CONSOB: IL FIGLIO DI CARDIA A LIBRO PAGA DELLE SOCIETA' CONTROLLATE. NON CI FACCIAMO INTIMIDIRE DAI CARDIA E DAI MACCARONE...

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L’avv. Marco Cardia, figlio del presidente della Consob Lamberto Cardia, è a libro paga delle aziende controllate, da Ligresti a Fiorani, per diretta ammissione dell’ex furbetto del quartierino. Dice Fiorani in una intervista pubblicata su Repubblica del 14 luglio 2007: “ I contatti con il presidente della Consob Cardia,erano quotidiani. Poi,si immagini,il figlio di Cardia (Marco ndr) era (è lo è tuttora,ndr) consulente legale della Popolare di Lodi”. Quando non bastavano gli amici, il boss della Lodi puntava sulla famiglia. Meglio, sui figli. Un favore all'erede può sempre servire a conquistare la benevolenza di un padre potente. Sembra questa la logica (o la speranza) che portava Fiorani a interessarsi della carriera di alcuni giovani dal cognome eccellente. La sua agenda ne segnala qualcuno. Per esempio Marco Cardia, avvocato, figlio del più noto Lamberto, grand commis di Stato e presidente della Consob. Il nome del professionista romano, titolare di uno studio legale nella capitale, è già emerso nell'ambito delle indagini della Procura di Milano. In base alle dichiarazioni attribuite allo stesso Fiorani nei suoi verbali d'interrogatorio, Cardia junior sarebbe stato ingaggiato come consulente dalla Popolare di Lodi con un compenso di 250 mila euro l'anno. La Consob, che non è mai riuscita a prevenire nessuno dei crack finanziari ed industriali,che negli ultimi anni hanno messo in ginocchio almeno 1 milione di risparmiatori, bruciando un controvalore di 50 miliardi di euro,da Cirio,Argentina,Parmalat,Giacomelli,Lehman, né a far punire alcuno per il reato di insider trading (uso di informazioni privilegiate), è stata spesso condannata per omessa vigilanza: ultimo il caso freedlomand. Mentre molti suoi primari dirigenti, da Corrado Conti a Michele Maccarone, coinvolti e rinviati a giudizio dalle Procure della Repubblica per reati gravissimi (Zoppi Sim) incompatibili per la loro funzione, invece di dimostrare nel processo la loro estraneità, hanno accettato la prescrizione anche per il reato di abuso d’ufficio nell’ambito della bancarotta fraudolenta della Società Girardi. Scrive Paolo Biondani, sul Corriere della Sera in un articolo dal titolo: CONSOB, CONTI INDAGATO. IPOTESI DI REATO: CONCORSO IN BANCAROTTA. COINVOLTO ANCHE L' EX DIRIGENTE MACCARONE. Occhiello: Il direttore generale della Commissione nell' inchiesta Zoppi Sim. Ipotesi di reato: concorso in bancarotta. Coinvolto anche l' ex dirigente Maccarone. MILANO . Tegola giudiziaria sui vertici romani della Consob. Il direttore generale Corrado Conti e l' ex responsabile dell' "area Borsa" Michele Maccarone sono indagati per concorso in bancarotta. L' ipotesi di reato e' stata comunicata agli interessati durante le perquisizioni eseguite ieri da una pattuglia del nucleo milanese della Guardia di finanza. L' inchiesta, condotta dal sostituto procuratore Riccardo Targetti, sarebbe orientata ad accertare l' eventuale esistenza di "coperture" che avrebbero favorito la Zoppi sim, la societa' di intermediazione mobiliare fallita nell' aprile ' 94 con un "buco" stimato dalle perizie giudiziarie in 44 miliardi e 670 milioni. Tra le vittime, centinaia di piccoli risparmiatori, in particolare minatori siciliani. L' indagine principale sul crac Zoppi si era chiusa nei mesi scorsi con il rinvio a giudizio di una ventina di imputati, tra cui l' amministratore Nicola Armonium e alcuni promotori finanziari, che verranno processati in febbraio per bancarotta fraudolenta. In seguito il pm Targetti ha chiesto il rinvio a giudizio, ma soltanto per abuso d' ufficio, anche di Michele Maccarone, che nel marzo ' 96 ha lasciato la Consob. L' ex dirigente dell' area Borsa, in sostanza, era gia' imputato di aver omesso i dovuti controlli sui conti della Zoppi, consentendo alla societa' di diventare "sim" (dopo la legge del ' 91 concepita per regolarizzare il mercato borsistico) nonostante una situazione economica gia' gravemente dissestata. Il crac fu preceduto, nel ' 93, dalla sospensione e poi dal commissariamento della societa' . Secondo l' accusa, il fallimento sarebbe stato provocato da un costante dirottamento dei fondi dei clienti, utilizzati per anni prima per coprire i debiti della commissionaria Sicom del finanziere Armonium e poi per tentare una scalata ostile al Credito siracusano. Ora, con questa indagine bis, la posizione giudiziaria di Maccarone si aggrava. E sotto inchiesta finisce lo stesso Conti, il direttore in carica della Consob…”. Invece di trarre le dovute conseguenze con le dovute dimissioni dai delicati incarichi, Cardia e Maccarone, che non sono mai riusciti a prevenire alcuno dei numerosi crack finanziari, hanno avviato un’indagine contro l’Adusbef per alcune dichiarazioni in merito ai derivati di Unicredit. Tali dichiarazioni,che furono rilasciate all’indomani della notissima inchieste di Report sui prodotti derivati di Unicredit nell’ottobre 2007 ed oggetto di esposti denuncia inviati da Adusbef e Federconsumatori alle Procure della Repubblica, riprese da un quotidiano minore, avrebbero concretizzato una “turbativa dei mercati e contribuito al tracollo in borsa dei titoli Unicredit”. In 22 anni di dure battaglie contro il potere economico costituito e le autorità vigilanti fiancheggiatrici, Adusbef non si è mai lasciata intimidire. Anche stavolta, dopo aver ricevuto la notifica minatoria da parte della Consob, ha depositato corpose denunce alla magistratura, contro Cardia,Maccarone ed affini, chiedendo di accertare se tali comportamenti di stampo intimidatorio, su una associazione che continuerà a denunciare le malefatte del potere dei Cardia & Figli,a libro paga di società controllate, non debbano essere penalmente sanzionate. Il grande Alberto Sordi,in uno dei suoi numerosi film del 1954:”Un americano a Roma”, affermava testualmente : “mi sembri un verme, maccarone…MACCARONE, m’hai provocato,ed io me te magno”.

22/11/2008

Documento n.7614

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