da repubblica.it (13-7-06) Vodafone fa causa a Telecom "Abuso di posizione dominante"

in Articoli e studi
Vodafone fa causa a Telecom "Abuso di posizione dominante" DI ROBERTO RHO MILANO - In nome della concorrenza. La battaglia tra gli operatori telefonici, e in particolare tra i concorrenti e l'ex monopolista, è storicamente - non solo in Italia - una battaglia ruvida, sul piano industriale, del marketing, delle offerte commerciali e anche delle carte bollate. Mai, in passato, aveva sfiorato picchi di asprezza come quelli raggiunti nel momento del deposito (nei giorni scorsi) dell'atto di citazione con il quale Vodafone Italia denuncia Telecom per "abuso di posizione dominante", per "l'illecito sfruttamento delle informazioni privilegiate detenute in qualità di gestore della telefonia fissa per "schedare" i clienti (anche, soprattutto quelli delle aziende concorrenti, ndr) e proporre offerte mirate". Per l'impiego "di informazioni strategiche riguardanti le attività di telefonia fissa per competere nel mercato del mobile". Per aver "promesso sconti sui servizi di telefonia fissa, per sottrarre clienti a Vodafone nel mercato del mobile". Per aver "sfruttato" il servizio 187 di Telecom Italia "per promuovere servizi di comunicazione mobile". In tutto, secondo i legali di Vodafone (lo studio Libertini di Roma e Vincenzo Mariconda), fanno 525 milioni di danni causati al principale concorrente sul mercato dei cellulari, per i quali Vodafone chiede il risarcimento, oltre naturalmente all'inibizione "dal proseguire le condotte abusive" e all'imposizione "di misure atte a garantire il ripristino di condizioni di effettiva concorrenza". Insomma, scontro frontale. E il tema centrale è quello della "schedatura" (gli esperti di marketing preferiscono chiamarla "profilatura", ma la sostanza non cambia) dei clienti, sostanzialmente affine a quello che la cronaca ha portato alla ribalta negli ultimi mesi, con la scoperta di una "centrale parallela", il sistema Radar, che avrebbe immagazzinato e forse addirittura ceduto all'esterno dell'azienda informazioni sensibili e riservate sui consumi telefonici dei clienti. Circostanze sulle quali la stessa Telecom ha avviato un'indagine interna, come ricorda Vodafone nel suo atto di citazione. Ma come avviene, in concreto, la schedatura dei clienti, secondo la ricostruzione del concorrente inglese? Tutto comincia a metà dello scorso anno, con "la piena integrazione organizzativa e funzionale tra le attività di telefonia fissa e mobile" (caso unico in Europa), conseguenza della fusione societaria tra Telecom e Tim. Ciò ha comportato - questa l'accusa dell'azienda guidata da Pietro Guindani, che cita a supporto della sua tesi le dichiarazioni pubbliche dei top manager del gruppo concorrente - anche l'unificazione delle strutture di marketing e soprattutto dei sistemi informativi. Il che "ha rappresentato una condizione facilitante la condivisione di informazioni privilegiate relative alla clientela della telefonia fissa e alla clientela della telefonia mobile". Più in concreto: grazie alla sua enorme banca dati da ex monopolista dei telefoni italiani (e ancora oggi nel fisso Telecom controlla circa l'80% del mercato, e il 95% del mercato residenziale), il gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera e Riccardo Ruggiero lavorerebbe per incrociare i profili di consumo della telefonia fissa con quelli del mobile, per individuare - ad esempio - se all'interno di una famiglia (che nella stragrande maggioranza dei casi ha un numero fisso Telecom Italia) ci sono anche clienti di aziende concorrenti di Tim nel mobile. Un risultato facilmente raggiungibile monitorando con costanza i numeri dei cellulari chiamati o "chiamanti" con maggior frequenza. Selezionati questi casi, e soprattutto quelli "con elevato profilo di spesa", per Telecom sarebbe più facile indirizzare ai clienti della concorrenza offerte "mirate" particolarmente vantaggiose, o offerte combinate di servizi fissi e mobili. Proprio con questo obiettivo, secondo Vodafone, sarebbero state concepite contestualmente dagli strateghi del marketing di Ruggiero le offerte Teleconomy Famiglia e Tim Famiglia, che sarebbero "prova del fatto che informazioni aziendali riservate, attinenti a future offerte commerciali dell'impresa dominante nel fisso, sono immediatamente conosciute dalla divisione mobile... che così può studiare con netto vantaggio di tempo rispetto ai concorrenti le risposte di adattamento migliori". Abuso di posizione dominante, accusa Guindani. Grazie a questa strategia, e alle altre pratiche che Vodafone bolla come illecite, Telecom è riuscita negli ultimi 12 mesi a invertire bruscamente la tendenza alla perdita di quote di mercato nella telefonia mobile. Qualche numero: fino a metà 2005, quando diventa operativa la fusione societaria, Tim perde parecchie decine di migliaia di clienti ogni trimestre. Da lì in avanti ne guadagna oltre un milione ogni tre mesi, per un totale di circa 3,5 milioni di nuovi clienti da giugno a marzo 2006 (molti dei quali nel segmento più redditizio). Un dato eclatante, frutto, secondo gli inglesi, delle "azioni di marketing mirate", rese possibili dall'illecita profilatura dei clienti della concorrenza. L'accusa non è nuova, nuova è viceversa l'arma scelta dalla Vodafone, che già aveva presentato esposti alle Authority delle tlc e della Concorrenza. Con l'azione legale avviata alla Corte d'Appello di Milano, la battaglia è davvero a tutto campo.

14/07/2006

Documento n.6177

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