BANCHE: PROFUMO SI AUMENTA LO STIPENDIO,MA UNICREDIT NON PAGA LE CONDANNE SUBITE IN TRIBUNALE. DURA INTERROGAZIONE SU SOLVIBILITA' DI UNICREDIT

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Atto n. 4-03178 Pubblicato il 19 maggio 2010 Seduta n. 382 LANNUTTI - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Premesso che: risulta all'interrogante che le banche del gruppo Unicredit, soccombenti nei giudizi risarcitori civili promossi da consumatori, da qualche tempo omettano di liquidare quanto stabilito in sentenza, obbligando i legali di controparte a promuovere le necessarie azioni esecutive (precetto, pignoramento, eccetera); è il caso di ricordare che tali pronunciamenti avvengono dopo processi anche di lunghissima durata con cui viene riconosciuto il diritto del risparmiatore a rientrare in possesso di somme spesso frutto di sudatissimi risparmi di una vita ed incautamente gestiti dalla banca con investimenti fallimentari (si considerino, per esempio, i bond argentini); considerato che: la crisi è durata pochissimo per gli stipendi dei supermanager bancari italiani. Dopo un 2008 di "vacche magre", il 2009 dei primi quattro istituti di credito italiani, liberi dai vincoli dei Tremonti-bond, è andato in archivio con calo dei profitti del 41 per cento ma con un aumento del 25 per cento delle buste paga dei dirigenti con responsabilità strategiche. In particolare per Unicredit gli utili sono scivolati da 4 a 1,7 miliardi, ma i compensi del top management sono saliti da 41 a 65 milioni; secondo un articolo apparso su "la Repubblica" del 3 aprile 2010, Alessandro Profumo, amministratore delegato di Unicredit, «ha recuperato parte dei soldi persi nel 2008 quando si era autoridotto lo stipendio del 63%. Nel 2009 la ripresina dell'ultimo trimestre ha convinto Profumo a ritoccarselo da 3,47 a 4,27 milioni di euro (11.690 euro al giorno, festivi compresi) confermandolo come il banchiere meglio pagato d'Italia»; stando ad una classifica sugli stipendi d'oro degli amministratori pubblicata sul sito di "Borsa e Finanza" il 21 aprile 2010, Alessandro Profumo è al settimo posto con 4.324.000 euro all'anno; come si apprende da un articolo pubblicato su "La Stampa" l'11 ottobre 2008, lo stesso Profumo ha spiegato durante un convegno, relativamente alle consistenti cifre del proprio stipendio: "Ma se affrontiamo queste problematiche in modo populista non avremmo aziende che crescono e che creano ricchezza"; purtroppo le retribuzioni dei manager crescono senza alcun rapporto con il costo della vita e con i progressi delle aziende e, a differenza di quello che dichiara l'amministratore delegato, strapagare i manager non consente di avere aziende che crescono e creano ricchezza; sempre sull'articolo de "La Stampa" si legge che «Sandro Catani, capo della Watson Wyatt per l'Italia, ha dichiarato al settimanale Il Mondo: "Non è credibile che a capo delle aziende italiane ci sia un'intera categoria così talentuosa. In sostanza credo che in Italia i bonus vengano distribuiti più per rango che per merito, agli alti livelli è quasi obbligatorio dare un premio. Il variabile è diventato una specie di fisso, un valore di fatto permanente nella retribuzione"», si chiede di sapere se alla luce della condotta, a giudizio dell'interrogante allarmante e senza precedenti, del gruppo Unicredit esposta in premessa il Ministro in indirizzo non intenda adottare le opportune iniziative di competenza, eventualmente sostenendo eventuali iniziative della Banca d'Italia, al fine di accertare se tale condotta sia ascrivibile a mero, seppur incomprensibile, atteggiamento ostativo e dilatorio ovvero rappresenti la necessaria conseguenza di una condizione patrimoniale precaria del primo gruppo bancario italiano che debba in qualche modo suscitare preoccupazione sulla sua liquidità presente e futura.

20/05/2010

Documento n.8610

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