Da Repubblica.it (16-11-05). Rivoluzione al Bancomat prelievi con impronte digitali

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Sportelli clonati, ecco i nuovi sistemi antitruffa. Si comincerà tra breve in Giappone. Basterà posare la mano su un lettore ottico Rivoluzione al Bancomat prelievi con impronte digitali Oggi la clonazione avviene grazie a microtelecamere o allo "skimmer", lettore che cattura i dati della carta. Sono state 266mila le operazioni fraudolente nel 2005 di ORIANA LISO ROMA - Niente più pin da digitare ma le impronte digitali, impossibili da replicare. È l’ultima e più raffinata frontiera tecnologica della lotta alla clonazione dei bancomat, un affare da milioni di euro all’anno. A mettere a punto il nuovo sistema antifrode, che entro l’anno prossimo sarà usato da molte banche giapponesi, è la Hitachi. Gli sportelli bancomat non avranno più tastiere dove digitare codici segreti, ma un lettore ottico dove posare la mano destra, che funzionerà così come un pin a prova di truffa. Le impronte del dito medio di tutti i possessori di bancomat, infatti, finiranno in una gigantesca banca dati: così sarà impossibile per chiunque che non sia il proprietario della tessera fare prelievi di soldi. Una speranza per chi, ogni giorno, è vittima di una delle più redditizie truffe degli ultimi anni. È il 23 febbraio del 1999 quando a Milano la polizia scopre che anche in Italia è arrivato qualcosa di cui fino ad allora si era sentito solo parlare. Pesa cinquanta chili, servono tre persone per montarlo e smontarlo. I poliziotti non lo sanno, ma è solo l’inizio di una nuova stagione di truffe e di inseguimenti tra guardie e ladri. L’oggetto misterioso è un finto sportello bancomat, un Atm point uguale all’originale. Qualcuno l’ha semplicemente sovrapposto a quello vero, ma basta guardarne il retro per scoprire circuiti, memorie e una piccola videocamera. Sono passati sei anni. Nei primi sei mesi del 2005 almeno settemila carte di debito clonate, decine di migliaia transazioni illecite fatte agli sportelli bancomat di tutta Italia. Oltre dieci milioni di euro prelevati con tessere bancomat clonate. Doppia truffa: alle banche e ai clienti. Ma lo sportello bancomat finto è già preistoria: ora basta una tastiera, applicata con una striscia di gomma sopra quella vera. Una piastra lunga 30 centimetri con una memoria mp3 nascosta sul retro, capace di contenere migliaia di codici pin. Basta una tessera magnetica in bianco e il gioco è fatto: un lettore trasferisce i dati del bancomat vero sul suo doppio, e con il codice pin in tasca i ladri prelevano ovunque. Prima che il cliente truffato se ne accorga passano settimane. Così, anche il consiglio di coprire con una mano l’altra che digita il codice diventa inutile: la telecamerina nascosta sotto il neon dello sportello non c’è più, è la semplice pressione delle dita sui tasti a inviare l’esatta sequenza del codice allo skimmer, la macchinetta magica delle clonazioni. L’Abi, l’associazione delle banche italiane, rileva: il fenomeno delle frodi su carte di pagamento si attesta sotto la media europea, è pari allo 0,04 per mille sul totale dei prelievi. Un tentativo - giusto - di tranquillizzare i clienti, corretto però dalle statistiche non ufficiali delle forze dell’ordine. E a Milano, dove la squadra investigativa della polizia postale è la più all’avanguardia in Italia per la lotta alle frodi telematiche, le segnalazioni di nuovi strumenti di clonazione arrivano ogni giorno, assieme ai risultati positivi sull’individuazione delle bande di truffatori. Se le prime bande erano italiane, ora sono quasi tutte dell’Est europeo. Ingegneri e periti elettronici romeni e manodopera moldava, con i loro congegni sempre più sofisticati, per quanto artigianali. A conti fatti, bastano duemila euro per l’attrezzatura necessaria, uno skimmer su internet costa meno di 300 dollari. Se il fenomeno si allarga, la paura degli italiani che hanno un bancomat (ce ne sono 25 milioni in circolazione) di pari passo aumenta. Anche perché non è sempre facile dimostrare di essere stati truffati e, quindi, essere risarciti. Per tante persone che seguono scrupolosamente i consigli - il primo resta quello di controllare con cura lo sportello prima di inserire la tessera, facendo attenzione che non ci siano parti sporgenti o fissate in modo precario - un numero molto superiore è ogni giorno vittima delle clonazioni. Le banche stanno correndo ai ripari, anche grazie alla collaborazione con le forze dell’ordine e con l’Abi: dopo i dispositivi antiskimmer applicati sulla fessura dove si introduce la tessera, ormai molti istituti - come Banca Intesa e Fineco - offrono il servizio gratuito, su richiesta, degli sms di allerta. Dopo ogni prelievo, sul cellulare del cliente arriva un messaggino con l’ora e la cifra prelevata: se è tutto regolare, basta inviare alla banca un "ok", ma se invece il prelievo è stato fatto da qualcun altro, si riesce a bloccare immediatamente la carta. E poi, ci sono le ultime frontiere, quelle che, oggi, sono ancora patrimonio di pochi. Non solo gli sportelli a impronte digitali, ma anche le carte a microcircuito che sostituiranno, entro il 2010, tutte quelle a banda magnetica. Le uniche, allo stato attuale, che sembrano sicure. (16 novembre 2005)

16/11/2005

Documento n.5265

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