CRISI: LANNUTTI INTERVISTATO DALLA STAMPA: NON CREDETE AGLI OLIGARCHI DELLA BCE,L'USCITA DAL TUNNEL LUNGA E DOLOROSA

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Macché punto di svolta e fine della recessione. Siamo ancora lontani dall'uscita del tunne... ( Stampa, La del 14/08/2009 ) Macché punto di svolta e fine della recessione. Siamo ancora lontani dall'uscita del tunnel, la crisi è ancora lunga e dolorosa e a settembre in molti se ne accorgeranno». Elio Lannutti, presidente dell'associazione dei consumatori Adusbef non ci crede neanche un po' alle previsioni ottimistiche ventilate ieri dalla Banca centrale europea. Perché? Cosa accadrà a settembre? «Molte piccole e medie imprese non riapriranno più i battenti e quindi aumenterà ancora di più il numero dei disoccupati in Italia, senza contare che poi che i consumatori dovranno beccarsi una bella stangata sui prezzi». Quali aumenti prevede? «Il rincaro dei prezzi della benzina, dei libri di scuola e poi le tariffe di luce, acqua e gas. E così milioni di famiglie saranno costrette a contrarre nuovi debiti o affollare le mense della Caritas, cosa che in parte sta già avvenendo». D'accordo difendere i consumatori, ma non le sembra di esagerare un po' col suo pessimismo? «Per niente. Sono semplicemente realista. E glielo dimostro subito: le previsioni della Bce sono contraddittorie perché da un lato Francoforte parla di punto di svolta per l'economia, ma d'altro canto dice che il tasso di disoccupazione in Eurolandia passerà dal 9,7% del 2009 al 10,9% nel 2010. Ma se un altr'anno aumenteranno le persone senza lavoro, me lo dice come farà a esserci la ripresa? Con più disoccupati i consumi saranno ancora più stagnanti e addio alla ripartenza dell'economia». Ma allora perché la Bce sarebbe ottimista? «Gli oligarchi della Banca centrale europea alzano ventate di ottimismo per accontentare i governi che pensano che l'ottimismo sia la migliore medicina per uscire dalla crisi. Banchieri e governanti cercano di iniettare la fiducia per far ripartire i consumi. Ma questo ottimismo degli oligarchi della Bce è del tutto fuori luogo, perché sono loro ad aver contribuito ad alimentare la bolla speculativa con una omessa vigilanza spesso dolosa su banche, derivati, e altissimi bonus dei banchieri. Ora la Bce deve passare ad azioni più concrete». Cioè? A cosa allude? «Più che dare lezioni sulla ripresa Francoforte farebbe bene a porre un freno alle speculazioni finanziarie e industriali. Ce ne sono ancora troppe. Ci sono tanti cartelli da tenere sotto controllo, per esempio in settori come quello del petrolio, della benzina e della pasta. E poi la Bce dovrebbe fissare delle regole generali per limitare i bonus e i super stipendi di manager e banchieri. Sono soldi pericolosi che incentivano operazioni azzardate, come hanno dimostrato i mutui subprime in America». Macché punto di svolta e fine della recessione. Siamo ancora lontani dall'uscita del tunnel, la crisi è ancora lunga e dolorosa e a settembre in molti se ne accorgeranno».

14/08/2009

Documento n.8120

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