CRACK MADOFF: I PENITENZIARI AMERICANI PIENI DI BANCHIERI E FINANZIERI.IN ITALIA TROPPI BANCHIERI A PIEDE LIBERO

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tratto da www.dagiospia.com BANK MEDICI, CHIAMATE GLI INFERMIERI - SONJA KOHN PARLA: “RAGGIRATA DA MADOFF, COLLABORO CON LA SEC, NON SONO MAI FUGGITA DA VIENNA" - "recentemente sono stata anche a Milano" (CHISSà QUALI TRUFFATI HA VISTO) – BERNIE CHIEDE CELLA A TRE STELLE… 1 - SONJA KOHN: «ECCO LA MIA VERITÀ SU MADOFF»... Vittorio Da Rold per "Il Sole 24 Ore" «Non sono fuggita, sono qui al mio posto in banca come sempre e in contatto continuo con le autorità americane, la Sec in particolare: sono anche io una vittima di Madoff, non una complice». All'indomani della confessione di Bernard Madoff, l'ex finanziere di Wall Street che rischia fino a 150 anni di carcere per aver fatto sparire 50 miliardi di dollari dai conti dei clienti, è Sonja Kohn ad usci-re allo scoperto: per la prima volta, l'ex flamboyant fondatrice di Bank Medici, la banca viennese (partecipata al 25% da UniCredit attraverso Bank Austria) che ha perso più di due miliardi di euro nei fondi-fantasma dell'ex presidente del Nasdaq, accetta di conversare al telefono sul caso più clamoroso e controverso di frode finanziaria nella storia di Wall Street. La sua è certamente una testimonianza chiave: la Kohn era amica personale di Madoff, forse la persona che in Europa lo conosceva meglio, e proprio per questo è stata inizialmente sospettata di connivenza (se non di complicità) con l'ex re degli hedge fund. La sua scomparsa dalla scena dopo l'arresto di Madoff ha persino fatto pensare a una fuga: «Pure falsità - ribatte lei - sono sempre stata a disposizione delle autorità di vigilanza e degli inquirenti ». In effetti su di lei non risultano emessi né avvisi di garanzia né incriminazioni. «Bernard Madoff - dice la Kohn con il tono dimesso di chi si sente ancora in un tunnel di vergogna- sì è dichiarato colpevole, ma non guardate a me come a una complice. È vero esattamente l'opposto: siamo tutti sue vittime, vittime di un grande inganno». Un inganno che ancora la insegue tra poche verità e tante fantasie: quando nessuno la trovava è persino circolata la voce di una fuga per sottrarsi alla vendetta di alcuni oligarchi russi che le avevano affidato somme ingenti. «Sto male - risponde invece la Kohn - ma come può constatare non sono affatto sparita. Anzi, ora sono proprio alla mia scrivania in banca. Lavoro tutto il giorno qui a Vienna nella sede di Bank Medici proprio dietro l'Opera e la ringrazio di avermi contattato, anche se per motivi legali non posso dire molto». La banca è situata al quarto piano della anonima palazzina anni 50 al numero 6 della Operagasse nel cuore della città e ora è sotto il controllo di Gerhard Altenberger, commissario nominato dall'Fma, l'Autorità di vigilanza finanziaria austriaca. Fuga o ritiro spirituale, la signora Kohn era comunque sparita dalla vita pubblica. Nessuno aveva sue notizie e l'ultima sua dichiarazione pubblica risaliva al 16 gennaio scorso quando in una missiva di posta elettronica rilasciata dal suo avvocato aveva dichiarato che «Madoff non era un suo amico, né si confidava con lei e di provare un dolore intollerabile per la vicenda in cui è caduta vittima». Poi il silenzio, rotto solo ieri in questa conversazione con il Sole 24 Ore. A farle rompere il silenzio sono state forse anche le indiscrezioni pubblicate giovedì sul quotidiano austriaco «Wirtschftsblatt» secondo cui la Kohn sta discutendo con alcuni investitori la cessione della licenza bancaria. Ma chi è interessato a una licenza dal passato così ingombrante? Difficile dirlo. La signora non risponde alla domanda su queste voci di cessione della licenza bancaria. Preferisce glissare: «Passo la giornata tra consigli di amministrazione, riunioni e meeting con i revisori dei conti. E poi viaggio: recentemente sono stata anche a Milano». Bank Medici, di cui la signora Kohn possiede il 75% mentre l'altro 25% è di Bank Austria, ha avuto la licenza di operare come banca generale nel dicembre del 2003, ha solo sedici impiegati compreso il Ceo, ma l'80% dei profitti arrivava da commissioni di fondi legati al gruppo Madoff mentre il 90% dei suoi clienti è risultato straniero ( forse anche oligarchi russi o ucraini e facoltosi italiani). Nel 2007 ha dichiarato solo 800mila euro di profitti su un totale di 4- 5 milioni di euro di commissioni. In queste condizioni il futuro è piuttosto incerto. Proviamo anche a chiederle che cosa pensi delle aperture austriache sul segreto bancario in relazione agli standard Ocse, ma preferisce non rispondere: «Non so cosa dire - dice la Kohn - tante cose stanno cambiando in questo periodo». Poi taglia corto: «Lei è molto gentile, ma io sono tanto provata. La mia reputazione è gravemente danneggiata e ora voglio solo rimettere insieme i pezzi della mia vita, personale e professionale». La sede della Bernard Madoff Investment Securities Per lei rimettersi in carreggiata non sarà facile. Era stata la stessa Bank Medici il 16 dicembre scorso ad ammettere che i suoi fondi Herald Usa Segregated Portfolio One ed Herald ( Lux) Us Absolute Return avevano investito per intero le somme di cui disponevano presso Madoff. La banca aveva inoltre dichiarato di aver assunto la gestione di un terzo fondo,Thema Fund,sede a Dublino, a fine 2006. Solo dopo l'autodenuncia le autorità di Vienna hanno appurato che Bank Medici faceva attività solo con i fondi di Madoff. A quel punto sono scattate le contromisure bipartisan visto che nel consiglio di sorveglianza della Bank Medici siedono sia Ferdinand Lacina, ex ministro delle Finanze legato ai socialdemocratici della Spoe, sia Hannes Farnleitner, ex ministro dell'Economia dei popolari della Oevp,entrambi sulle spine per essere stati coinvolti in una faccenda che potrebbe costare parecchio all'immagine del Paese alpino, ora sotto pressione anche sul fronte del segreto bancario. Così Vienna ha deciso di salvaguardare, con il commissariamento di Bank Medici, un settore strategico (i mutual funds) che in Austria vale, secondo la Vöig, l'Associazione di categoria, ben 163,75 miliardi di euro nel 2007 con 2.364 investment funds austriaci attivi e ben 4.962 fondi di investimento stranieri presenti sul suo ricco mercato che, per di più, vanta uno dei segreti bancari più impenetrabili al mondo. Almeno per ora. 2 - L'ULTIMA RICHIESTA DI MADOFF: UNA CELLA A TRE STELLE... Marco Valsania per "Il Sole 24 Ore" Bernard Madoff, se mai avesse ambizioni di riscatto letterario, potrà scrivere "Le mie prigioni" da Mount Hope a nord di New York. Oppure da Fairton e Fort Dix, nel vicino New Jersey. Tutte destinazioni possibili, quando il 16 giugno il giudice Denny Chin deciderà la condanna: fino a 150 anni e, assicurano gli esperti legali, non meno di venti o trenta. Nessuno dei tanti penitenziari federali americani che potrebbe accogliere il reo confesso della nuova truffa del secolo, però, sarà un Club Fed, come in passato erano soprannominati i centri di detenzione per "colletti bianchi", grazie alla fama di offrire trattamento privilegiato. Anzi, davanti alle dimensioni dello scandalo, Madoff - che farà ricorso in appello per aspettare quantomeno agli arresti domiciliari la sentenza - rischia di essere giudicato con maggior severità di altri celebri condannati del calibro degli ex dirigenti di WorldCom e Enron. Le prigioni federali negli Stati Uniti, codificate da una scala di sicurezza minima-massima, sono spesso meno dure delle carceri statali, dove si affollano i responsabili dei reati più violenti. E il Bureau of Prisons normalmente destina i detenuti a località in un raggio di 800 chilometri dalla loro residenza. Ma i cosiddetti Club Fed, con il moltiplicarsi dei reati finanziari, sono un ricordo del passato: una delle carceri che aveva dato vita al soprannome, il Nellis Federal Prison Camp di Las Vegas, è stata chiusa nel 2005. Un altro centro in West Virginia noto come Camp Cupcake, campo dolce, per aver ospitato l'ex regina del "bon ton" Martha Stewart, è meta impossibile per il finanziere: ospita unicamente popolazione femminile. Ben più probabile è un indirizzo di "medium security": celle e sistemi elettronici per scongiurare fughe. E Madoff, che aveva intascato i soldi degli investitori senza mai eseguire una transazione, potrebbe anche essere costretto a lavorare davvero, per 12 centesimi l'ora. In ogni caso, il finanziere avrà compagni di sventura. A Mount Hope, dove il carcere di Otisville ospita anche assassini e trafficanti di droga, è passato da poco un altro grande ex, il fondatore di ImClone Sam Waksal uscito nel 2008 dopo cinque anni per insider trading. Madoff sarà anche non troppo distante dalla prigione statale Mid-State Correctional Facility di New York dove Dennis Kozlowski, l'ex Ceo di Tyco sta scontando almeno otto anni e quattro mesi per aver rubato fondi dell'azienda. Anche nelle carceri del New Jersey non mancano i detenuti eccellenti: Fairton ospita Sanjay Kumar, ex dirigente di Computer Associates condannato a dodici anni per truffa e ostruzione della giustizia. Fort Dix, a poca distanza, ospita il gestore di hedge fund ed economista Martin Armstrong, autore di una truffa da 700 milioni.Il difetto,che potrebbe rendere quest'ultima un miraggio per Madoff? È una struttura a bassa sicurezza, con dormitori e meno guardie. Di quelle che a volte dispongono di amenità quali campi da calcio e baseball. O hanno recinzioni minime, come Loretto in Pennsylvania dove è stato spedito per quattro anni e mezzo l'italiano Raffaello Follieri colpevole di truffa e riciclaggio. Una fratellanza solo virtuale, per Madoff, sarà invece quella con altri top executive e finanzieri incarcerati ai quattro angoli del Paese. Bernard Ebbers, 67enne ex fondatore di WorldCom, per uno scandalo contabile da 11 miliardi sconta vent'anni in Louisiana, a Oakdale, in una prigione "low security". John Rigas, 84enne ex padre- padrone di Adelphia, colosso della televisione via cavo crollato sotto il peso delle sue truffe, ha trovato "casa" per 12 anni con il figlio Tim a Butner, in North Carolina. I sopravvissuti di Enron, Jeffrey Skilling e John Fastow, sono stati separati: Skillig sconta 24 anni a Lakewood in Co-lorado, Fastow sei anni a Bastrop in Texas, entrambe strutture a bassa sicurezza.Il gestore dell'hedge fund Bayou, Samuel Israel, per essersi intascato 450 milioniè in galera a Ayer in Massachusetts. E i cancelli delle prigioni statunitensi continuano ad aprirsi per nuovi arrivi: Joseph Nacchio, ex chief executive di Qwest condannato per insider trading, si presenterà il 23 marzo alla Schuylkill Federal Correctional Institution della Pennsylvania.

16/03/2009

Documento n.7821

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