Da Lettera Finanziaria di Repubblica. Banche / Servizi meno cari con l’arrivo degli stranieri

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Da Lettera Finanziaria di Repubblica. Banche / Servizi meno cari con l’arrivo degli stranieri Le banche italiane sono le più care d’Europa. L’ingresso degli stranieri nel settore potrà favorire un ridimensionamento dei costi: un’indagine del Sole 24 Ore dimostra che Bilbao e Abn Amro applicano condizioni più convenienti. MILANO - La vera domanda è se "un conto corrente gestito a 400 euro all’anno da Bnl è paragonabile al costo dello stesso conto corrente gestito da Banco Bilbao a 120 euro all’anno". Parole dure quelle del presidente della Commissione Attività produttive della Camera, Bruno Tabacci, che negli ultimi giorni ha in più di un’occasione censurato il comportamento di Bankitalia volto a attivare contromisure per ostacolare l’offerta di Bilbao e Abn Amro su Bnl e Antonveneta. L’interesse del consumatore finale, sostiene Tabacci, non è "tenere in piedi una bardatura", ma "avere un mercato efficiente". Un obiettivo che l’ingresso di banche straniere in Italia potrebbe certamente promuovere. Un’indagine riportata stamane da Il Sole 24 Ore fotografa bene la situazione. Quattro giornalisti del quotidiano finanziario si sono recati di persona in quattro filiali delle banche coinvolte e hanno messo a confronto alcuni prodotti e le condizioni proposte. Ne deriva che la gestione annua di un conto corrente varia da 72 a 120 euro all’anno presso Bnl fino ai 132 euro al mese chiesti da Antonveneta, cifre nemmeno lontanamente paragonabili con i 30 euro all’anno chiesti da Abn Amro e i 15 euro richiesti dal Bbva. Idem per la chiusura del conto: Antonveneta chiede 100 euro e Bnl 15 euro, mentre per le due banche straniere l’operazione è completamente gratuita. E anche per l’accensione di un mutuo, le condizioni offerte da spagnoli e olandesi appaiono nel complesso le più convenienti. Insomma, è la conferma di quanto denunciato tante volte in passato dalle organizzazioni dei consumatori: i risparmiatori italiani sono i più tartassati dalle loro banche. Una situazione che emerge in tutta la sua drammaticità da uno studio condotto un anno fa da Cap Gemini Ernst & Young e da cui era emerso che le banche al dettaglio italiane fanno pagare in media ai loro clienti le commissioni più care fra quelle di un gruppo di nove paesi europei, ma anche rispetto a Stati Uniti e Canada. In base alla ricerca citata, l’Olanda è il paese, fra quelli considerati, dove le commissioni bancarie annuali per un paniere rappresentativo di servizi sono minori, e pari a 31 euro. Per contro, in Italia, gli stessi servizi costano ai correntisti ben 501 euro l’anno. Dopo l’Italia, le commissioni bancarie più onerose si riscontrano in Norvegia e Svezia, seguite dagli Stati Uniti, dove le banche fanno pagare in media l’equivalente di 175 euro per i loro servizi, secondo lo studio. Sul fronte opposto, dopo l’Olanda, si trovano in Gran Bretagna e Belgio le banche che in media fanno pagare di meno i propri servizi ai risparmiatori, che sborsano, rispettivamente nei due paesi, 56 e 60 euro l’anno. Cap Gemini e la European Financial Management & Marketing Association hanno svolto il sondaggio esaminando l’andamento delle commissioni bancarie per nove mesi. Secondo entrambe le società di ricerca e consulenza, il costo delle commissioni bancarie per i risparmiatori dei diversi paesi è però destinato a livellarsi nei prossimi anni. (13 aprile 2005)

13/04/2005

Documento n.2977

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