CORRUZIONE: SE PARLA ROMEO, CROLLA PURE ER COLOSSEO

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TRATTO DA WWW.DAGOSPIA.IT SE PARLA ROMEO, TREMA PURE ER COLOSSEO – PER ORA STA ZITTO MA I PM PENSANO DI AVER ACCIUFFATO IL CAPO DELLA CORRUZIONE POLITICA – “UN SISTEMA RADICATO IN TUTTO IL PAESE” (SCUSATE, NON FATE PRIMA AD ELIMINARE IL PAESE?)… Guido Ruotolo per "La Stampa" «Ho spiegato tutto nei due interrogatori di garanzia. Ritengo di non dover aggiungere altro». «Veramente - replicano i pm - noi volevamo sentirla sulle nuove emergenze investigative...». Uno sguardo con i suoi legali, che sembrano accusare il colpo delle novità sussurrate. Alfredo Romeo pronuncia la formula di rito: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere». Stop. Fine di una collaborazione lasciata soltanto intuire, e ieri ritrattata. Francesco Carotenuto, uno dei legali dell'immobiliarista in carcere dal 17 dicembre scorso, commenta: «Aspettiamo le motivazioni del Riesame. Complessivamente, con le decisioni del Riesame e del gip di scarcerazione di diversi indagati - dagli assessori Di Mezza e Laudadio a Cardillo e Salzano - il quadro delle esigenze cautelari si è affievolito. Romeo non è provato dall'esperienza carceraria e non è, in questo momento, intenzionato a collaborare». E l'altro legale, Bruno Von Arx: «Si sta sgretolando l'impianto accusatorio...». Sarà, ma l'inchiesta sul Global Service annuncia novità «inaspettate», offerte su un piatto d'argento ai magistrati della Procura. Si è aperto uno squarcio che potrebbe portare a sviluppi imprevedibili. La sensazione è che i pm D'Onofrio, Falcone e Filippelli hanno acciuffato il capo di un filo che porta alla corruzione, ai soldi insomma, e alla politica. Non siamo alla riedizione di Mani Pulite, alla maxitangente Enimont da spartire con i partiti. Ma, evidentemente, a esponenti politici, amministratori, funzionari pubblici beneficiari delle sottoscrizioni di Romeo. Le indagini sono all'inizio, nel senso che gli spunti investigativi raccolti in questi giorni vanno tutti sviluppati e confermati. Insomma, gli inquirenti avrebbero intuito dove cercare la cassa, attraverso quale meccanismo Romeo pagava i suoi interlocutori. Altri appalti, intanto, finiscono nel mirino dei magistrati napoletani. Decine di intercettazioni telefoniche immagazzinate in questi mesi, ma non trascritte per dare la priorità a quelle che riguardavano l'oggetto della inchiesta napoletana, raccontano il «sistema Romeo» radicato in tutto il Paese. In particolare, in queste intercettazioni, definite dagli investigatori «molto interessanti» (in corso di trascrizione), Romeo e i suoi interlocutori, parlano degli appalti di Roma, della capitale amministrata dalla giunta Veltroni, di Milano (giunta Moratti), Venezia, della Toscana, della Puglia. E' destino che Alfredo Romeo rappresenti l'eroe (negativo) che imprime il giro di boa alla sua città. Fu così nel 1993, con la Mazzettopoli sotto il Vesuvio. Ed è così oggi, con l'inchiesta Global Service che ha decapitato la giunta Iervolino, rinata dalle ceneri con una operazione di innesti esterni e che spera di sopravvivere fino alla scadenza del mandato. Romeo, però, rischia di terremotare la politica non solo a Napoli. Aspettiamo gli sviluppi delle intercettazioni telefoniche che riguardano le altre città. Intanto, la Procura di Napoli ha mandato a Roma quelle che riguardano soltanto le vicende dei due magistrati coinvolti nelle intercettazioni telefoniche (e chiamati in causa nelle conversazioni tra Romeo e i parlamentari Renzo Lusetti, Pd, e Italo Bocchino, Pdl). Ed ha acquisito dal pm di Potenza, Henry John Woodcock, (in via di trasferimento proprio alla Procura di Napoli) quelle di Romeo che parla al telefono con un ex procuratore della Corte dei Conti, ex assessore della giunta capitolina di Francesco Rutelli oggi Capo Dipartimento dello Sviluppo del Turismo di palazzo Chigi, Angelo Canale. Lui che da assessore aveva la competenza sull'appalto per la manutenzione del patrimonio immobiliare di Roma (33.000 alloggi) vinto da Alfredo Romeo, è stato ospitato per due notti in un albergo napoletano, il Royal Continental, proprio dall'immobiliarista oggi in carcere. In attesa del deposito al Riesame di nuovi atti che riguardano la fuga di notizie, domani a Napoli arriva Antonio Di Pietro. Per essere sentito dai magistrati di Napoli. Non tanto sulle telefonate del figlio Cristiano, consigliere provinciale molisano, ma proprio sull'interlocutore del figlio, quell'ex provveditore alle opere pubbliche, Mario Mautone, che lui, da ministro delle Infrastrutture, richiamò a Roma.

14/01/2009

Documento n.7706

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