CRACK DEI MERCATI: QUALI ALTERNATIVE ALLA CREAIZONE DEL DENARO DAL NULLA ED ALLE STOCK OPTION DEI BANCHIERI ? UN NUOVO ORDINE MONETARIO.

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IL SOLE 24 ORE del 30 settembre 2008 Dopo il no al piano Paulson si studiano le alternative dal corrispondente Mario Platero NEW YORK – L'America, in stato di emergenza per evitare un altro collasso in borsa questa mattina, resta sotto shock: per la bocciatura di ieri del pacchetto di salvataggio da 700 miliardi di dollari dato per fatto da democratici e repubblicani in Congresso. Per il vuoto di leadership su ogni livello. Dalla Casa Bianca, alla presidenza della Camera, ai due candidati presidenziali, nessuno e' apparso in grado di riempire il vuoto politico che si e' aperto all'improvviso e drammaticamente nella Capitale. Lo shock e' per le perdite record a Wall Street: per la caduta di 777 punti per l'indice Dow Jones, quasi il 7%, la piu' forte della storia in termini assoluti. Per quell'8% perso dall'S&P 500, per i 1.200 miliardi di dollari di valore, un altro record, bruciati in un sol giorno. Ma la drammatica mancanza di liquidita' disponibile, di prezzi congrui, di finanziamenti a breve. Ieri, due tesorieri di istituzioni solide con cui abbiamo parlato hanno reagito sgomenti. Non sanno come copriranno posizioni in scadenza. Finanzieri di istituzioni più deboli, sono terrorizzati. Temono di essere i prossimi a cadere. Sullo sfondo, la paura sta contagiando i consumatori: crescerà forse il rischio per i depositi? In questa emergenza, finanziaria, psicologica, politica, si cercano adesso alternative ponte in attesa del nuovo voto sul pacchetto, previsto per giovedi'. Il rischio che per due o tre giorni l'assenza di liquidita', la paralisi dei mercati monetari, crei problemi seri oltre che per le banche anche per gruppi industriali che debbono far fronte a scadenze a breve e' forte. Il Tesoro e la Federal Reserve hanno gia' avuto un paio di riunioni operative nella notte tra lunedì e martedì per rispondere a una possibile nuova, violenta crisi di sfiducia dei mercati questa mattina. Non che ci siano molte opzioni. Il Presidente Bush ha autorizzato ieri sera la mobilitazione dell'Exchange Stabilization Fund, un fondo creato ai tempi della Grande Depressione per rendere immediatamente disponibili fondi per prestiti o garanzie su prestiti per le istituzioni finanziarie. Il fondo ha una dotazione di 50 miliardi di dollari, una piccola cosa rispetto ai 700 miliardi previsti dal pacchetto bocciato alla Camera. Tanto piu' che questo stesso fondo era stato mobilitato la settimana scorsa per garantire la liquidita' di fondi comuni sui mercati monetari, anch'essi penalizzati dalla sfiducia degli investitori. Un'altra possibilita' e' nelle mani della Banca centrale, quella di ridurre aggressivamente i tassi di interesse per calmierare il panico. Ma sappiamo che la Fed e' istintivamnete contraria a ridurre ora tassi di interesse che si trovano gia' al 2%, un livello molto basso su base storica, quando vi sono anche forti rischi di inflazione sul mercato e quando si continua ad auspicare che per giovedi' il piano sia ripresentato alla Camera nella speranza che venga approvato. Nel frattempo la Fed di concerto con altre banche centrali, aveva gia' adottato misure tecniche per rendere disponibile nuova liquidita' per il mercato. Ha raddoppiato uno strumento per l'erogazione del credito chiamato Term Auction Facility da 150 a 300 miliardi di dollari. Il fondo e' a disposizione di banche con urgente bisogno di contante per scadenze scoperte a breve. Si costituira' un altro fondo da 150 miliardi di dollari per ridurre possibili pressioni finanziarie legate alle scadenze di fine anno e si e' deciso di aumentare da 330 a 620 miliardi di dollari la dotazione di accordi con altre banche centrali per facilitare lo scambio di dollari a livello internazionale. Un'altra possibilita' riguarda la mobilitazione della Federal Deposit Insurance Corporation, che garantisce i depositi fino a 100.000 dollari. La Fdic potrebbe in stretto coordinamento con la Fed e il Tesoro, ottenere l'esonero da certe restrizioni e intervenire direttamente aiutando le banche in difficolta' a superare eventuali improvvive crisi di cassa. Si continua a riflettere intanto sulla macchina politica impazzita: come e' possibile che la leadership annunci un accordo bipartitico, dia per certa la maggioranza e l'approvazione di un pacchetto indispensabile per salvare l'America e il mondo dalla catastrofe economica per poi essere smentita dal voto? Incompetenza? Tradimenti? Strategie elettorali per chi anche in Congresso guarda all'appuntamento di novembre? Di tutto un po': umorali, miopi, di parte, alla fine i deputati americani hanno messo le loro piccolezze personali davanti all'interesse della Nazione. I repubblicani hanno spiegato che le provocazioni politiche nel discorso di ieri mattina di Nancy Pelosi, il presidente della Camera hanno scoraggiato quei compagni di partito che controvoglia avevano aderito al si'. Potevano anche avere ragione: il discorso della Pelosi e' stato antipatico e inutilmente provocatorio in un momento cosi' difficile per i destini del Paese, quando tutti, lei per prima, avevano invocato un approccio bipartisan in nome di una storica emergenza nazionale. Ma mettere l'America in ginocchio per una ripicca di forma e' inaccettabile. Nessuno poteva immaginare che la crisi sistemica potesse venire dalla politica. Eppure in questo 2008 infernale siamo arrivati anche a questo, la caduta di Washington dopo la caduta di Wall Street.

30/09/2008

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