre priorità: l'Asia, l'India. Non che l'Europa non sia rimasta centrale, ma l'Italia non è certo il loro primo interesse. Le banche globali come Deutsche Bank ragionano su scala mondiale, guardiamo a quello che sta facendo General Electric. Il suo affare più rilevante? Abbiamo lavorato bene su tante cose. Da Wind al primo aumento di capitale di Alitalia che ha tenuto in piedi la compagnia, su cui finalmente girano voci di buon management. Wind è un suo approccio arabo ante litteram... Sawiris aveva bisogno di essere guidato. Noi l'abbiamo seguito ma con l'ottica di far fare un ottimo affare anche alla controparte italiana. Dimenticavo. Quando era a Mps fu un congiurato dell'operazione che disarcionò Maranghi da Mediobanca Maranghi era una grande persona. Io all'epoca dovevo far crescere il Montepaschi e facemmo l'operazione su Generali, anche sotto l'urgenza di conservarne l'italianità contro gli appetiti d'oltralpe. Per la banca fu anche un ottimo affare: ci guadagnammo 250 milioni di euro. E Ricucci, lo affiancherebbe ancora nella scalata alla Rcs? Mai affiancato, anzi. Suggerii alla Deutsche Bank di Londra che non era il caso di esporsi con lui. Ricucci millantava chissà quali fidi e non era vero. A Londra fecero un chiaro comunicato che prendeva le distanze dal personaggio. Lei è un banchiere trasversale, ha buoni rapporti con D'Alema, Gianni Letta, Giulio Tremonti, ed è di casa nel salotto di Maria Angiolillo. In fondo noi banchieri siamo degli imprenditori, un ruolo dove mi hanno insegnato che bisogna essere filogovernativi. Qualcuno dice che a un certo punto lei si doveva affrancare da un'amicizia troppo ingombrante con D'Alema. Sciocchezze. Io rimango amico di D'Alema senza nessuna ombra, lo stimavo e lo stimo. Allora è un banchiere democratico, inteso come Partito? Penso proprio di no. Il suo nome viene alla ribalta quando era alla guida della Banca del Salento. Vero, ma è un peccato perché prima ero stato alla Cofiri e in Bnl facendo buone cose. Banca del Salento, poi 121, all'epoca incuriosiva perché, pur lontana dai santuari della finanza, era considerata tra le più innovative. Infatti prima di finire al Montepaschi fu oggetto di contesa. Aveva un modello di business originale che oggi qualcuno sta ripercorrendo. Fu sua l'idea di scritturare Sharon Stone per gli spot? No,avevo un ottimo ufficio pubblicità. Mi proposero di scegliere tra la Stone e George Cloney Due tipi da Basic Instinct.. Alla fine scelsi la Stone Banca 121 a furia di innovare incappò poi in quei prodotti finanziari che le procurarono non pochi grattacapi. Si chiamavano My Way e 4 You. Oltre 200 volte i tribunali civili non hanno sentenziato condanne anzi hanno confermato la trasparenza dei contratti. Certo, le banche qualche errore lo hanno fatto. Lo hanno detto di recente anche Profumo e Geronzi Anche se con quello che sta succedendo oggi sui mercati si potrebbe dire che My Way e 4You stanno ai subprime come una suora a Paris Hilton. Ah, su questo non c'è dubbio. Quella vicenda comunque è servita a convincermi ancora di più sulle necessità che le banche migliorino i sistemi di comunicazione e di controllo e realizzino nei fatti la centralità del cliente Poi arriva al Montepaschi e si rompe le corna sulle diatribe tra le contrade In realtà dovevo andare in un'altra grande banca, invece poi scelsi Siena. Come mai scartò Banca Intesa? C'era un manager straniero (Christian Merle, ndr) che non rispettava il presidente, e ciò non mi piaceva. A Milano i manager, a Siena invece le correnti diessine dove è rimasto impigliato. Dalla padella alla brace. Ero andato a Siena per fare il matrimonio con la Bnl. Pensi che la Fondazione, allora presieduta da Giuseppe Mussari, era disposta a scendere al 33%. Ma Bankitalia non volle, disse che dovevano scendere sotto il 20. Si mise di traverso Antonio Fazio? Sì, e pensare che all'assemblea di Bankitalia aveva benedetto con convinzione le nozze. Solo che le voleva fare a modo suo. Peccato, perché a quell'epoca Bnl costava davvero poco. Se fosse ancora lì l'avrebbe comprato l' Antonveneta? Le rispondo in due modi. Col senno di poi, visto come sono scese le borse, no. Ma se la si legge in chiave strategica, mi sembra un'operazione giusta e incontestabile. Qualcuno storce il naso ma Mussari è stato bravo e sopratutto coraggioso. Siamo a un altro '29 come dice Tremonti o la crisi è passeggera, come sostiene Mario Draghi? Condivido la tesi di Tremonti sulla speculazione come principale causa di questa tempesta. Pensi che in appena cinque anni lo spostamento dagli asset tradizionali ha aumentato l'investimento in indici sulle commodities dai 13 miliardi di dollari del 2003 a 260 del marzo 2008. Cosa non rifarebbe a posteriori? Forse non direi di no alla banca milanese di cui sopra, anche se a Siena è stata una bellissima esperienza. Chi è il più bravo banchiere italiano dopo De Bustis? Io ho un po' di esperienza ma ci sono banchieri "stellari" un notch sopra tutti,come Profumo e Passera; Geronzi è, che piaccia o no, un grande banchiere. Tra i giovani Arpe, nonostante il suo carattere. E anche Giampiero Auletta non mi dispiace per il team che ha saputo costruire. Nell'investment banking l'Italia ha la fortuna di avere Braggiotti, Nagel e Miccichè che è una forza della natura, oltre che bravo. E il peggiore? Non ci sono peggiori. Quella dei banchieri è una razza che nel tempo si è selezionata bene. Resterà londinese per sempre? No. Un giorno mi piacerebbe impegnarmi in un lavoro istituzionale Dagospia 27 Luglio 2008

27/07/2008

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