BANCHE: PERDE IL POSTO PERCHE' RACCOMANDO' L'AMANTE,A DIFFERENZA DI BANCHIERI ITALIANI,COINVOLTI NEL "PROFUMO DI PASSERA"

in Articoli e studi
tratto da "LA REPUBBLICA" DEL 13 APRILE 2007. Pressing sul presidente che ammette le sue responsabilità.Chiede scusa e aspetta una decisione del board: rischia il posto Scandalo alla Banca Mondiale.Wolfowitz raccomandò l'amante DAL NOSTRO INVIATO ELENA POLIDORI WASHINGTON - La love story con una manager della Banca Mondiale fa scricchiolare la poltrona del presidente Paul Wolfowitz. Durante una drammatica conferenza stampa, l'ex vicesegretario alla Difesa Usa, tra i grandi ispiratori dell'avventura irachena di George Bush, fa mea culpa, ammette di aver favorito la sua compagna e di averle accordato un congruo, contestatissimo aumento di stipendio. "Ho fatto un errore del quale mi scuso", dice con un filo di voce il banchiere americano, l'aria pallida, le mani tremanti mentre il board discute per ore del suo futuro e il sindacato interno reclama le dimissioni. "Col senno di poi, magari avessi dato retta ai miei istinti e mi fossi tenuto fuori dai negoziati", cioè dalle trattative sul futuro lavorativo di Shaha Riza, 52 anni, musulmana, nata in Tunisia, vissuta in Arabia Saudita e laureata ad Oxford, promossa e distaccata al Dipartimento di Stato con lauto compenso dopo la sua nomina a presidente della Banca, nel 2005. Il problema infatti è che questa storia d'amore (e di quattrini) si scontra con il codice etico della World Bank, secondo cui non ci possono esserci relazioni intime tra dipendenti se uno dei due è "capo" dell'altro, a meno di non incappare in un palese conflitto di interessi. Nel caso di Shaha c'è anche la questione del salario, lievitato a 193 mila dollari (da 132 e rotti) secondo i dettati di un "memorandum" firmato a suo tempo dallo stesso presidente e ora pubblicato dal Financial Times. Ed è scandalo, inevitabilmente. Wolfowitz appare provatissimo. Stretto in un abito scuro, il bicchiere d'acqua sorseggiato nervosamente, è costretto a parlare davanti ai giornalisti di mezzo mondo di "qualcosa che tutti hanno in mente" e di cui si discute da giorni tra smentite e dichiarazioni, dentro e fuori dell'istituzione di Bretton Woods. "Mi assumo tutte le responsabilità del caso. Sono pronto ad accettare qualsiasi decisione sarà presa dal board", sussurra. Ma nonostante sia lui ad aprire il tema, per la prima volta la conferenza stampa del presidente della Banca Mondiale che tradizionalmente "apre" gli incontri delle autorità monetarie, sfiora appena il problema dei prestiti ai paesi poveri o la lotta alla corruzione, per concentrarsi solo e soltanto su Shaha. Le domande si susseguono: che farà se il board la rimuove dall'incarico? Non pensa di doversi dimettere comunque? E non crede che la sua credibilità sia ormai inevitabilmente compromessa? Comprensibilmente, Wolfowitz si barcamena, cerca di mostrare il classico buon viso a cattivo gioco. "Non faccio speculazioni mentre la riunione è ancora in corso". Ma a forza di insistere, prima di tutto dice di essere stato lui stesso ad attivare a suo tempo il comitato etico del banca perché "era una situazione senza precedenti, eccezionale". Poi fa capire che il trasferimento "involontario" della signora, con conseguente aumento salariale è stata una necessità, per evitare il pericolo che Shaha potesse rivalersi sull'istituto: "c'erano rischi legali". In ogni caso, "non ho nascosto nulla di ciò che ho fatto" in questa storia. Prima di andarsene, reclama "comprensione" e chiede di essere giudicato "senza associarmi con il mio lavoro precedente" accanto a Bush. A sera, il board decide si aggiornarsi ad altra data mentre il Tesoro Usa non commenta il caso e Wolfowitz incontra il ministro italiano Padoa-Schioppa.

14/01/2008

Documento n.7074

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