Bancoposta «zoppa» da privatizzare? di Roberto Casalena

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Bancoposta «zoppa» da privatizzare? di Roberto Casalena In Italia c'è una banca «zoppa», che però, non conosce crisi ,Bancoposta , che anzi,è in continua crescita, e risulta essere, nonostante non sia un istituto di credito vero e proprio, la prima banca italiana per sportelli, e la quarta per raccolta, dopo Intesa San Paolo, Unicredit e Mps. Bancoposta, guidata da Massimo Sarmi, che ne è amministratore delegato dal 2002, è cresciuta in tutto il comparto finanziario . Bancoposta, però non può prestare soldi, perchè è una banca «fantasma». E' noto che l'Abi si è sempre battuta perchè Bancoposta non diventasse una vera banca, tant'è che lo stesso ex direttore generale della potente associazione bancaria, Giuseppe Zadra,denunciò Bancoposte all'Antitrust, accusando lo Sato di fare «concorrenza sleale». Banoposta ha una raccolta diretta ed indiretta di 398 miliardi di euro ( 4.103 mld quella dell'intero sistema creditizio), 32,7 milioni di conti correnti e libretti di risparmio( 37,5 milioni quella del sistema creditizio), 7,5 milioni di carte prepagate (4,5 milioni per le banche), 9,5 miliardi di raccolta nelle Polize Vita (90 miliardi per tutte le compagnie) , ed è divenuta la prima compagnia di Assicurazione Vita in Italia. Infine, Bancoposta ha 14.000 sportelli ( 33.000 il sistema bancario) , ditribuiti capillarmente su tutto il territorio nazionale , e nel 2.010 ha reso allo Stato oltre 1 miliardo. Oggi Bancoposta si appoggia a Deutsche Bank e Compass per piccoli prestiti e mutui, mentre Sarmi, starebbe per giocare nel Sud la «carta» Banca del Mezzogiorno,per finanziamenti alle Pmi. Ora, si riparla di privatizzazione, ed entro sei mesi dall'approvazione della Finanziaria lo Stato dovrà indicare quali gioielli di famiglia vendere per cercare di ridurre il debito pubblico. Fatto è che se si dovesse procedere alla privatizzazione, come già avvenuto in Europa ( alla Ing per gli olandesi ed alla Deutsche Bank per i tedeschi) sarebbe opportuno trasformare Bancoposta in una vera e propria banca, prima di metterla sul mercato, perchè il prezzo di vendita sarebbe di gran lunga superiore. Altrimenti, si rischia di far fare lauti guadagni ai nuovi acquirenti (certamente banche) che ne quadagnerebbero in plusvalore, una volta acquista e trasformata in banca. In caso di privatizzazione, rilevano fonti bancarie, se si chiedesse prima l'autorizzazione a Bankitalia, per trasformare Bancoposta in banca,si dovrebbero considerare, comunque,i tempi per l'autorizzazione, almeno un anno, ed inoltre, in caso di cessione,al sistema bancario-finanziario nazionale od estero,dell'impatto che avrebbe la nuova banca nel sistema,soprattutto in termini di numero di sportelli e di potenziale raccolta, perchè tutto ciò potrebbe essere oggetto di intervento dell'Antitrust. Inoltre, bisognerebbe chiarire i rapporti con la Cassa Depositi e Prestiti, che di fatto gestisce la raccolta . Dunque , tempi lunghi per una eventuale privatizzazione. Alle Poste rilevano che è il proprietario, cioè il Ministero dell'Economia, che ne detiene il 100% del controllo, che dovrà decidere anche per una eventuale trsformazione di Bancoposta in banca, oltre che per l'eventuale cessione sul mercato. Ma al Ministero dell'Economia, tutto tace. Per ora solo «no comment». Il Segetario Nazionale Adusbef ( Ass.difesa utenti servizi bancari e finanziari) Mauro Novelli,sulla questione di un'eventuale privatizzazione delle Poste Italiane e di Bancoposta, rileva che « I depositi postali sono già nel collettore che alimenta il nostro debito pubblico. Certo, ma oltre libretti,conti correnti e buoni postali, tutti i servizi finanziari collaterali ( mutui,prestititi ecc.) offerti da Poste sono targati Deutsche Bank. E tra le future privatizzazioni, si intende procedere proprio sul versante finanziario di Poste Italiane. Siamo disposti a scommettere che, subito dopo la privatizzazione (totale o parziale) si procederà a fornire al nuovo ente privato i permessi necessari per inserirsi nell'offerta bancaria complessiva con ogni tipo di servizio. Sarebbe questa una delle più grandi vittorie del nostro sistema bancario, che finalmente può rendere innocuo forse l'unico vero concrrente di sistema ( diventandone proprietari e priverebbe il Tesoro di una fonte di alimentazione particolarmente economica. Il Tesoro farebbe bene a procedere alla concessione a Poste dei permessi ad operare sull'intero fronte dei servizi bancari, prima di dar seguito alla sua privatizzazione. Il collocamento darebbe luogo ad introiti ben maggiori». Roberto Casalena

28/09/2011

Documento n.9052

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