Da Virgilio.it. (15-11-05) RISPARMIO/ NUOVO STOP ALLA RIFORMA, APPROVAZIONE A RISCHIO

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RISPARMIO/ NUOVO STOP ALLA RIFORMA, APPROVAZIONE A RISCHIO -punto 15/11/2005 21:47 Roma, 15 nov. (Apcom) - Ancora un rinvio per la riforma del risparmio. Dopo il bagliore di un’accelerazione nelle ultime settimane, il ddl si incaglia nuovamente alla Camera. La Conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso, infatti, di rimandare l’esame del provvedimento a dopo la Finanziaria, cioè a fine anno. A quel punto la fiducia resta l’ultima chance per il provvedimento di diventare legge. Ma l’intenzione del governo di approvare la riforma c’è ancora. "Prendo atto della decisione della Camera - ha detto infatti il sottosegretario all’Economia Maria Teresa Armosino - ma io voglio fare la riforma e ce la metterò tutta". D’altronde, conferma Armosino, lo stesso ministro Tremonti era al lavoro per mettere a punto le modifiche sulla riforma della Banca d’Italia, finita sotto la lente della Bce. La maggioranza punta subito l’indice sull’opposizione. "E’ stato Violante, a nome di tutti i partiti della sinistra, a bloccare l’esame di un provvedimento importante per i cittadini e i risparmiatori italiani", accusa il deputato azzurro Guido Crosetto. "La sinistra ancora una volta dimostra di tenere più alla propaganda che alla difesa dei risparmiatori", afferma anche il relatore Stefano Saglia (An). Il capogruppo dei Ds alla Camera, Luciano Violante, rispedisce subito le accuse al mittente: "E’ colpa del centrodestra se il disegno di legge sul risparmio è stato lasciato marcire per due anni. Il centrosinistra nella Conferenza dei capigruppo della Camera non ha bloccato niente: ha dato la propria disponibilità a votare il provvedimento entro dicembre". Incalzano anche altri deputati diessini: "La maggioranza e il governo sono paralizzati dalla loro incapacità - affermano Mauro Agostini, Giorgio Benvenuto e Sergio Gambini - dopo due anni non sanno ancora che pesci pigliare di fronte ai due problemi di sempre: il ruolo della Banca d’Italia e il falso in bilancio". La strada, comunque, torna in salita. Se il rinvio significa che il governo vuole prendere tempo per decidere le modifiche da apportare, così come conferma l’altro relatore Ettore Romoli di Forza Italia, si dovrà a quel punto trovare l’intesa nella Cdl, e su questo non si sono fatte attendere le bizze della Lega. Sarà, comunque, difficile mettere a punto un testo che trovi concordi deputati e senatori. A palazzo Madama, dove il governatore gode di un più ampio appoggio, si intravedono, infatti, maggiori problemi. Si renderà necessario, quindi, fin dal’inizio concordare una doppia fiducia nei due rami del Parlamento. L’altra via è quella di licenziare il provvedimento così com’è, ma il quel caso si corre il rischio di incappare in un ricorso da parte della Bce alla Corte di Giustizia europea. Tra le modifiche chieste da Francoforte lo scorso 6 ottobre, al primo posto c’è la questione dell’indipendenza finanziaria di via Nazionale, che, secondo l’istituto centrale europeo verrebbe meno con la modifica dell’azionariato di Bankitalia prevista dalla riforma. Poi c’è la richiesta di una maggiore collegialità ai vertici e criteri meno discrezionali nell’autorizzazioni su fusioni e acquisizioni bancarie. Ma non sono solo le norme su Bankitalia a suscitare perplessità anche dei deputati. Archiviata la questione del passaggio della vigilanza sulla concorrenza bancaria all’Antitrust, del testo approvato dal Senato i deputati contestano anche il tetto del 30% al diritto di voto delle Fondazioni nel capitale delle banche. Questione sulla quale al momento non c’è l’intenzione di rimetterci mano. copyright @ 2005 APCOM

16/11/2005

Documento n.5262

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