BANCHE: DOPO PROFUMO (UNICREDIT) ANCHE MUSSARI (MPS) SI SPARA IL SUPER-BOND SUCCHIA LIQUIDITA'. BANCHIERI LAVORANO PER STABILITA' LORO POLTRONE

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E DUE! DOPO PROFUMO, ANCHE MUSSARI SI SPARA IL SUPER-BOND SUCCHIA-LIQUIDITà (4,75%) - "neppure un mutuo ipotecario a 30 anni rende come un bond Unicredit o Montepaschi" - le banche italiane lavorano, sì, per la stabilità. Ma delle loro poltrone di vertice Massimo Riserbo per Dagospia E due. Dopo gli apripista di Unicredit, anche Montepaschi torna sul mercato e si spara un bel bond quinquennale da un miliardo di euro. Offre tassi da paura, ben il 4,75% di cedola fissa, ovvero 205 punti base sopra il normale tasso swap di riferimento. E lo fa, come Alessandro "Arrogance" Profumo, senza neppure ricorrere alla garanzia legale dello Stato in caso di default. Mercoledì, spiegando la prima operazione di Unicredit, nella sua infinita miseria questo sito aveva previsto che quell'emissione avrebbe fatto scuola. Ecco fatto. Snobbano Tremonti, a Rocca Salimbeni come in Piazza Cordusio, perchè il meccanismo della garanzia esplicita dello Stato è farraginoso e complicato. Ma soprattutto, se offrono quegli interessi e quella durata, vuol dire che sanno perfettamente di avere le chiappe coperte. La paura di ripetere gli errori di George Bush farà sì che in Italia, se mai una banca del loro calibro dovesse saltare, il neo-statalista Giulietto Tremendino interverrebbe comunque a salvare baracca e burattini. Insomma, come sanno tutti a Piazza Affari, dopo i pallidi Tremonti-bond (prenotati per gentilezza, ma non richiesti), i nostri grandi banchieri sanno perfettamente che le loro emissioni godono comunque di una garanzia implicita. E mettono fieno in cascina per non essere più costrette ad andare ad Arcore - o a Sondrio - in ginocchio. Ma il dato politicamente più sconvolgente di questa faccenda è che gran parte dei soldi che Profumo e Mussari stanno raccogliendo a caro prezzo sul mercato proviene da banche e grandi investitori italiani. Ovvero, drena ulteriore liquidità dall'economia reale. Significa che ancora una volta, alla faccia degli appelli di Notre Dame della Confindustria, Emmuccia Marcegaglia, e dei politici fanfaroni che promettevano "stretta vigilanza", le banche italiane si stanno facendo i cavolacci loro e lavorano, sì, per la stabilità. Ma delle loro poltrone di vertice. Il fatto grave è che nessun giornale va a vedere chi si sta comprando questi bei vantaggiosissimi bond che pagano quasi il 5% d'interesse. Eppure basta fare una telefonata a un qualunque intermediario per sentirsi dire che oltre metà delle emissioni finisce a banche italiane. Ecco perchè, come spiega il direttore finanziario di una banca del Nord-Est, "martedì riuniremo i direttori di filiale per spiegare che dobbiamo concedere meno mutui e meno fidi, tanto neppure un mutuo ipotecario a trent'anni ci renderebbe come un bond Unicredit o Montepaschi". Infatti, se il signor Rossi perde il lavoro, il mutuo salta. Ma Unicredit e Mps non salteranno mai e comunque con quei rendimenti sarebbe demenziale non approfittare. Le grandi banche si stanno muovendo alla spicciolata. Nei prossimi giorni toccherà probabilmente a Intesa e Banco Popolare, perchè ormai è chiaro: anzichè fare pulizia nei bilanci e lanciare gli aumenti di capitale necessari, conviene recuperare soldi sul mercato obbligazionario e sperare in bene. L'importante, per i nostri banchieri, è non ammettere di aver sbagliato. Se poi nessuno presterà più soldi a nessuno e le banche riprendono a doparsi l'una con l'altra, pazienza. Sono cavoli del Cavalier Brambilla e del Signor Rossi.

27/04/2009

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