COME SPARISCONO DALL'ITALLIA GLI EURO MILIARDI ?IL DENARO “NASCE” GIÀ ALL’ESTERO CON STOCK OTPION, SOVRAFATTURAZIONI E DOPPIE VENDITE

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TRASLOCO OFF-SHORE – COME ESCONO COME SPARISCONO DALL’ITALIA GLI EURO-MILIARDI DEGLI EVASORI? - IL DENARO “NASCE” GIÀ ALL’ESTERO CON STOCK OTPION, SOVRAFATTURAZIONI E DOPPIE VENDITE – I “NUOVI SPALLONI” CONTRIBUISCONO SOLO IN MINIMA PARTE – I METODI ORIGINALI PER ACCUMULARE TESORI…DAGOSPIA.IT Giovanni Pons per "la Repubblica" Come sono finiti all´estero quei 300 - o forse anche 500 miliardi di euro, secondo le stime interne di alcune banche - che entro dicembre potrebbero in parte rientrare in Italia attraverso il meccanismo dello scudo fiscale? Innanzitutto occorre dire che quell´enorme massa di denaro solo in minima parte ha varcato materialmente i confini dell´Italia, magari con il vecchio metodo degli spalloni che nel corso degli anni si sono avvalsi di mezzi di trasporto sempre più voluminosi. La gran parte di quei capitali è "nata" all´estero, come spiega bene Tommaso Di Tanno, professore di diritto tributario dell´Università di Siena: «Questa massa di denaro n on è stata esportata all´estero dall´Italia ma si è formata direttamente all´estero attraverso vari meccanismi, tra cui la sovra o sotto fatturazione». Precisazione dovuta necessaria a comprendere meglio la casistica più comune che ha interessato negli ultimi trent´anni principalmente i soci di società di capitali, non certo i lavoratori dipendenti che pagano le tasse attraverso una trattenuta alla fonte. Il primo caso riguarda la vendita di un bene da una Spa italiana a una società terza estera. Se la Brambilla Spa (nome di fantasia) fattura per 80 euro su un bene che vende a 100 e allo stesso tempo una sua controllata off shore fattura gli altri 20 euro, questi ultimi andranno a formare una provvista in nero non visibile al fisco italiano. Lo stesso risultato, ma con procedura inversa, si ottiene quando la Spa italiana deve acquistare materie prime da una società terza estera. Questa ultima dovrà sovra-fatturare per 120 euro una fornitura da 100 e restituire i 20 euro aggiuntivi su una società off shore controllata dalla Spa italiana. Due metodi molto semplici che offrono un duplice beneficio all´azienda e in ultima istanza all´imprenditore che decide di metterli in opera. E che producono un duplice danno per lo Stato e per la collettività. Il tesoretto che così si forma in capo a una società estera con soldi non dichiarati possono servire a qualsiasi esigenza, incluso il pagamento di mazzette. Inoltre con la sovra o sotto fatturazione si gonfiano i costi e si sgonfiano i ricavi delle società domiciliate in Italia con il risultato che gli utili finali saranno minori e di conseguenza più basso sarà l´introito per il fisco sotto forma di imposta sulle persone giuridiche. Gli schemi sono diversi e anche tra i più vari. Alcuni molto semplici, come per esempio quando si dispone di una cessione di un immobile o di un pacchetto azionario: ci si può accordare che una parte del prezzo della transazione venga fatta confluire su un conto segreto all´estero. Oppure, un´altra fattispecie che si è fatta ricorrente negli ultimi anni, riguarda i manager di aziende multinazionale che ricevono una parte della retribuzione sotto forma di stock option. A volte succede che le stesse multinazionali mettano a disposizione dei propri manager delle fiduciarie svizzere o lussemburghesi che gestiscono in monte l´attribuzione delle azioni e i loro piani di accumulo al riparo da sberle fiscali. I diretti interessati così non risultano neanche possessori diretti delle azioni, delle polizze o anche delle quote di hedge fund a loro assegnate. Ma il metodo più originale ideato negli anni scorsi per evadere il fisco e accumulare capitali non ufficiali all´estero si chiama in gergo "Antillean Route". È stata utilizzata in particolare da case di moda che possiedono un marchio sotto le cui insegne vendono prodotti in tutto il mondo. Il metodo consiste nel vendere il marchio prima a una società controllata e domiciliata nelle antille olandesi e il suo sfruttamento a un´altra società terza olandese. Così facendo la casa di moda italiana pagherà le royalties per lo sfruttamento del marchio alla società olandese, royalties che rappresentano un costo deducibile per il conto economico dell´azienda. Poi la società olandese girerà l´importo delle royalties alla società antillana proprietaria del marchio trattenendo solo il 3% dell´importo per pagare il fisco. In pratica nelle società dei Caraibi finiscono 97 euro ogni 100 pagati sotto forma di royalties andando a formare il famoso capitale lontano dagli occhi del fisco. Pronto a rientrare con il primo scudo utile.

12/10/2009

Documento n.8227

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