CLASS ACTION: SERVE PIU' ALLE IMPRESE SCORRETTE CHE AI CONSUMATORI NORMA SCRITTA SOTTO DIRETTA DETTATURA DI BANCHE E CONFINDUSTRIA

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Il Sole-24 Ore del 12.5.2009 Le proposte delle associazioni I consumatori : class action per gli «interessi omogenei» Giovanni Negri MILANO Associazioni dei consumatori all'offensiva sulla class action. Questa mattina riprende nell'aula del Senato l'esame del disegno di legge collegato alla Finanziaria nel quale è collocata anche l'ultima versione dell'azione collettiva. Ieri, dopo che Adusbef e Federconsumatori avevano prefigurato un possibile ricorso alla Corte costituzionale, Adiconsum, Cittadinanzattiva e Unione consumatori hanno presentato un pacchetto di modifiche al testo. Abbandonata la questione della retroattività (al momento del tutto esclusa), le associazioni hanno individuato 5 punti che andrebbero migliorati. Il primo dei quali è costituito dall'estensione della legittimazione ad agire alle associazioni dei consumatori riconosciute, come era ammesso dalla versione originaria dell'azione collettiva approvata nella Finanziaria 2008. Si tratterebbe, sottolineano i rappresentanti dei consumatori, di una misura che caratterizzerebbe in senso europeo l'azione collettiva italiana,quando invece il modello americano, che ora sembra preferito dal legislatore, scommette più sul singolo in grado di aggregare gli interessi della classe o sull'eventuale mandato che può attribuire a organizzazioni ( associazioni e comitati cui partecipa). La seconda richiesta è particolarmente cruciale perché interessa un aspetto chiave come quello della natura degli interessi che possono essere fatti valere dalla class action. Tocca infatti al tribunale un controllo rigoroso sulla corrispondenza tra interessi e strumento utilizzato per agire in giudizio, pena l'inammissibilità dell'azione, ed è facilmente prevedibile che sarà questo uno dei fronti principali di scontro davanti ai magistrati. Dalle associazioni arriva così la sollecitazione al Parlamento per la sostituzione dell'attuale previsione di un interesse «identico» di classe con uno solo «omogeneo». Una distinzione non solo nominalistica perchè l'identità degli interessi non appare elemento facilissimo da provare. Altre indicazioni sono indirizzate al versante delle procedure per chiedere una semplificazione dell'adesione dei consumatori che eviterebbe anche la paralisi dei tribunali: la norma nella formulazione attuale infatti prevede che ogni consumatore interessato depositi la documentazione in cancelleria. Un deposito che moltiplicato per magari migliaia di posizioni avrebbe l'effetto di bloccare l'operatività di molti uffici giudiziari, anche per effetto dell'accorpamento deciso sulle competenze dei tribunali. Come pure sul piano processuale va collocata la richiesta di eliminazione dell'obbligo di pubblicità dell'azione collettiva, che le associazioni giudicano difficilmente praticabile da parte dei consumatori. Meglio sarebbe introdurre un vincolo di informazione, rafforzando la fase di conciliazione preliminare. Infine, andrebbe cancellata la possibile applicazione da parte dell'autorità giudiziaria che ha deciso per l'inammissibilità della domanda di sanzionare in maniera severa i promotori della class action. Una maniera per scoraggiare le azioni pretestuose, per il Governo che ha proposto l'emendamento votato per ora solo in commissione; una soluzione che, sottolineano le associazioni va a colpire soprattutto i soggetti più deboli e cioè tutti i consumatori. © Per le organizzazioni degli utenti l'attuale versione dell'azione rischia di essere del tutto impraticabile.

12/05/2009

Documento n.7918

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