CARTE DI CREDITO: ALLA RESA DEI CONTI L'ECONOMIA FONDATA SUL DEBITO

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CARTE DI CREDITO, DEBITO RECORD – LA CRISI DEI MUTUI FA SPENDERE PIÙ DENARO ELETTRONICO: LE INSOLVENZE USA ESPLODONO - UN ONERE DA 2.200 MILIARDI $ - GENNAIO NERO PER LA CASA: PIGNORAMENTI +57%... Mara Monti per “Il Sole 24 Ore” Ha toccato quota 2.200 miliardi di dollari il debito dei consumatori americani acceso con le società emittenti di carte di credito. Un segnale, se già non fosse abbastanza chiaro, di come gli americani spendano più di quanto guadagnano, tanto che tra il 1989 e il 2006 il debito è cresciuto del 315 per cento. La situazione è divenuta allarmante alla luce della crisi dei mutui, una crisi che sembra senza fine: a gennaio il pignoramento di case è salito del 57% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Complessivamente sono state pignorate 233.001 abitazioni, l'8% in più rispetto al mese di dicembre, di cui circa 45.327 abitazioni "ritirate" dalle banche stesse. In aumento anche le insolvenze dei detentori di carte di debito: molti americani, non potendo più ottenere liquidità dall'apprezzamento della loro casa a causa della crisi dei mutui, fanno ricorso alla moneta elettronica. E così tra i tanti che perdono da questa insanabile crisi, c'è invece chi guadagna, come appunto le società di carte di credito e di debito favorite dalle proiezioni sulla crescita del volume di affari: secondo alcune stime che circolano a Wall Street, nel 2010 gli americani dovrebbero fare il 55% dei loro acquisti con la moneta elettronica, il 10% in più di adesso. Tutto questo mentre la fiducia dei consumatori statunitensi a febbraio è continuata a scendere ai minimi degli ultimi cinque anni e il mercato dà per scontata una riduzione di mezzo punto percentuale dei Fed Funds il 18 marzo prossimo. Aspettative che non aiutano ad allentare la pressione sui tassi dei mutui che negli Usa sono in continua salita: il tasso medio è salito dello 0,5% nell'ultima settimana rispetto al livello di inizio anno. Ma anche quelli a lungo termine continuano ad essere sotto pressione: il tasso fisso a trent'anni è al 6,04% dal 5,72% della scorsa settimana, tuttavia più basso rispetto al 6,22% dello stesso periodo di un anno fa. Stessa situazione per il tasso fisso a 15 anni ora al 5,64% in salita dal 5,25% di una settimana fa, ma inferiore rispetto al 5,97% del febbraio 2007. L'Europa continua a viaggiare ad una velocità diversa in attesa di qualche segnale da parte della Bce: ieri l'euribor a 3 mesi si è attestato al 4,38% al massimo dallo scorso 29 gennaio alla luce dell'inatteso recupero dell'indice Ifo a febbraio che segnala un deciso miglioramento delle aspettative delle imprese tedesche. Una prospettiva che potrebbe allontanare le chance di un taglio dei tassi di interesse da parte della Bce. Le difficoltà dovute alle rate del mutuo e dei prestiti bancari, oppure al conto in rosso si fanno sentire anche in Italia. In un anno, l'ammontare delle sofferenze bancarie che fanno capo alle famiglie italiane è cresciuto dell'8,45% e ha oltrepassato gli 11 miliardi di euro. Anche il mercato immobiliare sta cambiando perché dopo agosto le politiche bancarie sono diventate molto più rigide in particolare nei confronti delle fasce più deboli, tanto che se non si attuano strategie adeguate per questa importante fascia di mercato, secondo le stime di "Scenari immobiliari", mancheranno all'appello centomila compravendite nei prossimi mesi. Dagospia 27 Febbraio 2008

27/02/2008

Documento n.7154

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