BOMBA DERIVATI SUI COMUNI: E BANKITALIA STA A GUARDARE !

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BOMBA DERIVATI SU 300 SINDACI – NESSUNA BANCA SPIEGA BENE AI PICCOLI COMUNI CHE – IN CAMBIO DI TANTI BEI SOLDINI - STANNO ASSUMENDO UN RISCHIO ILLIMITATO: ASSICURANO LE STESSE BANCHE DAI RISCHI SUI TASSI… c.v. per “Finanza & Mercati” Nuova benzina sui derivati stipulati da oltre 300 Comuni italiani con le grandi banche, e questa volta il problema potrebbe essere soprattutto degli istituti. Non solo. La questione sta creando attriti anche tra Consob, Banca d’Italia e ministero del Tesoro, che sono impegnati da mesi a mettere a punto i nuovi modelli di trasparenza a cui gli istituti bancari si devono attenere per fare i contratti. A quanto ammonta il salasso per gli enti locali? In realtà nessuno lo sa, perché la cifra registrata presso la Centrale Rischi (1 miliardo) non include i cds (credit default swaps) stipulati con le banche straniere. Il quadro è fornito dall’inchiesta dalla trasmissione Report di ieri, che evidenzia come molti enti locali abbiano sottoscritto contratti, con Unicredit, Bnl, Monte dei Paschi di Siena, Deutsche Bank, Intesa Sanpaolo, Bear Stearns e Merrill Lynch grazie ai quali credevano di coprirsi dagli andamenti dei tassi o cercavano di speculare, ma che li hanno portati, a loro volta, ad assicurare le banche che gli hanno venduto i derivati assumendosi rischi illimitati. Ma i responsabili finanziari di molti Comuni non lo hanno capito. Il meccanismo lo spiega, alla trasmissione condotta da Milena Gabanelli, Dario Lo Iacono, un ex banchiere di JP Morgan che oggi fa l’avvocato: agli enti locali «non viene detto che io sto assicurando la banca e quindi, assicurando la banca mi sto assumendo un rischio illimitato, che mi deve essere compensato. E quasi sempre questo compenso per questo rischio che mi assumo non è adeguato perché me lo remunerano troppo poco. Ed è li che sta il vero guadagno della banca». Inoltre gli enti locali hanno firmato dei contratti derivati che le banche vendevano dicendo che non comportavano nessuna spesa, ma che invece prevedono dei costi impliciti. Così è emerso che anche alcuni Comuni che credono di aver guadagnato con questi strumenti in realtà hanno perso. Vediamo la situazione dei contratti in essere ricostruita da Report. Il Comune di Foligno ha sottoscritto un derivato con il Monte dei Paschi di Siena grazie al quale ha guadagnato. Il vicesindaco Nando Mismetti ha detto di non aver sostenuto costi per tale contratto. La trasmissione della Gabanelli ha chiesto a un consulente indipendente, Matteo Corradi, di calcolare i costi di tale derivato facendo emergere che Foligno ha pagato a Mps «un costo implicito di 180.000 euro». Il sindaco del Comune di Fermo, Saturnino di Ruscio, spiega di aver firmato 7 contratti con Unicredit dove le commissioni implicite «sono state superiori a quello che noi abbiamo avuto come upfront, che ammontava a circa 800.000 euro». Il Comune di Baschi ha in piedi un derivato con Bnl; Francavilla Fontana ha contratti con Opi banca (gruppo Intesa) e Unicredit, Venezia ha rapporti milionari in corso con Bear Stearns e Merrill Lynch, mentre Verona con Deutsche Bank. Il Comune di Cittadella ha preso Unicredit come advisor per farsi consigliare con chi fare i derivati, risultato i contratti sono stati sottoscritti con due banche del gruppo; Cariverona e Ubm. Insomma, la confusione regna, ma, secondo quanto risulta a “F&M” tra il Tesoro, Bankitalia e Consob non c’è ancora accordo sui nuovi modelli dei prospetti che dovranno essere adottati per il calcolo dei contratti derivati. Dagospia 09 Aprile 2008

09/04/2008

Documento n.7241

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