Da Telereggio. Un affare da 74 milioni €

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venerdì 15 luglio 2005, ore 19.27 Un affare da 74 milioni € Paradossi della finanza. Ci voleva Stefano Ricucci, immobiliarista romano di cui molti denunciano le misteriose fortune, per alzare definitivamente il velo sull’affaire Rovema, uno dei capitoli più gravi della malagestione della vecchia Bipop. La vicenda fu rivelata da l’Espresso e da Telereggio il 10 gennaio 2002 e ruota attorno al direzionale di piazza Durante a Milano, sede di numerose società del gruppo. In sintesi, nel 1999 Bipop - attraverso la controllata Fineco Leasing - finanziò la società Rovema 2000, che acquistò l’immobile e poi lo affittò alla stessa Bipop per 12 anni. Il canone annuo d’affitto a carico della banca, però, era quasi doppio rispetto alla rata del leasing versata da Rovema: 4,6 milioni di euro contro 2,5. Per effetto di questo divario, nell’arco di 12 anni Rovema - oltre a diventare a tutti gli effetti proprietaria dell’immobile - avrebbe guadagnato oltre 20 milioni di euro. L’inchiesta della Procura di Brescia sulla crisi di Bipop ha accertato che l’azionista di maggioranza assoluta di Rovema era Mauro Ardesi, immobiliarista bresciano, socio forte di Bipop. La quota di Ardesi era schermata da una fiduciaria (Sanpaolo Fiduciaria) e da una società anonima lussemburghese (Green House Investments). Lo stesso Ardesi incassò anche almeno 13 milioni di euro per i lavori di ristrutturazione del direzionale. Un’operazione duramente stigmatizzata dal Giudice dell’udienza preliminare Lorenzo Benini nella recente sentenza di rinvio a giudizio di Ardesi. Rimaneva però ancora un aspetto da chiarire. All’interno di Rovema Ardesi aveva un socio di minoranza, titolare del 25 per cento delle quote. Chi era? A svelarlo è adesso Ricucci, che il 30 luglio dell’anno scorso ha acquistato Rovema e il direzionale di piazza Durante attraverso la sua finanziaria Magiste. I soci occulti di Ardesi si nascondevano dietro la fiduciaria Sirefid: sono i fratelli Giorgio e Ruggero Magnoni. Il primo è un uomo d’affari molto vicino a Roberto Colaninno, il secondo è il vicepresidente della Lehman Brothers, una delle più grandi banche d’affari degli Stati Uniti e del mondo. Per la cronaca, vendendo l’immobile a Ricucci, Ardesi ha incassato altri 39,5 milioni di euro, i fratelli Magnoni 11 (attraverso la Lm Real Estate). E ora i pm bresciani hanno acceso i fari su questa compravendita, perchè sospettano che Ardesi abbia ceduto il palazzo per cautelarsi dal rischio di un sequestro giudiziale. A scoprire e a denunciare l’affaire Rovema fu il reggiano Franco Maria Grasselli, a quel tempo condirettore generale di Bipop e capo dell’ufficio legale. Il 17 dicembre 2001 Grasselli consegnò un dossier sulla vicenda alla Procura di Brescia e il 27 dicembre riferì al consiglio di amministrazione. In seguito, nè Bipop prima, nè Fineco e Capitalia poi hanno mai fatto la cosa più logica: chiedere l’annullamento del contratto per illegittimità. In compenso, l’8 luglio 2002 Grasselli fu licenziato in tronco da Capitalia. Gabriele Franzini

18/07/2005

Documento n.4870

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