Da L’Opinione (20-9-05). Un miliardo per Bankitalia non sta bene alle banche
Secondo la Banca centrale non c’è un criterio unico per stabilirne il valore Un miliardo per Bankitalia non sta bene alle banche di Roberto Casalena Ma quanto vale Bankitalia ? Dal momento che l’inserimento al ddl di riforma del risparmio prevede la nazionalizzazione della Banca centrale , con il trasferimento delle quote di banche e assicurazioni allo Stato e ad enti pubblici ancora da stabilire , la definizione del criterio di valutazione sta diventando un rompicapo , soprattutto per le banche , che vogliono ottimizzare le quote nelle loro mani , non facendosi fagocitare il “malloppo” dallo Stato a prezzi stralciati .Che il calcolo del valore delle quote non sia facile ne univoco , lo si deduce dai valori iscritti in bilancio degli istituti di credito , che nella sostanza sono tutti diversi , sia perché le quote sono iscritte a valori storici , sia perché sono stati usati criteri di valutazione diversi . E così Bankitalia varrebbe da 500 milioni a 4,5 miliardi . Ma a dire la verità nessuno dei 76 azionisti dell’istituto di credito centrale ( 63 banche che controllano l’84% del capitale , assicurazioni che ne controllano il10,5% e Fondazioni con circa il 5%)sembra essere in grado di conoscere quale sia il criterio di valutazione applicato per la valutazione di Bankitalia . Ora , però , sembra giunto il momento di rispolverare i conti e le banche starebbero rimettendo mano ai conteggi , anche se non si conoscono quali criteri di valutazione adotteranno .Certo è che la stima del valore di Bankitalia di un miliardo , fatta dallo Stato , e annunciata dal sottosegretario al ministero dell’Economia , Maria Teresa Armosino , ha lasciato gli azionisti attoniti e sul momento ,in un profondo silenzio . Ma ripresisi dallo shock , i banchieri hanno iniziato a reagire e starebbero ricalcolando il valore di Bankitalia , e non certo con il metodo che vorrebbe attuare lo Stato , cioè quello di ragionare in termini di rendimento delle partecipazioni delle banche nel capitale .Anche perché la Banca centrale ha riportato una media di profitti netti pari a 155 milioni negli ultimi 5 anni . Se ,invece , nel computo del calcolo si inseriscono anche altri valori , cioè gli asset della Banca , il valore cambia totalmente .Infatti , nel “ventre” di Bankitalia giacciono valori per circa 159 miliardi ( riserve per 25 miliardi ,titoli di Stato per 22 miliardi ,crediti verso la pubblica amministrazione per 18 miliardi , riserve trasferite a quote della Bce per 7,2 miliardi ,bond per 14 miliardi , partecipazioni per 6,5 miliardi , immobili per oltre 5 miliardi) .Ed appare evidente che il calcolo del valore della Banca centrale usando solo il criterio del rendimento delle partecipazioni , venga giudicato penalizzante dalle banche , che già starebbero studiando le contromosse , non ultima quella di rivolgersi alla magistratura , per difendersi da un eventuale scippo da parte dello Stato . Le banche , dunque , vogliono un giusto indennizzo , e sarebbero pronte a battersi per ottenerlo . Inoltre , nell’emendamento del Governo su Bankitalia al testo di riforma del risparmio , l’onere della “pubblicizzazione” della Banca centrale viene posto a carico del Fondo di ammortamento dei titoli di Stato , un’operazione “fuori bilancio”, che è vietata dalla legge di contabilità . La spesa , invece ,deve trovare copertura in bilancio ,nella categoria “Acquisizione di attività finanziarie” istituita a tale scopo .Tra l’altro nell’articolato non si fa menzione dell’onere ma si fa riferimento ad un regolamento da emanarsi entro 3 mesi dal varo della legge . Regolamento , che ,dunque , dovrebbe anche stabilirne i criteri di valutazione di Bankitalia e l’entità della spesa . Ma anche questo sarebbe contro legge , dal momento che “l’onere deve essere quantificato e correttamente coperto nella sede in cui esso viene deciso , ossia nella legge che dispone la proprietà pubblica delle quote , come prevede l’emendamento”. Dunque , un gran bel pasticciaccio , a cui il Senato dovrà metter mano , pena la bocciatura dell’emendamento stesso .20/09/2005
Documento n.5060