BOND ARGENTINA. DOPO IL DANNO, LA BEFFA (Avv. Riccardo Bruno)

in Articoli e studi
DOPO IL DANNO, LA BEFFA I risparmiatori che nel 2002 si sono affidati alla TFA , la Task force organizzata dalle banche per aiutarli ad ottenere il rimborso dei capitali investiti in bonds Argentina, possono ritenersi soddisfatti. Se per oltre tre anni la task force non ha fatto nulla di concreto per tutelarli, oggi, nel 2006, si è accorta che può attivare un arbitrato internazionale. Naturalmente senza promettere nulla, ma pretendendo, in cambio, che gli aderenti non chiamino in giudizio le banche, principali responsabili delle loro disgrazie finanziarie. Le motivazioni di tale condizione ricattatoria sono risibili ed ipocrite. Motiva la TFA: se il giudice italiano dichiara la nullità del contratto di acquisto dei bonds, il risparmiatore perde la qualità di investitore e non può partecipare all’arbitrato. Nulla di più mistificatorio. Se il giudice italiano annulla il contratto, vuol dire che ha riconosciuto la responsabilità della banca convenuta in giudizio e l’ha condannata a rimborsare il risparmiatore/ attore. Costui non avrà quindi alcun interesse a partecipare all’arbitrato ed una eventuale esclusione dal rimborso non lo pregiudicherà. Il motivo reale di tale inaccettabile condizione e presumibilmente della tardiva ed improbabile iniziativa della TFA, risiede ancora una volta nella determinazione delle banche, vista “la mala parata” nei Tribunali, di evitare azioni giudiziarie e giuste condanne, attraverso un indegno trabocchetto, teso ai danni degli investitori. Roma, 15.3.06

15/03/2006

Documento n.5812

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