da Il Gazzettino (Pordenone). (7-6-06) Interessi illegittimi piovono i ricorsi friulani

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CONTI CORRENTI Il punto Adusbef Interessi illegittimi piovono i ricorsi friulani "Ora c'è più tendenza ad accordarsi" I risparmiatori friulani stanno aprendo gli occhi e nell'ultimo anno hanno cercato di 'farla pagare' alle banche che hannopeccatodi 'anatocismo', ovvero la produzione di interessi su interessi scaduti e non pagati. Allo sportello Adusbef si sono fatte vive molte vittimedell'anatocismo, soprattutto in seguito alla sentenza 21095 del 4 novembre 2004 con cui la Corte di Cassazione a sezioni unite ha dichiarato illegittime le clausole bancarie inserite nei contratti di conto corrente, anche se antecedenti il 2000, che prevedevano la capitalizzazione trimestrale degli interessi passivi.Fuori dalburocratese: la maturazione degli interessi sugli interessi maturati nel trimestre sui conti correnti passivi dei clienti. In pista contro l'illegittima appropriazione sono scese soprattutto le imprese, più che il privato cittadino, rende noto il referente regionale Adusbef, il legale Federico Capalozza, in riferimento al trend segnalato per l'ultimo anno e mezzo. La resa dei conti ha anche fruttato vittorie: in Friuli una banca è stata condannata a risarcire di 40 mila euro un'impresa (è in corso l'appello), e un cittadino pordenonese ha avuto la meglio sulla Friulcassa. Per ora, le azioni legali in piedi, fra Udine, Trieste e Gorizia, afferenti all'associazione che tutela i diritti degli investitori, sono una trentina, la maggioranza delle quali mossa da aziende e in riferimento al periodo incriminato che dal 2000 risale alle annate precedenti. La piùricca causa, in casa triestina, parla di una richiesta di rimborso di circa 160 mila euro, mentre le piùeconomiche si attestano attorno ai 40-50 mila euro. Per fare qualche esempio su grande scala: in presenza di uno scoperto di 50 mila euro mantenutosi costante nel corso dell'anno e di un tasso passivo del 10 per cento, si possono recuperare circa 200 euro per anno.Come stanno reagendo gli istituti? "Muro contro muro - spiega Capalozza - se si tratta d'importi elevati (in questi casi le banche vogliono vendere cara la pelle), mentre per cifre che si aggirano attorno ai 5-10 mila euro (casi tipicamente di privati), si sta concretizzando la possibilità della transazione extragiudiziale". Hanno buon gioco le banche a nascondersi dietro la giustificazione frequentemente tirata in ballo per non assumersi alcuna responsabilità: "Dal momento che la legge le obbliga a conservare la documentazione dei soli ultimi dieci anni, quasi sempre la risposta è: abbiamo buttato via le carte", racconta l'avvocato. Ma a questo punto, poiché non capita generalmente che un cittadino sia tanto ligio alla pratica archivistica, spuntano le imprese. Loro sì che, molto spesso, hanno scaffali e scaffali di carte, ben oltre i dieci anni, con tanto di estratti-conto necessari per far valere le proprie ragioni. E da ciò si motiva il ricorso massiccio contro l'anatocismo da parte delle aziende del Friuli. L'Adusbef suggerisce, però, anche ai piccoli risparmiatori di tentare la strada, visto che la propensione all'accordo c'è. "Le banche sono così puntuali ad esigere gli interessi, non si capisce perché la stessa puntualità non debba essere esercitata dai correntisti: possono entrare in gioco ancora tanti pensionati e tanti professionisti che hanno lasciato il conto in passivo". Certo, a frenare il cittadino medio sono le spese da preventivare,in primisla Ctu (consulenza tecnica) per il conteggio dei rimborsi che può arrivare a costare anche 15 mila euro. Ma, alla fine, "la tenacia paga", dice Capalozza che consiglia caldamente ai friulani di "abbandonare il timore reverenziale nei confronti delle banche".Irene Giurovich.

07/06/2006

Documento n.6051

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