Da Il Sole-24 Ore (26-5-06) Indagine del Garante per la Privacy su Telecom per l'uso della banca dati

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- Indagine del Garante per la Privacy su Telecom per l'uso della banca dati Una caccia da 30 miliardi Il Sole-24 Ore sezione: ECONOMIA ITALIANA data: 2006-05-26 - pag: 20 autore: TELEFONIA - Indagine del Garante per la Privacy su Telecom per l'uso della banca dati Una caccia da 30 miliardi Contesa tra gestori per ampliare la clientela entuno milioni e V 600mila linee attive, di cui 1,2 milioni cedute integralmente ai concorrenti in otto anni di liberalizzazione, più altri 4 milioni di utenti che hanno ancora l'abbonamento con Telecom ma per chiamare usano le tariffe di altri gestori. E ancora: 44 milioni di utenti di telefonia mobile, con 8 milioni di passaggi già avvenuti da un operatore all'altro attraverso la procedura della number portability. Tradotto in spesa degli utenti, un mercato da circa 30 miliardi di euro. è in questo terreno, con la concorrenza nella telefonia fissa molto più ingessata rispetto al mobile, che prospera l'attività senza sosta degli uffici marketing dei gestori con un imperativo ben preciso: conquistare nuovi clienti e nel caso di Telecom soprattutto riconquistare quelli perduti ( il cosiddetto winback). Robuste divisioni interne, società specializzate che forniscono servizio di outsourcing e semplici venditori esterni costituiscono l'esercito dei contratti telefonici. Il telemarketing, cioè il contatto via telefono per l'attivazione di un'offerta a distanza, è l'arma più utilizzata da tutti gli operatori ma anche quella più spietata visto che spesso si fa ricorso in modo non consentito a informazioni strategiche sui profili di traffico e la tipologia di telefonate che facciamo. Il caso più recente, di cui " Il Sole 24 Ore " ha dato notizia il 17 maggio scorso e che ieri ha messo in allarme anche il Garante della privacy, è quello che ha visto Telecom Italia condannata dalla Corte d'Appello di Milano. Con un ricorso d'urgenza FastWeb ha ottenuto che Telecom interrompesse pratiche giudicate abusive: utilizzo delle informazioni sugli ex clienti per attività mirate di winback; offerta di servizi a condizioni di favore per i clienti FastWeb; incentivazioni alla sua rete vendita ugualmente mirate a strappare clienti a FastWeb; attività di denigrazione verso il concorrente. Telecom ha negato di aver utilizzato dati degli ex clienti e sta valutando la possibilità di impugnare l'ordinanza, ma intanto la decisione della Corte d'Appello rimette in discussione tutto il fragile sistema dell'accesso ai dati degli utenti. Ci sono troppe falle, anche per ammissione di chi dovrebbe tamponarle: il Garante per la privacy e l'Authority per le comunicazioni. La delibera sulla parità di trattamento interno esterno che regola i rapporti tra la rete e la divisione commerciale di Telecom appare il punto più debole: dall'ordinanza della Corte d'Appello emerge un travaso di informazioni sui profili di spesa che non è consentito. Deboli, per non dire inesistenti, anche i controlli sull'utilizzo della banca dati unica in mano, in questo caso, a tutti i gestori. Con un apposito modulo gli utenti potevano specificare il loro rifiuto ad essere contattati per proposte commerciali, ma in assenza di controlli il meccanismo non ha retto. Adusbef e Federconsumatori presenteranno un esposto denuncia alle Procure di Roma e Milano in merito alla sospetta schedatura degli ex clienti da parte di Telecom. Francesco Pizzetti, Garante per la privacy, annuncia un'indagine ma al tempo stesso resta cauto: " Quello di Milano è un provvedimento cautelare, per ora non c'è un giudizio di merito. Solo se saranno accertate violazioni per quanto riguarda la nostra competenza, potrebbero esserci sanzioni che vanno da una multa al caso estremo del ritiro della licenza " . Annuncia un cambio di passo anche l'Authority tlc. La gestione indebita delle informazioni si incrocia con un altro malcostume sempre più diffuso: l'attivazione di servizi non richiesti. In passato il garante ha sanzionato Telecom, ma anche Wind, Elitel e Tele2 per aver disattivato o attivato clienti a loro insaputa. Ieri l'Autorità invece ha ricordato di aver già diffidato nei mesi scorsi Telecom Italia a non attivare azioni unilaterali di rientro di utenti di altri operatori senza rispettare procedure condivise con gli altri gestori. Dal canto suo Telecom ritiene strumentali le proteste dei concorrenti, che le avrebbero procurato una lista di attesa di migliaia di utenti che vogliono rientrare. Ma l'attenzione nelle prossime settimane potrebbe spostarsi su un altro fronte. Come anticipato dal Sole 24 Ore del 12 aprile, Vodafone ha denunciato all'Autorità " gravi violazioni " in seguito alla fusione Telecom Tim: l'accusa è l'utilizzo indebito e incrociato delle banche dati del fisso e del mobile per proporre ai clienti Vodafone offerte integrate disegnate su misura. Telecom ha definito le accuse prive di fondamento, l'Autorità ha annunciato che a giorni aprirà un'indagine conoscitiva. CARMINE FOTINA All'attenzione dell'Authority Tlc l'integrazione fisso mobile.

26/05/2006

Documento n.6002

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